Sopot (abitanti 12.000)
La piccola città di Sopot presenta i tipici caratteri delle località minori delle zone pedemontane bulgare. Il nucleo urbano, costituito da piccole abitazioni ad un piano, si sviluppa lungo la strada principale, la E 87. Nella piazza centrale del paese, tra aree verdi e aiuole fiorite, si incontrano alcuni edifici di maggiori dimensioni, risalenti al periodo del regime comunista. Questi ospitano il municipo, l’ufficio postale, la polizia locale, la stazione degli autobus, il pronto soccorso ecc... La notorietà della città è legata al poeta Ivan Vazov, la cui casa natale, distrutta dai turchi e ricostruita negli anni ‘30, ospita oggi un museo di interesse nazionale che espone, oltre a diversi oggetti posseduti dal poeta, anche materiali etnografici. L’altro luogo di interesse per il turista è rappresentato dal Monastero femminile (Metoh) “Vovedenie Bogorodichno”: si tratta di un antico convento femminile (1665) sito ai bordi del paese. Nei secoli, questo monastero è stato distrutto e ricostruito varie volte fino a giungere alla forma attuale che risale alla fine del secolo XIX. Da non perdere è la bella chiesa situata all’interno. Il monastero ospita una curiosità: nel cortile c’è la pianta di vite più vecchia della Bulgaria. Esisteva già, dice la leggenda, nel XVII secolo. Da vedere nel monastero è pure il nascondiglio usato da Vassil Levski per sfuggire agli Ottomani. Un altro particolare curioso di Sopot è rappresentato dalla rete di piccoli canali scavati ai bordi o in mezzo alle strade del centro urbano. Questo sistema è usato, ancora oggi, per distribuire alle varie abitazioni l’acqua proveniente dalla vicina montagna. A pochi minuti dal centro esiste anche una seggiovia che porta fino ad una altezza di circa 1.600 m. Da questo punto, come da quello intermedio, a 1.350 m di altezza, iniziano diverse escursioni sui monti della Stara Planina: rifugio Dobrila, monte Ambaritsa, monte Botev, rifugio Vassil Levski sono alcune delle mete che si possono raggiungere.
Storia
Le origini: si ha notizia di un insediamento nella zona solo dopo l’arrivo degli Ottomani (XV secolo). Rinascita Nazionale: a partire dal secolo XVIII, la cittadina, grazie al commercio e all’attività artigianale legata alla tessitura e alla lavorazione delle pelli, registrò un elevato tasso di sviluppo economico. Ciò provocò un consistente miglioramento delle condizioni di vita dei suoi abitanti e una maggiore sensibilità nei confronti delle tematiche proposte dal nazionalismo bulgaro. L’Indipendenza (1878): la città venne distrutta durante la guerra russo-turca. La popolazione diminuì rapidamente. Molti di coloro che erano scampati al conflitto, infatti, emigrarono. Negli anni “50” del secolo scorso venne cambiato in Vazovgrad il nome della città. Nel 1965 tornò a chiamarsi Sopot.
Dintorni
- le escursioni sulla Stara Planina