Petrich (abitanti 30.000)
Circondata dalle colline e dal fiume che porta lo stesso nome, Petrich è una cittadina di frontiera che vive dei flussi commerciali che legano la vicina Grecia ai distretti industriali di Sofia e Plovdiv. Durante il periodo del regime comunista sembra che questa fosse la via più usata per l’importazione illecita di prodotti nei paesi dell’Est. Anche l’attivita agricola contribuisce alle fortune economiche della zona: qui si coltivano con successo, grazie all’influenza del clima mediterraneo, diverse varietà di agrumi. La città, quasi distrutta durante la prima guerra mondiale, presenta un centro urbano moderno ma privo di grandi attrattive turistiche. Il monumento principale della città è la Chiesa della Vergine: risalente alla fine del secolo XIX, venne dichiarata successivamente monumento nazionale. Presso il piccolo Museo di storia sono esposte una statua di Dioniso di origine greca oltre a diversi reperti di epoca preistorica provenienti dal vicino villaggio di Kremeniza e dalla necropoli di Kojuh.
Storia
Le origini: le prime notizie relative alla presenza di un insediamento risalgono all’epoca del Primo Impero Bulgaro ( X secolo d.C.). Nei secoli successivi Petrich diventa una importante piazzaforte militare contesa tra Bizantini e Bulgari. Durante la dominazione turca la popolazione rimase compattamente fedele al cristianesimo ortodosso. Ciò contribuì a determinare l’insorgere di numerosi conflitti con gli occupanti e la conseguente, repentina, decadenza della cittadina. L’Indipendenza (1878): Petrich rimase sotto l’Impero Ottomano anche dopo la guerra di Liberazione del 1878. Ospitò in quegli anni molti protagonisti del Movimento di Liberazione della Macedonia. Una parte del movimento auspicava la creazione di una Grande Bulgaria estesa territorialmente a gran parte della regione balcanica. La cittadina venne unita alla madrepatria solo dopo le guerre balcaniche del 1912-13. In quell’occasione si verificò uno scambio di popolazione tra i cittadini di etnia turca che abbandonarono il Paese e i bulgari che fuggirono dalla Tracia annessa alla Grecia. Durante la Prima Guerra Mondiale Petrich fu devastata dagli scontri che si verificarono nella zona.
Dintorni
- la fortezza di Samuil: i resti dell’antica fortezza si trovano a 20 km da Petrich, vicino al villaggio di Klyuch. Si svolse qui, nel 1014, una grande battaglia. Migliaia di soldati bulgari vennero allora fatti prigionieri. Furono, poi, accecati dai Bizantini. Solo ad uno su cento fu risparmiato un occhio. Erano i prescelti dalla sorte: a loro fu affidato il compito di guidare il ritorno della mesta truppa sconfitta dallo Zar bulgaro Samuil
- il villaggio di Mirikostinovo: 15 km a est della città. In questa località esistono sorgenti da cui l’acqua fuoriesce ad oltre 60°C
- il vulcano Kojuh: situato in direzione sud ovest rispetto a Petrich, con i suoi quasi 300 m di altezza rappresenta l’unico vulcano della Bulgaria