Varna (abitanti 314.000)
Varna è la terza città della Bulgaria come numero di abitanti, dopo Sofia e Plovdiv. Nel periodo estivo diventa, però, la regina del Paese per quanto riguarda il flusso turistico. Riposa al centro di una baia tra due laghi, il Beloslav ed il Varna, che ne definiscono i confini verso l’entroterra. E’ una città dove la modernità si coniuga, senza traumi, con la storia e la tradizione. Il centro storico è un valido esempio di ciò: sull’ampio e lungo viale pedonale che ne costituisce la struttura portante, si affacciano, alternandosi senza soluzione di continuità, nobili case d’epoca dai colori vivaci e edifici funzionali e modernissimi. Questo bel viale parte da Piazza dei Congressi [da qui si può accedere direttamente alla riva del mare] per finire nei pressi della piazza che ospita la Cattedrale (pl. Mitropolit Simeon). Tutt’attorno si sviluppa una fitta rete di strade alberate che confluiscono in piccole piazze oppure sboccano in una delle quattro arterie su cui si regge la viabilità cittadina. Il percorso pedonale accoglie un gran numero di negozi, ristoranti e bar. Nella zona si concentra anche la maggior parte delle banche e degli uffici di cambio. E’ il cuore della città: qui ci si incontra, si fanno acquisti, si lavora, si spende tranquillamente il tempo seduti ad uno dei tanti locali che fanno da cornice al passeggiare altrui. Il traffico dei pedoni non manca in nessun periodo dell’anno. Naturalmente in estate la folla cosmopolita, scamiciata e coloratissima dei turisti alla ricerca dell’acquisto originale e conveniente domina incontrastata. Al riguardo una nota indirizzata ai più curiosi: nei negozi della zona si trovano in vendita, oltre a tutti i prodotti della marche occidentali più note, anche una larga scelta di beni “taroccati”. Per gli amanti del genere le sorprese non mancano: le imitazioni spesso perfette, in genere convenientissime, frequentemente portano etichette dai nomi simpaticissimi e stravaganti. In certi casi si tratta di veri e propri “pezzi unici”. Da collezionare, con un sorriso. Il viale pedonale corre non lontano da un’altra area, quella che si affaccia sul mare, che il turista, quello estivo in particolare, non può perdersi. Varna possiede, infatti, una lunga spiaggia di sabbia chiara che, partendo dal porto, prosegue verso nord fiancheggiando il Parco Primorski (o “Morska Gradina”). Passeggiando sulla strada che costeggia il mare si incontrano le basse costruzioni che ospitano le struttura balneari della città.. Durante le serate d’estate questa strada si anima fino al mattino di gente che affolla i night-clubs, le discoteche, i ristoranti e i pubs. La zona è ovviamente molto frequentata dai giovani, soprattutto bulgari. Un ottimo posto per fare nuove amicizie. Cosa vedere Sono molti i luoghi d’interesse che offre la città. Tradizionalmente la visita parte da pl. Mitropolit Simeon. Qui si trova la Cattedrale ed inizia il percorso turistico che attraversa il centro storico. La Cattedrale Uspenie Bogorodicno, costruita alla fine del XIX secolo per commemorare la liberazione dai turchi, è il vero e proprio simbolo della città. Si presenta nel classico stile delle chiese russo-ortodosse caratterizzato dalla presenza dei campanili a bulbo interamente ricoperti da una lamina dorata. Particolarmente suggestivo è il colpo d’occhio di sera: la chiesa, illuminata dai fari, sembra, allora, fatta di un solo pezzo d’ oro. Al suo interno si trovano la bella iconostasi in legno ed il Trono del Vescovo di provenienza macedone (sec. XVII). Dall’altra parte della piazza, all’uscita del sottopassaggio pedonale, si trova un piccolo giardino dove, in estate, si possono acquistare ad ogni ora del giorno souvenir e prodotti locali. Proseguendo a piedi per il viale principale (blv. Preslav), superato il massiccio Palazzo del Tribunale, si arriva in una piazza. Al centro di questa c’è una grande fontana. L’ampio spazio è dominato dal colore rosso del Teatro Municipale e da una cubitale scritta “Mac Donald” (segnale, triste o allegro a seconda dei punti di vista, dei nuovi tempi) appesa ad un edificio adiacente. Il teatro, con la caratteristica facciata che si allarga a semicerchio sulla piazza, porta al centro tre ampie finestre inserite ordinatamente tra sei colonne e tre balconi. Svoltando a destra per ul. Zar Simeon I, fatti 200 m, si incontra il Museo etnografico. Ospitato in una vecchia casa ristrutturata di recente, il museo propone una ricca esposizione di oggetti che illustrano le tradizioni popolari della Bulgaria. Le sale, arricchite da arredi del secolo XIX, ospitano, oltre a belle collezioni di coloratissimi costumi regionali, una nutrita serie di oggetti di uso comune tra le gente che abitava, nei secoli scorsi, la regione. Per riprendere la visita alla città conviene ritornare su blv. Preslav. Proseguendo in direzione del mare si attraversa una zona intessuta di numerose stradine dalla conformazione irregolare, viuzze arricchite spesso dalla presenza di vecchi, nobili, palazzi. E’ un’area da non perdere per il visitatore: in uno spazio limitato ci sono, infatti, il Museo storico di Varna, i resti delle antiche terme romane, la Chiesa Armena e e quella di S. Atanasii. Siamo nel quartiere “greco”: fino alla fine dell’”ottocento”, infatti, la lingua prevalente in questa parte della città era quella greca, a dimostrazione della antichissima presenza ellenica. Alcune note al riguardo dei luoghi prima citati: a) il Museo Storico di Varna ospita una consistente mole di documenti, antichi e non, che consentono di comprendere il percorso storico della città. Particolarmente interessante è la corposa collezione di fotografie in bianco e nero. Le immagini, organizzate seguendo il criterio cronologico, descrivono, iconograficamente, lo sviluppo della città a partire dal secolo XIX. In una parte del museo i curatori hanno ricostruito a grandezza naturale alcuni angoli della vecchia Varna, con tanto di negozi e di vetrine variopinteì. b) Le Terme Romane: risalgono al II secolo d.C. Sembra si estendessero, originariamente, su un’area di 7.000 mq. E’ noto il rilievo sociale e urbanistico che le Terme e i bagni pubblici assumevano nelle città romane. Erano i luoghi deputati agli incontri, alla discussione collettiva. Di quelle costruite allora a Varna restano i muri perimetrali, qualche arco in pietra, le fondamenta di alcuni edifici, la struttura delle caldaie e le condutture di acqua calda. Per avere una visione d’insieme delle terme è consigliabile recarsi, costeggiando il recinto del sito archeologico, dalla parte opposta rispetto all’ingresso: da cui si ha, infatti, un’ottima visione di insieme delle rovine ancora esistenti. c) nelle vicinanze delle terme si trova la Chiesa Armena. Al suo interno si possono vedere diverse icone dipinte. Fuori dalla chiesa si trova una lapide posta in ricordo del genocidio del 1915 quando, vicino al suo declino, l’Impero Ottomano organizzò lo sterminio di oltre un milione e mezzo di persone. d) interessante è anche la piccola Chiesa di S. Atanasii. Risale al XIX secolo. Rappresenta un tipico esempio dell’architettura del periodo della Rinascita Nazionale. Si accede all’interno attraverso un portico ad archi. Qui si può ammirare una splendida iconostasi. L’arredamento è caratterizzato da molti elementi di legno finemente intarsiato e dalla presenza di alcune icone. Ritornando verso il viale pedonale, dopo poche decine di metri si incontra la piccola Chiesa di S. Bogorodiza (sec. XVI). All’ interno domina l’iconostasi del XIX secolo. Il seggio vescovile è una bella opera in legno del XVII secolo. Da vedere è pure l’icona ottocentesca della Madonna, ritenuta, per la fede popolare, fonte di miracoli. Usciti dalla chiesa si procede, a destra, per ul. Han Krum. Si giunge così in pl. Eksarh Yossif (comunemente chiamata Shishkovata Gradinka). E’ facilmente riconoscibile per la forma rotonda che la caratterizza. Nella piazza confluiscono diverse strade alberate. Al centro della piazza c’è un giardinetto con una piccola fontana. Superato il viale pedonale Knjaz Boris I, dopo poche centinaia di metri si raggiunge una delle arterie principali di Varna: blv. Maria Luisa. Ci troviamo immediatamente di fronte al Museo Archeologico. Fondato nel 1888 , ospitato in una vecchio edificio del periodo della Rinascita ristrutturato radicalmente nel 1983, è considerato uno dei più ricchi e interessanti della Bulgaria. Il museo è diviso in due sezioni: quella archeologica e quella dedicata alle icone. Nella prima sono esposti, seguendo un ordine cronologico, oltre 55.000 pezzi che vanno dal Paleolitico al tardo Medioevo; nella seconda si può ammirare una ricca collezione di icone e di opere in legno intarsiato. Il cuore del museo, però, è sicuramente rappresentato dal “Tesoro di Varna”. Si tratta di una collezione di gioielli risalente a un periodo di tempo che va dal 4600 al 4200 a.C. E’ stato scoperto nel 1972 durante gli scavi effettuati presso una necropoli situata a 4 km dalla città. Il ritrovamento rappresenta uno degli eventi archeologici più significativi della nostra epoca e costituisce una eccezionale fonte materiale per gli studi storici. La collezione comprende circa 3.000 pezzi in oro massiccio per un peso complessivo di circa 6 kg. Questa quantità d’oro supera di gran lunga il peso complessivo di tutti gli altri reperti aurei di quel periodo ritrovati nel mondo! Vicino al museo archeologico, in ul. Karavelov, si trova la Galleria d’arte della città. Aperta dal 1950, espone opere di pittori bulgari e stranieri. Per completare la visita della città manca solo la zona che si affaccia sul mare. Si deve perciò ritornare alla piazza dei Congressi. Da qui si scende nel parco che costeggia la spiaggia: incamminandosi verso sinistra, in direzione nord, si incontra dopo quasi 1 km, il Museo di Storia Naturale (fondato del 1960, ospita moltissime specie di flora e fauna locale oltre ad una ricca Piazza dei Congressi collezione di minerali); dirigendosi verso destra e il porto, si raggiunge velocemente l’Acquario ed il Museo della Marina. L’Acquario, aperto alla fine del 1932, costituisce con il Delfinario (spettacoli quotidiani acquatici alle ore 11 e 15) una delle principali attrazioni per i bambini che visitano la città. Ospita centinaia di specie diverse di pesci oltre ad una moltitudine di molluschi e crostacei (orario: martedì-sabato dalle 9 alle 17). Il vicino Museo della Marina dispone di una vasta area all’aperto visibile anche dalla strada. Diversi mezzi navali utilizzati in passato dalla Marina militare bulgara sono qui parcheggiati. Su appositi sostegni riposano motosiluranti, cannoni, mezzi antiaerei, imbarcazioni di piccole e medie dimensioni. Tra queste sicuramente la più famosa è lo “Intrepido”, una nave che durante la prima guerra balcanica, nel 1912, affondò la turca Hamidie al largo di capo Kalyakra. Nella stessa strada ma dal lato opposto, c’è il Museo di Storia della Medicina. Ospitato in un edificio che un tempo era l’ospedale della città, contiene un’interessante collezione di antichi strumenti medici. Questi sono affiancati da numerose illustrazioni che espongono antiche tecniche di cura.
Storia
Le origini: tracio fu il primo insediamento in epoca storica. Nel VI sec. a.C. sorse Odessos, una polis greca abitata da coloni e agricoltori provenienti dalla città di Millet. Divenne rapidamente un importante centro mercantile. La presenza tracia si mantenne anche nei secoli successivi. Gli Dei della città rimasero, quelli dei padri fondatori: non furono adottati quelli dell’Olimpo greco. In quel periodo, inoltre, veniva battuta moneta con impressa l’immagine del Dio tracio Darzalas. Nel IV secolo a.C. l’antica Varna subì il primo di una lunga serie di assedi: erano le truppe di Alessandro Magno che premevano, allora, alle porte della città. Dopo la resa ai macedoni la città ottenne immediatamente uno speciale status che le assicurava un forte grado di autonomia all’interno dell’Impero. Nel I secolo a.C., liberatasi con una rivolta dai nuovi dominatori, la città si costituì in polis indipendente. La libertà finì con la conquista romana avvenuta per mano delle legioni di Marco Lucullo. Divenne rapidamente il più importante centro amministrativo della regione. In quegli anni Odessos ospitò anche il grande poeta Ovidio. Successivamente perse, però, la supremazia sulla regione a favore di Martsianopolis (oggi Devnya). Durante il periodo delle invasioni barbariche la città fu assalita e devastata varie volte. Fu poi soggetta a Bisanzio per diversi anni. Nel IX secolo veniva già chiamata con il suo nome attuale: Varna. Entrò nel territorio della Bulgaria antica nel XIII secolo, durante il regno del Re Kaloyan. Venne allora edificato un forte sistema difensivo basato sulla compresenza di tre fortezze poste intorno al nucleo centrale della città. Nonostante l’imponente sistema difensivo, Varna fu conquistata dai turchi già nel 1391. Cominciò subito un periodo di grave declino. Nel 1444 la città fu testimone di un epico conflitto tra turchi e milizie cristiane durante la crociata capitanata del Re polacco Vladislav Yagello e del capo ungherese Yanosh Huniady. Varna venne posta sotto assedio dai crociati. Il tentativo di conquistarla, però, fallì. Re Vladislav morì in uno degli ultimi scontri. Varna, intanto, cominciava ad assumere i caratteri dell’Oriente: vennero costruite varie moschee, ”konak” (edificio pubblico) e bagni turchi. All’epoca poi era rigorosamente vietato edificare chiese cristiane. Divenne la piazzaforte nord-orientale dell’Impero Ottomano e un importante centro commerciale e produttivo. Nel 1828 venne amministrata dai russi per un breve periodo. Rinascita Nazionale: anche Varna fu coinvolta nel movimento di riscoperta della cultura della tradizione: nacquero scuole in cui si insegnava la lingua, le tradizioni e la storia della Bulgaria; furono costruite chiese e organizzati attivi centri culturali. L’Indipendenza (1878): nel 1878 Varna riacquistò la libertà e divenne rapidamente il principale porto della Bulgaria sul Mar Nero. Nel 1897 fu inaugurata la ferrovia Sofia-Varna. Ciò accelerò lo sviluppo della città: nacquero molte imprese, soprattutto legate all’industria del pesce. Negli anni successivi si impose come centro turistico alla moda. La città si arricchì di raffinati palazzi e di locali dedicati al divertimento e alla vacanza. Dopo la Seconda Guerra Mondiale le venne assegnato un nuovo, significativo, nome: Stalin. Si tornò rapidamente, non a caso solo dopo il 1956, alla denominazione tradizionale. A partire dagli anni ‘60, era da Varna che si sovrintendeva alla realizzazione dei numerosi centri turistici sorti sul Mar Nero per attrarre il turismo internazionale. Anche l’attività del porto, ideale approdo tra est e ovest, ebbe un forte incremento.
Dintorni
- il villaggio di Viniza: si tratta di una piccola località situata 10 km a nord dalla città. Qui vive una piccola comunità cristiana di lingua turca. Merita una visita per le caratteristiche architettoniche dei suoi edifici e per le antiche tradizioni popolari che qui si conservano; il monastero di Aladja: è stato ricavato direttamente dalle roccie della montagna (Tel. 052/355460, vedi sezione monasteri);
- la “foresta pietrificata” (Pobitite Kamuni): a circa 20 km da Varna, in una località chiamata Dikilitas (le pietre infisse), si trova una landa dalla quale emergono diversi, strani cilindri in pietra alti più 5 metri e larghi più di 3. Apparentemente sembra una foresta pietrificata. Da cui il nome. Si tratta, in realtà, del risultato finale di un particolare fenomeno geologico. Nell’antichità la zona era sommersa dal mare. Il fondale era allora costituito da tre strati: il primo era fatto di materiale calcareo, il secondo di sabbia, il terzo di argilla. Quando la zona emerse dalle acque, nello strato composto da sabbie si crearono delle spaccature che vennero poi riempite dal calcare superficiale. Successivamente le piogge e il vento spazzarono via lo strato di sabbia lasciando a nudo le colonne di calcare;
- la città di Devnya: nella zona dell’aeroporto di Varna, verso Sofia, si trova Devnya. Qui sono ospitati i resti (III secolo d.C.) dell’antica Marcianopolis. Successivamente divenne una delle più grandi città dell’antico Impero Bulgaro.