Gabrovo (abitanti 67.000)
Gabrovo è uno dei principali centri nazionali della produzione tessile oltre ad essere, in Bulgaria, il singolare “regno” dello scherzo e della satira. Nel corso degli anni la costante crescita delle aziende tessili ha permesso, infatti, a questo settore di assumere un ruolo insostituibile nell’economia della città. Forse l’aspetto più curioso della città è, però, sicuramente il secondo. A Gabrovo esiste, infatti, una antica e assai sentita tradizione legata all’umorismo e alla beffa allegra, un sentimento collettivo che ha pochi paragoni anche fuori dai confini bulgari. Oltre al Festival della satira che si tiene lungo le strade della città nel mese di maggio, è possibile visitare tutto l’anno il singolare Museo della satira, dedicato interamente a un aspetto così importante per gli abitanti di Gabrovo (e non solo per loro, fortunatamente!). Negli oltre 8.000 mq di esposizione si possono vedere centinaia di lavori di artisti provenienti da ogni parte del Paese: cartoons, foto, disegni, costumi, maschere e tante altre cose. Dal punto di vista storico architettonico il centro urbano, invece, non offre particolari spunti di interesse. Volendo, si possono visitare il piccolo Museo di storia e, sull’altra riva del fiume, la vecchia scuola Aprilov. Questa, fondata nel 1835 dal mercante Vassil Aprilov, è stata una delle prime scuole del Paese in cui si cominciò ad insegnare in lingua bulgara. Caratteristico è pure il monumento posto su una isola del fiume Yantra: è dedicato al fondatore della città, Racho Kovacia. La visita del centro storico si può concludere con la Torre dell’orologio e la Chiesa dell’Assunzione. Entrambi gli edifici risalgono al secolo XIX.
Storia
Le origini: sorse in epoca medioevale. Durante il periodo dell’Impero Bulgaro era un centro strategicamente rilevante posto in prossimità di importanti passi di montagna nei Balcani (secondo una leggenda, il fondatore fu il mitico fabbro Racho). Alla fine del XII secolo, grazie alla vicinanza di Tarnovo, Capitale dell’Impero bulgaro, si svilupparono artigianato e commercio. Durante la dominazione turca Gabrovo mantenne il suo ruolo di importante centro commerciale e produttivo. Nel XIX secolo la città era una specie di grande officina da cui uscivano prodotti noti per la loro qualità in tutto l’Impero Ottomano. Nel 1860, sfruttando l’energia offerta dall’acqua, venne anche fondata la prima vera fabbrica: un’impresa tessile. Rinascita Nazionale:
a) il relativo benessere portò alla città nuovi palazzi e chiese. Vennero fondate anche scuole e istituzioni culturali
b) si venne a creare, allora, una nuova classe di artigiani e di mercanti sensibili ai messaggi del nazionalismo bulgaro
c) nel 1862 gli abitanti parteciparono attivamente all’Insurrezione di Tarnovo contro i Turchi d) nel 1868, Levski fondò anche a Gabrovo un Comitato Rivoluzionario anti-ottomano. L’Indipendenza (1878): venne liberata durante la guerra russo-turca del 1877-78. Successivamente divenne il più importate centro tessile del Paese. La città si vanta di ospitare l’unico “Museo dell’humour e della satira” del mondo: un sorta di pegno nei confronti di una popolazione nota in Bulgaria per le bonarie, fulminanti, battute con le quale infiora i discorsi, nella quotidianità.
a) il relativo benessere portò alla città nuovi palazzi e chiese. Vennero fondate anche scuole e istituzioni culturali
b) si venne a creare, allora, una nuova classe di artigiani e di mercanti sensibili ai messaggi del nazionalismo bulgaro
c) nel 1862 gli abitanti parteciparono attivamente all’Insurrezione di Tarnovo contro i Turchi d) nel 1868, Levski fondò anche a Gabrovo un Comitato Rivoluzionario anti-ottomano. L’Indipendenza (1878): venne liberata durante la guerra russo-turca del 1877-78. Successivamente divenne il più importate centro tessile del Paese. La città si vanta di ospitare l’unico “Museo dell’humour e della satira” del mondo: un sorta di pegno nei confronti di una popolazione nota in Bulgaria per le bonarie, fulminanti, battute con le quale infiora i discorsi, nella quotidianità.
Dintorni
- il villaggio etnografico di Etara: situato a circa 10 km verso sud, Etara rappresenta la fedele ricostruzione di un tipico villaggio rurale del secolo XIX. Lasciato il parcheggio, inizia un percorso pedonale di circa 1 km che passa tra le numerose, piccole, costruzioni in pietra. Qui passeggiando si rivive l’atmosfera di un oleografico villaggio contadino del passato. Non mancano le botteghe di artigiani che utilizzano tecniche antiche e macchinari tradizionali mossi dall’acqua del vicino torrente. Questi laboratori si animano sopratutto d’estate quando è maggiore il flusso turistico. All’interno del complesso si trova una tipica mehana, dove vengono cucinati piatti della cucina tradizionale. I numerosi negozi di souvenir completano il quadro di una località che senza dubbio vale la pena di essere visitata;
- il Monastero di Sokolovo: venendo da Gabrovo, una volta raggiunta Etara si prosegue poi per altri 8 km continuando a percorrere la stessa strada secondaria. Questa, ad un certo punto entra nel bosco. Si raggiunge quindi uno spiazzo: sulla destra si vede il muro di cinta del vecchio monastero di Sokolovo
- Gradishte: usciti da Gabrovo in direzione di Gradishte, si incontrano dopo qualche chilometro i resti di un’antica fortezza bizantina; il villaggio di Bojenzi: lasciata la strada statale E85, dopo circa 15 km, si giunge al villaggio di Bojenzi. Si tratta di un piccolo borgo fondato 600 anni fa. Oggi è una specie di museo all’aperto. Il bel contesto architettonico, fatto di oltre 100 edifici risalenti ai secoli XVIII e XIX, consente al visitatore di respirare l’atmosfera antica dei villaggi bulgari dei secoli passati. Tra le antiche residenze, le più importanti sono: casa Dobcio Popa e casa Baba Kostadiniza. In centro si trovano diverse botteghe di artigiani ed un piccolo Museo che racconta la storia del villaggio e dei suoi abitanti più illustri. Si può facilmente trovare alloggio presso abitazioni private oppure in un piccolo albergo a conduzione familiare.
- la strada panoramica: Gabrovo-Uzana