Kardjali (abitanti 45.000)
Centro amministrativo della regione, situato al confine con la Grecia, Kardjali è una moderna città industriale che conserva ancora oggi parte del fascino orientale acquisito nei secoli di dominazione turca. La città è, infatti, diventata parte della Bulgaria solo dopo le guerre balcaniche del 1912-13. Durante tutto il secolo scorso la principale attività economica della città è stata quella della produzione e lavorazione del tabacco: nel 1950 i lavoratori impegnati in questo settore erano quasi 10.000. Oggi nella zona sono particolarmente attive anche aziende che operano nella metallurgia. Venne costruita tra il secolo XI e XII nel quartiere Vesselciane. Alla fine del 1998, durante dei lavori di scavo, gli archeologi fecero qui una grande scoperta: avevano ritrovato la tomba di un Vescovo cristiano vissuto tra il XII e XIII secolo. All’interno del sepolcro riposavano, ancora quasi intatti, i raffinati paramenti intessuti d’oro dell’alto prelato. In centro, più precisamente in ul. Republikanska, si possono visitare anche il Museo storico e la Galleria d’arte. Il Museo storico, ospitato in un edificio dalle forme orientaleggianti, è uno dei più grandi ed importanti della zona del Rodopi. Diviso in numerose sezioni, ospita reperti che coprono un periodo che va dalla preistoria ai giorni nostri. Particolarmente interessanti sono quelli più antichi, datati attorno al 6000 a.C. e le collezioni di gioielli provenienti da tombe trace scoperte nella zona.
Storia
Le origini: sono stati ritrovati reperti dell’epoca preistorica, risalenti a 6.000 anni fa. Il primo insediamento in epoca storica risale ai Traci. Nella zona sono pure presenti testimonianze romane, bizantine e proto-bulgare. Durante il Medioevo il villaggio passò di mano numerose volte tra bizantini e bulgari. Di quest’epoca è la basilica bulgara a tre navate ritrovata recentemente in centro città. Nel XIV secolo il villaggio fu conquistato dagli Ottomani. Venne favorita allora l’immigrazione i coloni provenienti dall’Asia minore. Nel 1600 la cittadina venne posta sotto il comando di Kurdzhi Alì, un notissimo generale turco dell’epoca. Da lui viene il nome della città di oggi. L’Indipendenza (1878): nel gennaio 1878 fu liberata dai cosacchi durante la guerra di Liberazione. Venne assegnata, poi, alla Rumelia orientale. Dopo l’unificazione tra questa e la Bulgaria, la città tornò sotto amministrazione turca come compensazione al mancato rispetto da parte bulgara del Trattato di Berlino del 1878. Durante la prima guerra balcanica, l’8 ottobre 1912, Kardjali venne liberata per la seconda e ultima volta. Successivamente la città divenne il maggior centro di coltivazione di tabacco della regione dei Rodopi. Localmente importante è anche la produzione metallurgica.
Dintorni
- il villaggio di Perperek: nelle sue vicinanze, in una piccola valle, si trovano i resti di una antica fortezza bulgara costruita nel XIII secolo; venne poi quasi totalmente distrutta dai turchi nel secolo successivo. Oggi non rimane che una torre e parte dei muri perimetrali;
- la città sacra di Perperikon: situata a circa 15 km da Kardjali, è facilmente raggiungibile seguendo una comoda strada. Solo l’ultimo tratto deve essere fatto a piedi. Recentemente è stato scoperto un sito archeologico destinato a diventare uno dei più importanti di tutta la penisola balcanica. La presenza di alcuni resti archeologici sulla sommità di un basso rilievo roccioso era ben conosciuta dagli abitanti della zona. Si pensava che fossero i resti di una fortezza bizantina, uno dei tanti ruderi di cui è coperto il territorio bulgaro. Solo durante gli anni 80 del secolo scorso, grazie a nuovi scavi, si cominciò a conoscere la vera storia di Perperikon. Questa inizia addirittura 6.000 anni prima di Cristo. Gli studiosi ritengono, infatti, che già in epoca preistorica questa località fosse dedicata al misticismo e alla meditazione religiosa. Una vocazione che si mantenne inalterata nei secoli successivi. Sono stati rinvenuti anche degli antichissimi frammenti di vasellame risalenti all’eta del bronzo. Su questi sono dipinte della figure umane nell’atto di adorare il sole. La sacralità attribuita a questi luoghi è confermata dalla lettura di testi greci e latini che parlano dell’esistenza di un Tempio dedicato a Dioniso. Secondo Erodoto (V sec. a.C.) in questo tempio viveva una sacerdotessa che prediceva il futuro scrutando le fiamme che uscivano da un sacro braciere. La sua fama rivaleggiava allora con quella dell’oracolo di Delfi. Qualche secolo dopo, Svetonio scrisse che il padre dell’Imperatore romano Ottaviano Augusto visitò questo santuario durante la campagna di Tracia. Qui ottenne il responso: suo figlio sarebbe stato il fondatore di un grande e potente impero. L’ipotesi relativa all’esistenza del tempio è avvalorata dall’effettiva presenza in loco di diversi altari sacrificali e dalle particolari caratteristiche dei resti murari che si possono ancora vedere in zona: presentano, infatti, la struttura tipica dei più importanti edifici religiosi dell’epoca. In ogni caso la quantità e la qualità dei resti archeologici che si possono ammirare è sorprendente: ci si trova di fronte ad una vera città. Sulla sommità della collina si trovano inoltre le mura perimetrali dell’antica fortezza e quello che rimane dell’acropoli, dominata dai resti di un grande palazzo. Di questo si possono ancor’oggi riconoscere le fondamenta e alcuni muri di cinta oltre alla struttura interna fatta di corridoi e di ambienti di forma diversa. Si può visitare inoltre la cripta che conteneva 15 sarcofagi, i canali e le vasche che costituivano l’impianto idraulico dell’edificio.
- le formazioni rocciose di Kardjali: nella zona attorno al villaggio di Zimzelen se ne trovano di diversi tipi e forme. Tra queste:
- le roccie del matrimonio: si tratta di rocce a forma di piramide contenenti alcuni minerali che le attribuiscono un colore rosa e rosso. Formatesi in seguito ad eruzioni vulcaniche avvenute 50 milioni di anni fa, hanno assunto la forma attuale a causa dell’erosione provocata dall’acqua e dal vento;
- le roccie dei funghi: vicino alla località di Beli Plast, verso Haskovo, si presentano invece a chiazze di color marrone, con la punta rosa e la parte inferiore verde; - le roccie finestra: tra Zrance e Krushka, a circa 15 km da Kardjali, si vedono due colonne verdi, quasi sospese nel vuoto chiamate, appunto, “finestra”; vicino alla cittadina di Dzhebel, a circa 20 km a sud ovest di Kardjali si trovano le rocce a forma di prisma e di cono di Ustra;
- la riserva naturale di Madjarovo;
- la città di Moncilgrad: a 10 km da Kardjali, verso il confine con la Grecia. In un contesto territoriale influenzato chiaramente del clima mediterraneo, questa cittadina dal carattere tipicamente orientale, costituisce il punto di partenza per raggiungere i rilievi che ospitano le rovine di una antica fortezza bulgara-bizantina. La zona è caratterizzata da numerosi spazi desertici, oltre che da formazioni rocciose dalle forme bizzarre e originali;
- la città di Krumovgrad: merita di essere visitata la moschea che si trova in una zona isolata, ad alcuni chilometri dalla città
- il villaggio di Tatul: ospita il santuario dedicato a Orfeo;
- le strade panoramiche: MoncilgradPodkova, Krumovgrad-Ivailovgrad; Dolno Cherkovishte-Belopoltsi.