Hissarya (abitanti 9.000)
Situata all’interno di una piccola valle, Hissarya, divenne, durante il periodo comunista, il centro dedicato alle vacanze dei lavoratori dell’industria. Oggi è apprezzato soprattutto per le cure termali. Da 22 sorgenti fuoriescono infatti, ogni ora, circa 4.000 litri di acqua termale. A seconda della fonte, la temperatura varia tra i 37°C e i 52°C. Il centro urbano si presenta ben organizzato, tranquillo e ricco di ampie zone verdi. Della sua storia passata restano oggi solo parti delle antiche costruzioni romane ed alcune chiese sopravvissute al dominio ottomano. Degna di nota è, in particolare, l’imponente arcata in pietra che costituiva una delle quattro porte delle mura fortificate. Attualmente, questa è attraversata da uno dei principali viali della città. In origine la fortezza romana aveva un perimetro di oltre 2 km ed era dotata di 43 torrette di guardia. Nelle vicinanze della città sono state, di recente, ritrovate anche diverse tombe appartenenti a nobili famiglie romane. Sulle pareti interne si vedono ancora tracce di affreschi; i pavimenti sono coperti da mosaici. Monete, pietre lavorate ed altri oggetti ritrovati durante gli scavi effettuati nella zona sono ora esposti presso il piccolo Museo archeologico, in ul. Stamboliiski. In città si possono, inoltre, visitare alcune chiese ed un’antica basilica cristiana risalente al V secolo.
Storia
Le origini: era un centro termale già in epoca romana. I romani chiamarono la città prima Augusta e poi Sevastopolis. La cittadina ospitava in quegli anni grandi edifici come il Palazzo dell’Imperatore, oltre a tutti i servizi giustificati dal suo ruolo di residenza dedicata alla salute e al benessere dei ricchi e dei nobili del tempo. Vi confluivano, per le cure termali, persone provenienti dall’intera penisola balcanica, dall’Asia minore e dalla Grecia. Nel III secolo a.C. la ricca cittadina venne assalita e distrutta da tribù Gote. Ricostruita nel secolo successivo, fu dotata di forti e alte mura difensive. Raggiunse il massimo dello splendore tra il V e il VI secolo quando entrò a far parte dell’Impero Bizantino. I secoli successivi segnarono per Hissarya un lento e costante declino. Entrò allora a far parte del Primo Impero Bulgaro. Nel XIV secolo la città cercò di resistere alla occupazione turca. Dopo la sconfitta l’intero abitato venne raso al suolo e gli abitanti massacrati. Nel XVII secolo gli ottomani ripopolarono la città con emigrati di etnia turca. Hissarya venne, inoltre, protetta da diverse fortezze. Da qui il nome Hissarya g Situata all’interno di una piccola valle, Hissarya, divenne, durante il periodo comunista, il centro dedicato alle vacanze dei lavoratori dell’industria. Oggi è apprezzato sopratutto per le cure termali. Da 22 sorgenti fuoriescono infatti, ogni ora, circa 4.000 litri di acqua termale. A seconda della fonte, la temperatura varia tra i 37°C e i 52°C. Il centro urbano si presenta ben organizzato, tranquillo e ricco di ampie zone verdi. Della sua storia passata restano oggi solo parti delle antiche costruzioni romane ed alcune chiese sopravvissute al dominio ottomano. Degna di nota è, in particolare, l’imponente arcata in pietra che costituiva una delle quattro porte delle mura fortificate. Attualmente, questa è attraversata da uno dei principali viali della città. In origine la fortezza romana aveva un perimetro di oltre 2 km ed era dotata di 43 torrette di guardia. Nelle vicinanze della città sono state, di recente, ritrovate anche diverse tombe appartenenti a nobili famiglie romane. Sulle pareti interne si vedono ancora tracce di affreschi; i pavimenti sono coperti da mosaici. Monete, pietre lavorate ed altri oggetti ritrovati durante gli scavi effettuati nella zona sono ora esposti presso il piccolo Museo archeologico, in ul. Stamboliiski. Rinascita Nazionale: i villaggi che sorsero intorno al centro si popolarono subito di bulgari immigrati dalle zone vicine. Nel XIX secolo sorsero i primi nuclei rivoluzionari che generarono successivamente l’Insurrezione dell’aprile 1876. La sfortunata fine del tentativo di rivolta ebbe, come in molte altre località, il consueto, tragico, esito: la città venne saccheggiata, gli abitanti uccisi o allontanati dalla regione. Una parte della comunità fu inviata in esilio a Cipro. L’Indipendenza (1878): la città venne liberata durante la guerra russo-turca del 1877-78.
Dintorni
- Starosel: la località è ricca di testimonianze archeologiche. Ai tempi dei traci, l’insediamento era, infatti, inserito in una valle sacra, meta abituale di pellegrinaggi e celebrazioni rituali. Non a caso qui si trovano i resti del più grande tempio tracio scoperto fino ad oggi. Risale al V secolo a.C. Nelle sue vicinanze è stata trovata la tomba di un tracio sicuramente ricco e potente, forse lo stesso Re Sitalce. Il corpo, smembrato secondo un rituale tipico dei seguaci del rito di Orfeo, è stato inumato ai piedi di una roccia sacra. Ai lati di questa era stata costruita una stanza con il tetto doppio, qualcosa di simile ad un santuario. Qui è stato rinvenuto il corredo funebre, composto da un elmo ricoperto d’oro, da vasellame d’argento e di bronzo, da numerosi contenitori di terracotta. E ancora di armi, corazze, bardature ecc.
- la strada panoramica: Pesnopoy-Banya. Offre una delle viste più belle dei Balcani.