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#Marble #statues,#gold necklace found at #Viminacium

29/11/2014

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11/28/2014 7:45:00 PM

KOSTOLAC - #Archeological digs in #Viminacium, capital of the #Roman province of #Moesia Superior between 1st and 4th centuries AD, revealed exquisitely carved marble statues and a gold necklace from the Roman period.
Director of Viminacium archaeological park Miomir Korac told Tanjug that the archeologists this year focused on unearthing the Roman villa rustica and exploring the excellently preserved Roman wells.
The excavations also included the area between the city's amphitheatres, the residential areas and the eastern city wall, he added. 
The #discovery of a very well preserved Roman street, paved with stone blocks from one to over three meters long and weighing several tons each, confirmed the results of geophysical surveys that pointed to the remarkably well preserved city structure of Viminacium and revealed the exceptional beauty of its buildings. 
The exquisitely carved marble sculptures were found in the space between the amphitheaters and the residential areas, said Korac.
One of them is a 70-centimeter tall statue of a standing female figure holding a cornucopia in her left hand, with a relief in the background presumably symbolizing the throne.
The head and the arms of the statue are broken off. One arm and several other pieces of the sculpture were found nearby.
According to Korac, the statue probably represents Fortuna, the Roman goddess of fortune. 
The second statue is also of a standing female figure. The 30-centimeter tall marble sculpture is damaged, with the head, both arms and the lower part of the legs missing. 
Along with the sculptures, a slightly damaged necklace made of double gold strands and cylindrical green stone beads was unearthed. 
The clasp has been preserved, and the necklace most likely had a pendant, also made of thin gold strands and stone.
Viminacium, around 100 km east of# Belgrade, at the confluence of the Mlava and the #Danube rivers, is one of the best preserved Roman cities and #military camps in #Serbia.

http://www.tanjug.rs/news/155509/marble-statues--gold-necklace-found-at-viminacium.htm

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#Bulgarian #wines - read the article on the American Sommelier Journal

30/9/2014

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Bulgarian wines — along with those of other #Balkan nations — are just emerging on the market. And unlike the cheap and cheerful exports of the 1980s, which consisted primarily of international varieties and gained little traction, the nouvelle vague now reaching our shores will showcase local grapes at higher, well-merited price tags.

By Christy Canterbury, MW
sommelierjournal_8_2013.pdf
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Tour alla scoperta della #Serbia 16-23 Maggio 2014

10/4/2014

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PARTENZA CONFERMATA !!!
                                              TOUR ALLA SCOPERTA della SERBIA
                                                         dal 16 al 23 Maggio 2014
“Il territorio della Serbia, crocevia di commerci e ponte tra Oriente e Occidente, è stato nei secoli un’ importante zona di confine dell’ #Impero Romano.- All’inizio di quest’epoca, il grande Impero Romano stabilì la frontiera in corrispondenza dei #Balcani – “il limes” sul Danubio.-Decine di fortificazioni militari sono state costruite lungo questa linea di difesa, mentre l’entroterra era attraversato da una rete di strade che servivano a collegare zone distanti dell’Impero.-Nei punti in cui queste arterie si intersecavano, fiorivano grandi e ricche città.- La ricchezza delle costruzioni di epoca romana e la presenza di 16 imperatori romani nati e vissuti in Serbia sono testimonianza dell’importante lascito culturale di questi territori.----Ma la #Serbia è anche bizantina, come dimostrano molte chiese ortodosse.”

1° giorno: venerdì - Milano - Belgrado
Ritrovo all'aeroporto di Milano in tempo utile per prendere il volo Easy Jet diretto per Belgrado, delle ore 13,25. Arrivo previsto per le ore 15,10, Incontro con la guida che resterà a disposizione del gruppo durante tutta la permanenza in Serbia. All' arrivo giro panoramico di #Belgrado. Sistemazione in hotel. CENA: Ristorante tipico quartiere Sumadija o sul Danubio

2° giorno: sabato: NOVI SAD - FRUSKA GORA - BELGRADO (100 km)
Prima colazione. Visita di #Novi Sad. E' situata lungo il Danubio ai piedi della Cittadella di Petrovaradin (XVIII secolo), una massiccia costruzione che sorge sul sito di un antico villaggio romano e poi di un convento di cistercensi, divenuto l’attuale fortezza nei secoli Seicento e Settecento. Assai più multietnica della capitale, è una città grande ma accogliente, dai larghi viali e dalle belle piazza, importante centro universitario, dall’atmosfera giovane e vivace, grazie anche alla presenza degli studenti. Visita della città e della fortezza di Petrovaradin. Si prosegue visitando i famosi Monasteri della Fruska Gora, regione di grande interesse paesaggistico e d’arte che copre gli unici rilievi della sconfinata Pannonia, in una zona verdissima dichiarata Parco Nazionale. Qui si trova la più alta concentrazione di monasteri della Serbia edificati tra il XV e il XVIII secolo. Si vedranno il #Monastero femminile di Krušedol, il più importante di tutti, che custodisce le spoglie di molti personaggi famosi nella storia della Serbia, e il #Monastero di Novo Hopovo. Visita inoltre della cittadina di Sremski Karlovci, con il Patriarcato, il Gimnasium, la Chiesa Ortodossa, la Chiesa Cattolica. Nel pomeriggio arrivo a Belgrado, sistemazione in hotel. Pensione completa. PRANZO: Cantina“Zivanovic” Sremski Karlovci con degustazione di vini - CENA: in hotel

3° giorno: domenica - BELGRADO
Prima colazione. Visita di #Belgrado, con il centro storico, la fortezza di Kalemegdan e il #Museo Etnografico. L’antica capitale della Jugoslavia, ed oggi della giovane Repubblica Serba, è da sempre il centro commerciale e culturale dell’intera regione. Vivace, moderna, attiva, in perenne espansione e sviluppo, conta ormai con la periferia oltre 2 milioni di abitanti. Adagiata sul breve altipiano alla confluenza del Danubio con la Sava, si presenta con grandi viali rettilinei ombreggiati da platani e tigli, su cui si affacciano antichi palazzi di diversi stili, ampi parchi e zone verdi. Cena di benvenuto con musica dal vivo nel caratteristico quartiere boheme Skardalja, nato tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento in un’epoca in cui le sue antiche osterie erano il luogo di incontro dei nomi più famosi della Belgrado culturale. Di pomeriggio escursione al quartiere Zemun situato sull'altra sponda del fiume Sava. Ospita la Torre del Millennio, costruita sulla collina di Gardos nel 1896 dagli ungheresi per celebrare i 1000 anni di presenza magiara in Pannonia. Zemun fu costruito sui resti della città romana di Taurunum, distrutta dagli unni nel V secolo e nuovamente fortificata dai bizantini nel IX secolo. Nel 1891 furono scoperti i resti di un santuario di epoca romana nel quale si celebravano le divinità Dionisio ed Ercole, probabile culto popolare delle provincie balcaniche. Pensione completa. PRANZO: Ristorante tipico quartiere Sumadija o sul Danubio.- CENA: in hotel

4° giorno: lunedì BELGRADO - VIMINACIUM - FELIX ROMULIANA - NIŠ (470 km)
Prima colazione. Partenza per la visita #Viminacium. Fondata nel I secolo sulle rive della Mlava, un affluente del Danubio, Viminacium fu la più importante città romana della parte settentrionale della provincia della Mesia. Durante la campagna di Dacia (101-106) l'imperatore Traiano fece radunate qui le legioni e costituì in città il proprio quartier generale. Secondo gli usi del tempo la città ospitava, ricche domus, templi, teatri, bagni pubblici, l'anfiteatro ed i palazzi pubblici. Nella zona sono state scoperti 40.0000 oggetti, oltre 700 gioielli in oro ed argento ed una necropoli con oltre 14.000 tombe. Alcune di queste presentano ancora oggi bellissimi #affreschi del IV secolo. Si prosegue con la visita del sito archeologico di Felix Romuliana, protetto dall'Unesco. All'inizio del III secolo Romuliana era un piccola comunità agricola lontana da tutte le principali vie di comunicazione. Fu solo verso la fine del III secolo – inizio del IV, con l'ascesa al trono di Galerio che la cittadina si arricchì con palazzi imperiali, terme e templi. Le cronache dell'epoca descrivono Galerio sofferente di reumatismi, è dunque probabile che l'imperatore scelse questa località per le diverse fonti di acqua minerale che fuoriesce dal terreno ad una temperatura compresa tra il 38 ed i 43 C°. In un primo tempo il palazzo imperiale aveva forma rettangolare, di circa 210x180 m. ed aveva una pianta simile a quella del palazzo di Diocleziano a Spalato, ma con solo due entrate. Nel 1969 fu scoperto un mosaico che raffigura Dionisio e nel 1972 i resti della statua di Galerio realizzata probabilmente nel 303 in occasione del decimo anniversario della nomina dell'Imperatore. La statua si trovava in una nicchia del vestibolo. Il nome della città, scritto su un archivolto, “Felix Romuliana” fu scoperto solo nel 1984. Arrivo a Nis, la terza città della Serbia dopo Belgrado e Novi Sad ed uno dei principali centri industriali del Paese. Nella zona sono localizzate soprattutto industrie elettroniche, tessili, metalmeccaniche e della lavorazione del tabacco. Nis è anche città universitaria con 13 facoltà ed oltre 30.000 studenti. Naissus, il nome antico della città, da sempre rappresentò un importante centro culturale e religioso della Mesia e fu il luogo natale degli imperatori romani Costantino il Grande (306-337 d.C.) e Costantino III (421). Sistemazione in hotel. Pensione completa. PRANZO: Hotel-Ristorante Balkan High Way lungo il percorso.- CENA: in hotel

5° giorno: martedì - NIŠ - MEDIANA - LJUBOSTINA - ŽIČA - KRALJEVO (290 km)
Prima colazione in hotel. Breve visita della #Fortezza di Nis. Visita del sito archeologico Mediana che era la residenza degli imperatori che visitavano Naissus l'odierna Nis). Costruito durante i primi anni del IV secolo, il complesso comprendeva la villa (il peristilio è decorato con mosaici floreali), le terme alimentate da un acquedotto e da un serbatoio sopraelevato ed altri edifici di pertinenza. La villa, posizionata nel centro del complesso, aveva superficie di circa 6.000 m/q ed includeva anche le terme, alimentate direttamente con acqua minerale alla temperatura di circa 38 C°. L'edificio era interamente decorato con affreschi, colonnati di varie forme, marmi e mosaici che disegnavano figure geometriche e figure floreali. Durante alcuni scavi vennero trovati i resti di un cancello in bronzo con incisa la figura di Faustina, la seconda moglie di Costantino il Grande (325 d.C.). Gli esperti ritengono tuttavia che il cancello sia arrivato nella villa in epoca successiva, durante gli ultimi mesi di vita dell'imperatore Giuliano morto a Naissus nel 361. Fu distrutta dagli unni nel 441. Proseguimento con la visita del #Monastero di Ljubostina che ha ricche decorazioni plastiche a porte e finestre. In fine, in periferia di Kraljevo, visita del #Monastero di Žiča che ha un tipico colore rosso scuro con filigrane in pietra che ricordano le decorazioni tipiche della migliore arte araba; è considerato uno dei più bei monasteri serbi, costruito tra il 1206 e il 1217; il suo stile architettonico appartiene alla scuola di Raska e rappresenta un tipico esempio di architettura serba del XIII secolo; fu proclamato sede della chiesa serba da San Sava. Il Monastero di Studenica è il più meridionale, il più antico, il più grande e il più ricco dei monasteri ortodossi della Serbia, grande centro artistico e spirituale situato nella pittoresca valle dell’Ibar tra alte montagne e rigogliose foreste, su cui ha vegliato per secoli la maestosa #fortezza di Maglić; vero capolavoro e prototipo dell’#architettura serbo-ortodossa la Chiesa della Vergine, unico esempio dell’architettura serba, in marmo bianco mirabilmente patinato dal tempo; magnifico il portale, inquadrato da raffinate sculture ornamentali e sovrastato da bassorilievi; prezioso il tesoro, tra cui una bara in ebano incrostata e avvolta da una teca d’argento che custodisce le spoglie del re Stefano I; raro gioiello bizantino la piccola chiesa di fianco alla chiesa madre; stupendi e preziosi gli affreschi del ‘200, tra i più celebri dell’arte serba per l’incisività del disegno, la composizione e lo splendore dei colori. Sistemazione in hotel a #Kraljevo. Pensione completa. PRANZO: Ristorante Konak – Kruscevac CENA-hotel

6° giorno: mercoledì - KRALJEVO - STUDENICA - SOPOCANI - KRALJEVO (260 km)
Prima colazione. Giornata dedicata alla visita di alcuni tra i più importanti monasteri della Serbia. Si inizia con il #monastero di Studenica, patrimonio UNESCO dal 1986. E' il più meridionale, il più antico, il più grande e il più ricco dei monasteri ortodossi della Serbia, grande centro artistico e spirituale situato nella pittoresca valle dell’Ibar tra alte montagne e rigogliose foreste, su cui ha vegliato per secoli la maestosa fortezza di Maglić; vero capolavoro e prototipo dell’architettura serbo-ortodossa la #Chiesa della Vergine, unico esempio dell’architettura serba, in marmo bianco mirabilmente patinato dal tempo; magnifico il portale, inquadrato da raffinate sculture ornamentali e sovrastato da bassorilievi; prezioso il tesoro, tra cui una bara in ebano incrostata e avvolta da una teca d’argento che custodisce le spoglie del re Stefano I; raro gioiello bizantino la piccola chiesa di fianco alla chiesa madre; stupendi e preziosi gli affreschi del ‘200, tra i più celebri dell’arte serba per l’incisività del disegno, la composizione e lo splendore dei colori; Sulla via del rientro visita del #Monastero Sopocani patrimonio UNESCO dal 1979. Fu costruito nella seconda metà del XIII secolo, nella regione di Ras dal Re Stefan Uros I di Serbia. Divenne mausoleo della famiglia reale. Gli affreschi all’interno della Chiesa a tre navate che ricorda la forma architettonica occidentale sono tra le più eccezionali realizzazioni pittoriche dell’arte europea del XIII secolo. Ritorno a Kraljevo. Pensione completa. PRANZO: Ristorante a Novi Pazar- CENA: in hotel

7° giorno: giovedì KRALJEVO - MANASIJA - RAVANICA - OPLENAC - BELGRADO (400 km)


Prima colazione in hotel. Partenza per la visita di due splendidi monasteri: #Manasija e #Ravanica. ll #Monastero di Manasja è splendidamente arroccato entro un’antica e possente cinta muraria, capolavoro dello stile della Morava, impreziosito da splendidi affreschi di estrema vivacità espressionistica e cromatica da annoverarsi tra i tesori dell’arte serba, dovuti ad artisti forse greci addottrinati sul monte Athos. E il Monastero di #Ravanica, grande luogo di pellegrinaggio e di culto immerso in un paesaggio pittoresco. Continuazione con la visita del Mausoleo di Oplenac, che custodisce le spoglie della dinastia dei Karađorđević, la più importante famiglia reale della Serbia. In stile serbo-bizantino, ha l’esterno in marmo bianco e l’interno rivestito da marmo verde e bellissimi mosaici nello stile degli antichi affreschi. Per le decorazioni sono state utilizzate oltre 6 milioni di tessere in 15.000 colori; il risultato è decisamente d’effetto e di alto valore artistico. Nell’abside è custodita la tomba di re Pietro I, morto nel 1921; molti altri membri della dinastia riposano invece nella cripta, se possibile ancora più splendida dell’abside. Continuazione per #Belgrado. Pernottamento in hotel a Belgrado. PRANZO: Ristorante a Despotovac.- CENA: Ristorante tradizionale

8° giorno: venerdì  BELGRADO - ITALIA
Prima colazione in hotel Poi trasferimento in aeroporto in tempo utile per prendere il volo delle ore 15,45 diretti a #Milano. Arrivo previsto alle ore 17,30.

Per iscrizioni o maggiori info scrivere a Gobalkans@gmail.com oppure contattare il numero 3498727321 

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Kazanlak: The Rose Festival #2014 #RoseValley

18/2/2014

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The Rosa #Damascena, known as the Damask or Castile rose, is the greatest treasure in the region of Kazanlak. The rose was imported into Bulgaria centuries ago, and today it is one of the nation’s symbols. Under the influence of the country’s unique climate and soil, this rose gradually developed into a #Bulgarian strain distinct from Damask roses elsewhere.
That is why at the beginning of the 19th century this rose was named the Kazanlak Damask rose and the valley to the south of the Central Balkans came to be known as the Valley of the Roses.
Along with the production of rose oil, a leading role in the economic development of the region was commerce related to the roses. The first official records of rose oil exports refer to trade with Germany and Austro-Hungary beginning in 1771.
The #Museum of Roses was founded in 1984 with the help of the city’s Museum of History. The exhibits are arranged in three separate halls, and in include original photographs and documents related to the cultivation of roses during the Bulgarian Age of Awakening (18th -19th centuries) and in the 20th century. There is a display of tools used to cultivate the rose gardens, along with vessels used to store and transport rose oil and rosewater. The museum had been pleased with the unstinting interest shown by both Bulgarian and international tourists. More can be learned about the region’s rose cultivation at the Kulata Ethnographic Complex, which is just a kilometer from the city center. Here visitors can arrange in advance to observe the practice of traditional local customs and sample food and drink made from Kazanlak roses.
These days the rose harvest is one of the most important activities in the Valley of the Roses, undertaken with great ceremony.
The Festival of the Roses is one of the most notable Bulgarian holidays, festooned with the beautiful roses in bloom. The festival was first held in 1903, and it has become a tradition to hold it the first weekend in June, since this is when the Kazanlak roses bloom. The festival has become an international attraction, when the city is glad to host thousands of guests. The festival program includes the crowning of the Rose Queen and the ritual gathering and distilling of roses. There are other celebrations, such as a carnival and the international folk festival “Youth of the #Balkans.”
The town of #Kazanlak is located in the center of Bulgaria, in the western part of the Kazanlak basin. The town’s population is around 82,000. Kazanlak is the center of the Valley of the Roses, the home of the Thracian kings, and an attractive tourist destination. The country’s largest and best preserved Thracian tombs are found here, and they are included among the UNESCO World Heritage Sites, along with the Museum of Roses. There are two nature reserves and five protected areas in the vicinity of Kazanlak, preserving natural wonders and age-old forests. The town neighbors on the largest and stunningly beautiful reserve in the Stara Planina mountain range, Dzhendema, which is part of the Central Balkans National Park. The park extends almost to the Kazanlak’s western town limits. 

rf_program_2014_en.pdf
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Memorial House of  #mother #Theresa in #Macedonia

12/2/2014

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The desire to pay respect to one the most famous person and Nobel Prize winner from Macedonia was accomplished on the 30-th of January 2009 with the opening of the Memorial house dedicated to Mother Teresa. 

The #Memorial #house #of #Mother Teresa is non profit organization financed by the Government of #Republic of Macedonia.

The Location of the museum is not randomly chosen. That is to say, on this exact place the old Catholic Church “Sacred heart of Jesus” used to stand. It is where #Mother Teresa, then Gonxha Bojaxhiu was baptized just  one day after her birth, on the 27th of august 1910, place where she received her first communion and where she find her inner peace after her father’s death.


This place had a great importance and influence on developing of the character of young #Gonxha and to her desire to help the poor people. Since she was a child she sang in the Catholic Church choir and participated in charity organizations. Somehow the location it self represents a symbolic bridge that connects little Gonxha to one of the greatest humanitarian of the world, #Mother Teresa. 

texts taken from macedoniatimeless.com
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#Tour alla scoperta della #Bulgaria 24 aprile - 1 maggio

20/1/2014

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1 g. ITALIA – SOFIA 24.4 giovedì
Arrivo a Sofia. Visita di Sofia*, capitale della Bulgaria e una delle più belle capitali balcaniche dove si potranno ammirare la piazza Narodno Sabranie, dalla quale ha inizio il centro cittadino, che deve il nome all’edificio dell’Assemblea Nazionale in stile neoclassico del XIX secolo. La cattedrale Aleksander Nevski, voluta per commemorare la liberazione dal giogo turco da parte delle armate russe, che rappresenta,per le sue dimensioni, il più grande tempio ortodosso della penisola balcanica e la chiesa di Santa Sofia, Sistemazione in hotel. Cena e pernottamento.
* Per gli arrivi serali la visità sarà spostata all'ultimo giorno.

2 g. SOFIA – BACHKOVO – PLOVDIV (200 km) 25.4 venerdì
Prima colazione. Partenza per visitare il Monastero di Bachkovo. Costruito nel 1083, questo monastero è conosciuto principalmente per l’originale forma architettonica e per i tesori e le collezioni di libri che custodisce. E’ considerato per importanza, il secondo monastero della Bulgaria. Arrivo a Plovdiv. Visita della parte moderna del centro: lo Stadio Romano, la Moschea ed il centro culturale Trakart che espone splendidi mosaici e reperti archeologici ritrovati nella zona. Pensione completa.
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    per questo tour:

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3 g. PLOVDIV – KARANOVO – NESSEBAR (300 km) 26.4 sabato
Prima colazione. Visita di Plovdiv vecchia: un intero quartiere fatto di antichi edifici realizzati nello stile definito il “barocco di Plovdiv”. Seguendo le strade ciottolose che si sviluppano lungo questa collina si potranno ammirare le tante abitazioni che per decenni hanno ospitato le più importanti famiglie della città. Oggi, una di queste case, costruita nel 1847, ospita lo splendido Museo etnografico. A poca distanza si trova la chiesa SS. Costantino ed Elena costruita nel 1832. Visita del Teatro romano (da fuori). Partenza verso il Mar Nero con sosta a Karanovo per visitare una delle più recenti ed interessanti scoperte archeologiche della Bulgaria – un tumulo che contiene tra gli altri oggetti un calesse intero con dei cavalli, parte del ricchissimo corredo funebre di un aristocratico tracio dei primi secoli d.C. Arrivo a Nessebar. Sistemazione in hotel. Pensione completa.

4 g. NESSEBAR – VARNA – MADARA – VELIKO TARNOVO (350 km) 27.4 domenica
Prima colazione. Visita di Nessebar, cittadina posta sotto la protezione dell’Unesco in quanto il luogo più ricco di testimonianze storiche di tutta la costa di Mar Nero. Si incontrano in rapida successione le chiese del Pantocrator, di San Giovanni Battista e del Redentore. Partenza per Varna – la capitale marittima della Bulgaria. Visita del Museo Archeologico ed il centro città. Partenza per visitare il Cavaliere nella roccia di Madara – monumento protetto dall’Unesco. Arrivo a Veliko Tarnovo. Sistemazione in hotel. Pensione completa.

5 g. VELIKO TARNOVO – ARBANASSI – ETARA – KAZANLAK (120 km) 28.4 lunedì
Prima colazione. Visita del Monte Tzarevez di Veliko Tarnov dove ancora oggi sono tangibili le testimonianze della grandezza del Secondo Regno bulgaro e il quartiere degli artigiani. visita di Arbanassi, un piccolo villaggio che ospitava le famiglie borghesi di Veliko Tarnovo. Qui si visitano la medioevale Chiesa della Natività, famosa per gli splendidi interni interamente affrescati, e la casa museo Kostanzaliev. Questo grande edificio venne costruito nel secolo XVIII da un ricco mercante della zona. Proseguimento per il villaggio-museo all'aperto Etara con spettacolo “Rito Matrimoniale”. Breve sosta alla Chiesa della Natività di Shipka, situata in mezzo al verde della Stara Planina. Costruita nel secolo XIX, si presenta nello stile delle chiese di Mosca del secolo XVII. Arrivo a Kazanlak. Pensione completa.

6 g. KAZANLAK – KOPRIVSHTIZA – KREMIKOVZI – SOFIA (220 km) 29.4 martedì
Prima colazione. Visita di Kazanlak, visita della famosa Tomba Tracia (protetta dall'UNESCO) risalente a circa 4000 anni fa ed il Museo etnografico dove sono esposti alcuni macchinari d'epoca per la lavorazione dei petali di rose. Degustazione di grappa “rosaliika” e marmellata di rose. Partenza per Koprivshtiza. Visita del centro storico di questa cittadina che ospita alcune tra le più belle case storiche di tutta la Bulgaria. Ancora oggi, di queste case costruite interamente in legno tra il 1700 ed il 1800 ne esistono più di sessanta. Visita alla Chiesa della Vergine (Uspenie Bogirodichino) e due delle case – museo. Prima dell'arrivo a Sofia, sosta per visitare il Monastero di Kremikovzi che venne fondato durante il XIV secolo, sotto il regno di zar Ivan Alexandar. In quell’epoca vennero eretti intorno a Sofia 14 nuovi complessi monastici. Distrutto nel 1332 venne poi ricostruito nel 1493, l’anno in cui fu eretta anche la Chiesa di San Giorgio il cui interno contiene affreschi di straordinario valore, una specie di galleria di capolavori creati da artisti dalla grande scuola d’arte di Tarnovo: il colore è solenne e armonioso, il tratto elegante, le figure plastiche e vitali. Sistemazione in hotel a Sofia. Pensione completa.

7 g. SOFIA – RILA – SOFIA (250 km) 30.4 mercoledì
Prima colazione e trasferimento nella periferia della capitale per visitare la Chiesa di Boyana ed il Museo storico nazionale. Questa chiesa, inserita in un parco di alberi secolari, rappresenta uno straordinario ed unico esempio dell’architettura ecclesiastica medioevale dell’area balcanica. Costruita nel secolo X, presenta alcuni affreschi risalenti al secolo XIII che per la tecnica adottata costituiscono una anticipazione degli innovativi temi stilistico – esecutivi della grande pittura italiana. Proseguimento verso il Monastero di Rila considerato il più importante monastero dei Balcani. Fondato nel secolo X, questo monastero ha rappresentato per secoli un fondamentale punto di riferimento culturale del Paese ed uno dei principali centri del Cristianesimo Ortodosso. Pranzo in ristorante. Ritorno a Sofia. Cena e pernottamento.

8 g. SOFIA – ITALIA 1.5 giovedì
Prima colazione. Eventuale approfondimento della visita di Sofia. Trasferimento in aeroporto, partenza per l’Italia.

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The #tour #Balkan #Mosaic narrated through pictures:

9/1/2014

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#World #Heritage List #UNESCO: sites located in the area of the #Balkans: #BULGARIA

16/12/2013

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#Boyana #Church Is located on the outskirts of Sofia, Boyana Church consists of three buildings. The eastern church was built in the 10th century, then enlarged at the beginning of the 13th century by Sebastocrator Kaloyan, who ordered a second two storey building to be erected next to it. The frescoes in this second church, painted in 1259, make it one of the most important collections of medieval paintings. The ensemble is completed by a third church, built at the beginning of the 19th century. This site is one of the most complete and perfectly preserved monuments of east European medieval art. 
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#Rila #Monastery was founded in the 10th century by St John of Rila, a hermit canonized by the Orthodox Church. His ascetic dwelling and tomb became a holy site and were transformed into a monastic complex which played an important role in the spiritual and social life of medieval Bulgaria. Destroyed by fire at the beginning of the 19th century, the complex was rebuilt between 1834 and 1862. A characteristic example of the Bulgarian Renaissance (18th–19th centuries), the monument symbolizes the awareness of a Slavic cultural identity following centuries of occupation.
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#Madara #Rider representing the figure of a knight triumphing over a lion, is carved into a 100-m-high cliff near the village of Madara in north-east Bulgaria. Madara was the principal sacred place of the First Bulgarian Empire before Bulgaria’s conversion to Christianity in the 9th century. The inscriptions beside the sculpture tell of events that occurred between AD 705 and 801.  
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#Nessebar #Ancient City 
Situated on a rocky peninsula on the Black Sea, the more than 3,000-year-old site of Nessebar was originally a Thracian settlement (Menebria). At the beginning of the 6th century BC, the city became a Greek colony. The city’s remains, which date mostly from the Hellenistic period, include the acropolis, a temple of Apollo, an agora and a wall from the Thracian fortifications. Among other monuments, the Stara Mitropolia Basilica and the fortress date from the Middle Ages, when this was one of the most important Byzantine towns on the west coast of the Black Sea. Wooden houses built in the 19th century are typical of the Black Sea architecture of the period. 
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#Sveshtari Thracian Tomb 
Discovered in 1982 near the village of Sveshtari, this 3rd-century BC Thracian tomb reflects the fundamental structural principles of Thracian cult buildings. The tomb has a unique architectural decor, with polychrome half-human, half-plant caryatids and painted murals. The 10 female figures carved in high relief on the walls of the central chamber and the decoration of the lunette in its vault are the only examples of this type found so far in the Thracian lands. It is a remarkable reminder of the culture of the Getes, a Thracian people who were in contact with the Hellenistic and Hyperborean worlds, according to ancient geographers. 
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#Srebarna Nature Reserve 
is a freshwater lake adjacent to the Danube and extending over 600 ha. It is the breeding ground of almost 100 species of birds, many of which are rare or endangered. Some 80 other bird species migrate and seek refuge there every winter. Among the most interesting bird species are the Dalmatian pelican, great egret, night heron, purple heron, glossy ibis and white spoonbill.
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#Kazanlak #Thracian Tomb 
Discovered in 1944, this tomb dates from the Hellenistic period, around the end of the 4th century BC. It is located near Seutopolis, the capital city of the Thracian king Seutes III, and is part of a large Thracian necropolis. The tholos has a narrow corridor and a round burial chamber, both decorated with murals representing Thracian burial rituals and culture.These paintings are Bulgaria’s best -preserved artistic masterpieces from the Hellenistic period. 
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#Ivanovo #Rock - Hewn Churches 
In the valley of the Roussenski Lom River, in north east Bulgaria, a complex of rock-hewn churches, chapels, monasteries and cells developed in the vicinity of the village of Ivanovo. This is where the first hermits had dug out their cells and churches during the 12th century. The 14th-century murals testify to the exceptional skill of the artists belonging to the Tarnovo School of painting.
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#Pirin National Park Spread over an area of over 27,000 ha, at an altitude between 1008 and 2914 m in the Pirin Mountains, southwest Bulgaria, the site comprises diverse limestone mountain landscapes with glacial lakes, waterfalls, caves and predominantly coniferous forests. It was added to the World Heritage List in 1983. The extension now covers an area of around 40,000 ha in the Pirin Mountains, and overlaps with the Pirin National Park, except for two areas developed for tourism (skiing). The dominant part of the extension is high mountain territory over 2000m in altitude, and covered mostly by alpine meadows, rocky screes and summits. 
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La #Romania, figlia lontana di #Roma

5/12/2013

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di Giulio Ginnetti

Il documento più caro ai romeni è la Colonna Traiana, di cui nel Museo di Bucarest si conserva una fedele copia, ma accuratamente smontata, per permettere al visitatore di seguire, nei suoi rilievi marmorei, la minuziosa ricostruzione che essa offre dei trionfi di Traiano. 
L’“ultima figlia di Roma”, come è stata chiamata la Romania, è nata infatti tra il 101 al 107, quando la Dacia fu conquistata dal condottiero romano. L’Imperatore vi insediò tre legioni, di cui una, la “XIII Gemina”, acquartierata ad Alba Iulia, rimase nella Dacia per l’intera durata del governo di Roma, fino al 271. 

Quest’anno ricorrono appunto i 1900 anni dell’istituzione della provincia della Dacia e, per iniziativa di Alberto Castaldini, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Bucarest, si è svolto nel mese di giugno un importante convegno a Bucarest sull’eredità di Traiano. 
Ma prima di Traiano, nei primi anni dell’era cristiana, il poeta romano Ovidio era stato in esilio in queste terre, morendo a Tomi, l’odierna città di Costanza, sulle coste dorate del Mar Nero. Oggi Ovidio è il nome più diffuso in Romania; Traiano è il nome del presidente di centro-destra Basescu, che alla fine del 2004, si è imposto contro un “Adriano”, il postcomunista Nastase.

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Latini di stirpe ma ortodossi di religione

Per i romeni, latina non è solo la lingua, ma la stirpe, discendente da quei coloni romani che si fusero con gli autoctoni daci. Quando Roma fu costretta a abbandonare la Dacia, la sua flotta continuò a navigare sul Danubio e tutta l’area fu punteggiata di fortezze, di strade, di ponti, di cippi, che trasmisero nel tempo l’eco della civiltà antica. 
La Dacia fu l’ultima provincia a ricevere la civiltà e la lingua di Roma, ma l’unica  a custodirla gelosamente. La ragione di questa fedeltà sta proprio nel fatto che la “Dacia felix” fu l’epoca aurea di una terra su cui, dopo i romani, si riversarono a ondate i popoli più diversi: goti, unni, bulgari, tartari, turchi, impedendone l’unificazione politica. Della latinità la Romania accolse la lingua, ma non la religione, abbracciando quella ortodossa di Costantinopoli, la “seconda Roma”.
Nel Medioevo i Romeni vivevano in tre Principati distinti: la Valacchia, la Moldavia e la Transilvania. Le prime due regioni furono sottomesse all’Impero ottomano, mentre la Transilvania, dopo la sconfitta subita dai turchi a Vienna nel 1683, appartenne ai domini asburgici. All’interno dei “voivodati” di Moldavia e Valacchia, vassalli della Sublime Porta, l’identità religiosa ortodossa fu però mantenuta. Si pagava un tributo al sultano, ma era proibito costruire moschee e diffondere la religione musulmana.
La moderna Romania

La nascita della Romania come Stato nazionale è pressoché coeva a quella dell’Italia: risale al Congresso di Berlino del 1878. Il primo Re fu il principe tedesco Carol di Hohenzollern- Sigmaringen. Sul piano internazionale, il nuovo Regno strinse accordi con la Triplice Alleanza, ma nella Prima Guerra Mondiale, come accadde per l’Italia, si schierò a fianco delle potenze dell’Intesa. 
Il crollo dell’Impero asburgico sembrò coronare le aspirazioni della Romania, che fu chiamata “Grande”, perché i Trattati di pace le concessero il raddoppio del territorio e della popolazione, che aumentò da 7,5 a 16 milioni di unità. La “Grande Romania” degli anni Trenta, per le sue risorse economiche (grano e petrolio) sembrò avviarsi a divenire uno dei Paesi più ricchi di Europa, ma non ebbe vita duratura. 
Vittima del patto Molotov-Ribentropp fu travolta dal crollo delle potenze dell’Asse e poi invasa dalle truppe sovietiche. La monarchia degli Hohenzollern ebbe una sorte analoga a quella sabauda. Nel dicembre 1947, Re Michele fu costretto ad abdicare e nell’aprile del 1948 venne proclamata la Repubblica Popolare Romena. Si aprì, anche per la Romania una stagione di miseria e di terrore.

Vittima della barbarie comunista

Per 25 anni, dal 1965 al 1989, il destino politico della Romania coincise con quello di Nicolae Ceausescu. Tra le più gravi responsabilità dell’Occidente, c’è quella di aver accreditato Ceausescu, accanto a Berlinguer e a Tito, come portatore di una accettabile “via nazionale” al socialismo, salvo poi tacere sul processo farsa al dittatore e a sua moglie Elena, liquidati per ordine del Cremlino, mentre si sgretolava la Cortina di Ferro. 
Di Ceausescu sopravvive oggi solo il “Palazzo del Popolo”, frutto della sua furiosa megalomania, un immenso edificio di 84 metri di altezza e di lati, con migliaia di stanze e sterminati sotterranei. Oggi è divenuto Palazzo del Parlamento, sede delle due assemblee legislative.
Tra le più gravi colpe di Ceausescu c’è stata quella di aver distrutto il tessuto sociale del Paese, con una politica di trasferimento forzato della popolazione dai villaggi ai centri urbani. L’obbiettivo era quello di distruggere il patrimonio di tradizioni del popolo romeno che  affonda le sue radici nel carattere rurale del paese. 
È stato proprio grazie alla mancanza di grandi città e di agglomerazioni urbane, che i daco-romeni riuscirono ad essere un popolo omogeneo. Ceausescu volle distruggere il romanesimo agricolo della Dacia in nome dell’utopia del “socialismo reale”, riducendo il suo popolo alla fame.

Un Paese da scoprire


La Romania merita di essere attraversata per esteso, magari seguendo il corso del Danubio, che vi irrompe dalla Serbia, aprendosi una breccia tra i Carpazi, attraverso le gole strette delle “Porte di ferro”, per poi distendersi fino al Mar Nero, dove ha la sua foce. I paesaggi della Romania sono ricchi di monasteri, come in Bucovina, e di castelli fiabeschi come in Transilvania. 
Tra tutti il castello dei Corvino a Huneodara e quello di Bran, attribuito a “Dracula” perché secondo la leggenda vi soggiornò il voivoda di Valacchia Vlad III, soprannominato “l’Impalatore”, la cui vita ispirò lo scrittore irlandese Bram Stoker per il suo romanzo Dracula (1897). 
Un milione di turisti viene ogni anno a visitare Sighisoara, la splendida città medievale dove nacque l’impalatore, non mancando di pernottare in un albergo di dubbio gusto quale l’Hotel Castello “Dracula”, che offre giri turistici a lume di candela attorno alla “bara” del vampiro.
Nel corso dei secoli, la pianura che da Arad a Timisoara arriva a sud, fino a Belgrado e da Oradea si spinge ad Ovest fino a Vienna è stata percorsa, nei due sensi, da armate diverse. Tra Timisoara e Cluj, due città dal sapore mitteleuropeo, passavano i confini dell’Impero. Erano i Militärgränze, distretti militarizzati di frontiera, dove gli abitanti lavoravano i campi, ma erano pronti ad impugnare spada o moschetto. 

Il problema dei Rom

Malgrado le profonde influenze romane, bizantine e asburgiche, i romeni in Italia sono considerati portatori non di civiltà, ma di piccola o grande criminalità. Spesso sono confusi con i “Rom”, gli zingari, che vengono dalla Romania ma costituiscono un popolo, o forse una grande tribù, di oltre tre milioni di cittadini. I Rom rappresentano, anche in Romania, un serio problema che non si può risolvere con la retorica buonista dell’accoglienza ad oltranza. 
Perché i Rom abbandonano la Romania per l’Italia? Perché nel nostro Paese si trovano leggi più condiscendenti verso quelli che fino a ieri erano considerati “immigrati” ed oggi sono cittadini europei, ma oggi, come ieri, rifiutano l’integrazione sociale nella comunità che li ospita. 

Paese della latinitas

Oggi i Rom emigrano in Italia e gli intellettuali a Parigi. Se il mito fondante è la romanità, la Francia resta infatti la terra di elezione della cultura romena. Eppure l’Italia avrebbe la possibilità di porsi come interlocutore privilegiato, non solo sul piano economico, ma su quello intellettuale, del popolo romeno e di accompagnarlo nella sua avventura all’interno dell’Unione, facendo leva sulla latinità romana. 
Secondo il filosofo Rémi Brague, l’Europa è contraddistinta da un tratto essenziale che solo essa possiede e che solo essa esige: la romanità o, più precisamente, la latinità. Il grande blocco neolatino, che comprende 34 Paesi dell’America del Sud e dell’Europa sud-occidentale, ha una propaggine ad oriente delle Alpi. La fonte della latinità però non è oggi né linguistica né culturale, ma eminentemente religiosa, come lo stesso Benedetto XVI ha riaffermato con il Motu Proprio Summorum Pontificum dello scorso 7 luglio.  
Aderendo alla religione ortodossa, nata dallo scisma di Oriente del 1054, la Romania ha inaridito la linfa vitale della latinità, che ancora oggi ha la sua fonte in quella Roma cristiana, che è definitivamente succeduta alla Roma pagana.

(RC n. 27 - Ago/Set 2007)
http://www.radicicristiane.it/fondo.php/id/188/ref/3/Dossier/La-Romania,-figlia-lontana-di-Roma
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In #Serbia, sulle orme dei #Romani: da Felix Romuliana, Patrimonio #Unesco, a #Mediana e #Viminacium

5/12/2013

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(ANSA 25 settembre, 13:49 )
#BELGRADO - Nell'anno della cultura, la Serbia punta a fare conoscere i suoi legami con la grande storia del passato.

Dall'Antica Roma al Medioevo, fino alla presenza Turca. Crocevia di commerci e ponte tra Oriente e Occidente, per secoli la Serbia è stata un'importante zona di confine dell'Impero romano.
Qui nacquero e vissero ben 16 imperatori. E sempre qui, proprio sul Danubio, venne posto il limes, la linea di difesa del territorio dell'Impero: un impressionante paesaggio archeologico fatto di fortificazioni militari e una rete di strade che servivano a collegare le zone distanti dell'impero costellavano un tempo il paesaggio. Oggi il Limes sul Danubio potrebbe entrare a fare parte del Patrimonio mondiale Unesco grazie all'attività di dieci Paesi rivieraschi, uniti - dalla Foresta Nera al Mar Nero in Romania - dallo scorrere delle sue acque e dall'essere stati ex Province romane. A circa 250 chilometri a Est di Belgrado, a Gamzigrad, si estendono le rovine del palazzo imperiale di Felix Romuliana, costruito dall'imperatore Galerio all'inizio del IV secolo.
Circondato da torri possenti collegate da gallerie un tempo finemente decorate, il sito si estende su 6,5 ettari e nel 2007 è entrato a fare parte della Lista dei beni Unesco Patrimonio dell'Umanità. ''Oltre al palazzo dell'imperatore, con i suoi mosaici, le porte impressionanti e i suoi bagni, vi erano ospitati diversi edifici, tra cui il tempio di Giove, il tempietto di Romula e tre chiese del IV secolo'', racconta il direttore del museo e del sito di Romuliana Felix, Bora Dimitrijevic. Gli scavi, iniziati esattamente sessant'anni fa, nel 1953, hanno riportato alla luce i resti del palazzo con vestiboli, atri, pavimenti e affreschi. La particolarità di questo sito, prosegue Dimitrijevic, ''è dovuta alla presenza del complesso sacrale ubicato sul monte Magura. Esso comprende due mausolei e due monumenti in forma di tumuli che indicano il luogo dove furono bruciati sul rogo l'imperatore Galerio e sua madre Romuliana. ''Nei Balcani - spiega il direttore - sono gli unici due tumuli di questo genere. Sembrerebbero essere stati ripresi dai Persiani''. Oggi la valorizzazione dell'intero sito di Romuliana va avanti e, in particolare, quella del monte Magura. E' recente, infatti, l'inaugurazione della strada che porta ai tumuli sacri. Sotto Romuliana, si trovano ancora 2 mila metri quadrati di mosaici coperti. Tra i reperti più belli che sono stati ritrovati nel corso del tempo, invece, si contano i due mosaici di Dionisio e il Labirinto, entrambi custoditi nel Museo nazionale di Zajecar (a circa 11 chilometri da Romuliana), e la testa in porfido rosso egiziano di Galerio che si trova a Roma, al Colosseo. Non lontano dalla città di Pozarevac, si trovano invece i resti di Viminacium, uno dei primi accampamenti militari romani sul Danubio. Tra i principali siti archeologici dell'Europa sud-orientale, Viminacium risale alla fine del I secolo ed era una delle città più importanti della Provincia romana di Mesia (di cui faceva parte l'attuale Serbia), divenuta poi capitale della Mesia Superiore e distrutta dagli Unni. La città venne interamente ricostruita nel VI secolo dall'imperatore Giustiniano che ne fece una roccaforte militare. Proprio quest'anno, in occasione delle celebrazioni per i 1700 anni dell'Editto di Milano con cui l'imperatore Costantino I pose ufficialmente termine a tutte le persecuzioni religiose, proclamando la neutralità dell'Impero nei confronti di qualsiasi fede, la città di Nis (dove nacque l'imperatore) sarà sede dei festeggiamenti conclusivi che avranno luogo fra qualche settimana. Da Naissus, l'antica città di Nis, passavano le principali vie che collegavano la parte occidentale alla parte orientale dell'Impero romano e nel III secolo, la città divenne un importante centro commerciale, oltre che luogo di produzione dell'argento e delle armi. Il periodo di massimo splendore di Naissus fu sotto Costantino. I resti della città si trovano sotto la fortezza di Nis e lungo le rive del fiume Nisava. Le lapidi funerarie sono invece esposte all'interno della fortezza, mentre il ritratto in bronzo dell'imperatore Costantino è conservato al Museo Nazionale di Serbia a Belgrado, di cui si attende la riapertura. I gioielli, le statuette di bronzo, i piatti, le monete e un busto ornamentale femminile in bronzo - che forse rappresenta l'imperatrice Teodora - sono invece visibili nel Museo Nazionale di Nis. Poco distante dall'antica città di Nis, a 5 chilometri da Niska Banja, si trovano i resti della splendida residenza reale costruita da Costantino. All'interno del grande complesso di Mediana (circa 40 ettari) sorgevano la villa imperiale, circondata da un colonnato aperto, residenze estive, terme e altri edifici. Nel pieno splendore imperiale, le sale erano state decorate con pavimenti a mosaico (650 metri quadrati), meravigliosi affreschi e statue in marmo. Il mosaico raffigurante Medusa e alcune sculture (in tutto 12 reperti) sono stati trasferiti al Museo Nazionale di Nis. (ANSA).
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