Sofia (1.200.000 abitanti)
La capitale della Bulgaria, si sviluppa in un vasto altipiano situato ai piedi del versante nord del monte Vitosha (Cerni Vrah 2.290 m), una montagna frequentatissima in ogni stagione dell’anno. Città moderna, vivace, in grado di attrarre un numero sempre crescente di turisti ed imprenditori stranieri, Sofia ha oramai raggiunto in molti campi gli standard di vita delle grandi metropoli europee. Lungo i grandi viali alberati del centro urbano i ristoranti e i caffè, gli uffici e i negozi si susseguono senza soluzione di continuità. Girando per le piazze e per i giardini del centro si può incontrare un’infinità di mercatini all’aperto: tra le bancarelle improvvisate si riesce a trovare ogni genere di prodotto, dalla maglia di lana all’elmetto della seconda guerra mondiale, dallo straordinario yogurt bulgaro al caffè-espresso italiano al “cento per cento”. E, ancora, libri usati, soprammobili anni ‘50, cimeli del regime comunista, mobili, quadri, pneumatici vietnamiti, biscotti fatti in casa ecc. Sofia è particolarmente allegra nella stagione estiva: i gestori dei locali riempiono, infatti, i marciapiedi di tavolini ed ombrelloni coloratissimi. Di fronte ai bar ci sono dei chioschetti che offrono, a prezzi estremamente convenienti, piccoli piatti a base di verdura, pesce e, soprattutto, carne di maiale. Non mancano i locali adatti agli amanti dei divertimenti notturni: il centro città è, infatti, pieno di casinò, night club, discoteche, piano bar, ristoranti con spettacoli più o meno folcloristici, ecc. Dal punto di vista urbanistico, la città si estende per molti chilometri intorno al centro storico. La parte più interessante può, però, essere visitata tranquillamente a piedi. La maggior parte dei siti turistici si trova, infatti, nel raggio di un paio di chilometri. (Un consiglio: se volete visitare i luoghi d’interesse posti fuori mano usate senza timore il taxi: a Sofia, sono tantissimi e costano poco.) Nel complesso quindi il centro città si presenta ben strutturato, ricco di opportunità, forse un pò caotico, ma molto gradevole. Diversa è spesso l’impressione regalata dalle zone periferiche dove, le prime immagini della città non sono certamente entusiasmanti: molto spesso sono i vecchi opifici quasi fatiscenti, i quartieri residenziali ingrigiti dal tempo, i pesanti palazzoni in cemento armato tipo “soviet”, le vecchie case dei primi anni del ‘900 dalle facciate cadenti, che dominano il panorama.
Visita alla città
Attorno a piazza Sveta Nedelya La visita della città può iniziare da piazza Sveta Nedelya. Qui, vicino all’imponente edificio che ospita l’Hotel Sheraton, si trova l’omonima chiesa. Nel 1925, questo edificio religioso fu teatro di un gravissimo attentato: la vittima doveva essere, nei piani degli attentatori, Re Boris III. Il sovrano, però, fu risparmiato dall’esplosione della bomba. Questa provocò, comunque, una strage: morirono oltre 120 delle persone presenti quel giorno alla funzione religiosa. Gli ingenti danni alle strutture interne provocarono, inoltre, il crollo della grande cupola centrale. Solo pazienti lavori di restauro sono riusciti, poi, a ricostruire la suggestiva atmosfera che, ancor’oggi, caratterizza la chiesa. Per gli amanti dell’arte occorre segnalare che all’interno sono esposte alcune preziose icone di artisti della scuola d’arte di Samokov. La piazza ospita anche il Museo di arte religiosa. Sono qui esposte collezioni di icone e di oggetti preziosi legati a riti e celebrazioni del cristianesimo ortodosso. Dall’altra parte della piazza si nota immediatamente un imponente edificio in stile neoclassico, con due leoni in pietra che dominano i lati della scalinata: si tratta del Palazzo di Giustizia. Seguendo la strada che fiancheggia il lato destro dello Sheraton, si incontra sulla sinistra una scalinata. Percorrendola, si scende nel cortile interno dell’Hotel. Qui si trovano le fondamenta di alcuni antichi edifici e la Rotonda di S. Giorgio (sec. I-III a.C.), considerata la chiesa più vecchia di Sofia. In origine l’edificio apparteneva alle terme romane e si crede svolgesse la funzione del Calidarium. Solo successivamente venne trasformata, prima in Battistero e poi in chiesa. La Rotonda è stata restaurata di recente. Al suo interno sono ben visibili, ai lati, le tracce di antichi affreschi raffiguranti santi e scene religiose. Nella parte centrale domina, invece, l’immagine del Cristo Pantocrate. Sul tamburo della cupola spiccano 22 figure di profeti e una delicata rappresentazione di angeli. Uscendo dal cortile, attraverso il portone posto sul lato opposto rispetto all’ingresso della Rotonda, si accede ad un’altra piazza. Qui si possono vedere le due guardie in alta uniforme che presidiano perennemente l’ingresso del Palazzo Presidenziale, la residenza del Presidente della Repubblica (la cerimonia del cambio della guardia avviene ogni ora). Di fronte al palazzo si trova la Moschea Buyuk, costruita alla fine del 1400, probabilmente sulle fondamenta di una chiesa cristiana. Oggi ospita il Museo archeologico nazionale. Questo museo espone, tra i pezzi di maggior interesse, i numerosi reperti del periodo neolitico e dell’età del bronzo ritrovati nei villaggi di Karanovo e Ezero, una ricca collezione di monete antiche e molti tesori del periodo tracio provenienti da diverse zone della Bulgaria. Attorno a piazza Indipendenza Lasciandosi alle spalle il Palazzo Presidenziale, si incontra subito, sulla destra, l’ex Palazzo del Comitato Centrale del Partito Comunista, costruito nel 1950. Sul lato sinistro, invece, alla fine di una lunga aiuola, si può vedere la colonna che sostiene il scintillante Angelo di Sofia. Il monumento, costruito nel 2000, raffigura Tuhe, la Dea della fortuna. Questa tiene nella mano destra una corona d’alloro (simbolo di gloria). Sulla mano sinistra, invece, riposa un gufo, raffigurazione animale della saggezza. Un’allusione quest’ultima, al fatto che “Sofia” in greco significa, appunto, “saggezza”. Il corpo della statua è ricoperto d’oro. Di fronte al nuovo simbolo di Sofia sbuca, nel bel mezzo di un fitto intrico di strade, il tetto della Chiesa di Sveta Petka. L’ingresso del piccolo edificio del sec. XIV si trova infatti 4 metri al di sotto del attuale livello della città, al centro di un grande sottopassaggio pedonale. Al suo interno si possono vedere una serie di affreschi (in alcuni casi solo tracce) realizzati dal momento della fondazione fino al XIX sec. Usciti dal sottopassaggio, proseguendo lungo blv. Knyaginya Maria Luisa, si incontra subito il massiccio edificio che ospitava, ai tempi del regime comunista i Grandi Magazzini di Stato: gli ZUM. Il complesso è stato, di recente, interamente ristrutturato. Oggi, è la sede di negozi eleganti che trattano soprattutto marche straniere. All’interno, si trovano anche diversi caffè e ristoranti. A poca distanza dai grandi magazzini si può visitare l’unica Moschea ancora attiva, oggi, a Sofia: quella di Banya Bashi. Venne costruita nel 1576. Nella zona dietro la moschea si nota subito la particolare forma dell’edificio che ospita i bagni pubblici. Nel giardinetto di fronte all’ingresso principale, ci sono diversi rubinetti dai quali sgorga acqua termale alla temperatura di circa 40°C. E’ molto facile vedere qui, in ogni ora della giornata, gruppi di cittadini intenti a riempire bottiglie e recipienti vari con quest’acqua dalle conclamate proprietà terapeutiche. Di fronte alla moschea, dall’altra parte del viale, si trovano i locali dei vecchi mercati alimentari “Halite” (parola di origine tedesca che significa sala) e la Sinagoga costruita nel 1909, su progetto dell’architetto viennese Friedrich Gruenanger. Anche gli “Halite” risalgono ai primi anni del 1900. La struttura è stata ristrutturata di recente e propone ai visitatori negozi di buon livello. Per proseguire la visita è preferibile ora ritornare verso l’ex Palazzo del partito comunista in pl. Nesavissimost (Indipendenza). Il parco centrale ed il teatro Ivan Vazov Per raggiungere il teatro si prosegue lungo la destra del Palazzo arrivando a pl. Alexandar Batenberg. In breve si raggiunge il più bel parco della città. Fino agli inizi degli anni ‘90 qui si trovava il Mausoleo di Gheorghi Dimitrov, il primo leader della Bulgaria comunista. Al suo posto ci sono, oggi, aiuole e spazi utilizzati per incontri pubblici, piccoli concerti o mostre itineranti. Proseguendo lungo i vialetti del giardino si incontra, sulla sinistra, il Teatro Ivan Vazov. Realizzato nel 1907 seguendo lo stile del neoclassicismo viennese, il Teatro Ivan Vazov rappresenta uno degli edifici più cari agli abitanti della città. Distrutto, a causa di un incendio nel 1923, venne completamente restaurato negli anni ‘70 del secolo scorso. D’estate la zona antistante il teatro offre un curioso panorama: è, infatti, popolata fino a tarda sera da numerosi appassionati di scacchi e di backgammon che, qui, pacificamente si sfidano ogni giorno. Sempre all’interno del parco, sulla sinistra del teatro si trova la Galleria municipale d’arte che espone opere di artisti bulgari del periodo che va dal 1870 al 1995. Lungo l’omonima via che costeggia il teatro si scorge sulla destra la casa-museo di Ivan Vazov. Situata all’incrocio con ul. Gheorghi Rakovski, quest’edificio fu la residenza dell’ artista dal 1895 sino alla morte nel 1921. In questa specie di sacrario nazionale, tutto è rimasto com’era quasi cent’anni fa. Non manca una serie di oggetti e documenti che descrivono sinteticamente il percorso letterario di Vazov. Conviene a questo punto invertire la marcia e tornare nei pressi di pl. Batenberg, proseguendo poi per blv. Zar Osvoboditel. Lungo viale Zar Osvoboditel Uscendo dai giardini già descritti in precedenza, si incontrano in rapida successione il Museo etnografico e la Galleria nazionale d’arte. L’edificio che li ospita era in origine un carcere edificato dai Turchi nel 1873. Deve la sua bella forma attuale agli interventi architettonici effettuati in epoca successiva per conto del Principe Batenberg. Nel Museo etnografico sono esposti oltre 50.000 oggetti illustrativi della tradizione artigianale e artistica bulgara tra il XVII ed il XX sec. Nei quasi 700 mq di esposizione, si possono vedere belle collezioni di costumi tradizionali provenienti da tutte le regioni del Paese, e ancora vecchi arredi, strumenti impiegati in agricoltura e nelle attività artigianali, oltre a svariati oggetti un tempo di uso quotidiano. La Galleria nazionale d’arte espone, invece, oltre 12.000 opere di pittori e scultori bulgari realizzate dal XVIII secolo ad oggi. Proseguendo per blv. Zar Osvoboditel ci si imbatte immediatamente nel Museo di scienze naturali. Qui sono esposti migliaia di animali ed uccelli imbalsamati, insetti, fossili e minerali provenienti da ogni parte del mondo. Lungo il viale, di fronte all’Hotel Bulgaria si trova, poi, la bella Chiesa russa di S. Nikola. La costruzione, risalente al 1912, fu quasi interamente finanziata con donazioni provenienti da emigrati russi. Lo stile architettonico è quello tradizionale delle chiese di quel Paese. L’interno si presenta oggi scuro, quasi cupo: gli affreschi, in origine coloratissimi, sono anneriti dalla fuliggine accumulatasi negli anni a causa delle candele votive accese nel tempio e soprattutto del riscaldamento a legna utilizzato per sconfiggere il gelo degli inverni di Sofia. Usciti dalla chiesa, al primo incrocio, girando a sinistra, si inizia ad intravedere la grande cupola dorata, alta oltre 50 m, della Cattedrale della città. Piazza Aleksander Nevski Sul lato sinistro del giardino che conduce alla Cattedrale, si trovano il Monumento al Milite Ignoto e la Chiesa di Santa Sofia, l’edificio ecclesiastico da cui deriva il nome attribuito alla città nel XII secolo. Di origine tardo romana, questa antica chiesa è stata più volte ricostruita a causa dei danni inflitti dalla natura e dall’uomo. All’interno è possibile oggi, grazie ad una recente campagna di rilevazioni stratigrafiche, vedere i diversi livelli edilizi accumulatisi nel corso del tempo. Da notare che, durante il periodo ottomano, l’edificio era stato adibito a moschea. Le forme attuali di Santa Sofia risalgono alla seconda metà del 1800. Dietro la chiesa, la tomba di Ivan Vazov (1850-1921), rende omaggio al più grande scrittore bulgaro di tutti i tempi. Di fronte a Santa Sofia, lungo il marciapiede che delimita il lato destro del grande viale che attraversa la piazza, si tiene praticamente ogni giorno, il Mercato dell’antiquariato. Le numerosissime bancarelle dislocate ai margini di un giardino, espongono curiosi oggetti d’antiquariato, prodotti artigianali, souvenir, icone, tovaglie e stoffe ricamate a mano. Proseguendo dallo stesso lato del viale si incontra, poi, un’edificio costruito nei primi anni del 1900 in stile orientaleggiante. Ospita, oggi, la sede del Patriarca di Sofia e il Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa bulgara. Finalmente siamo arrivati alla Cattedrale Aleksander Nevski. Lo splendido edificio domina incontrastato il centro del grande spazio che il visitatore si trova davanti. Inaugurata nel 1912, la cattedrale porta, in omaggio agli oltre 200.000 caduti russi nella Guerra di Liberazione del 1877-78, il nome del loro grande eroe nazionale, Aleksander Nevski. Le ingenti spese per la costruzione dell’edificio, ridondante com’ è di oro e marmi preziosi, venne finanziata grazie ad una pubblica sottoscrizione organizzata tra i cittadini bulgari. Una cospicua donazione venne direttamente elargita dal governo russo dell’epoca. Il progetto è opera dell’architetto Pomerantsev. All’interno, nella cripta, si può vedere una splendida collezione di oltre 200 antiche icone. La grande piazza racchiude nella sua area, dietro alla cattedrale, anche l’edificio che raccoglie le collezioni della Galleria d’arte straniera. Istituita verso la fine del secolo XIX, la galleria espone importanti raccolte di quadri e sculture provenienti da ogni parte del mondo. Tra i pezzi più prestigiosi opere di Salvador Dali, Picasso e Delacroix. Una zona della galleria accoglie, inoltre, belle collezioni di sculture sacre indiane, stampe giapponesi e sculture rituali africane. A poche decine di metri dalla Galleria d’arte, si trova pl. Vassil Levski. Al centro di questa si erge il monumento costruito alla memoria del grande patriota bulgaro, qui giustiziato nel 1873. Nelle vicinanze della cattedrale si trova anche la Biblioteca nazionale, intitolata ai SS. Cirillo e Metodio, i due fondatori dell’alfabeto cirillico, e la sede dell’Università “Kliment Ohridski”. Piazza dell’Assemblea Nazionale Seguendo la strada che parte dal lato destro della Cattedrale, dopo poche centinaia di metri, si arriva alla piazza dell’Assemblea Nazionale. Al suo centro domina la statua equestre dello Zar russo Alessandro II, il “Liberatore”. Nelle mani stringe la dichiarazione di guerra alla Turchia del 1877. Il monumento venne realizzato, nel 1905, dallo scultore italiano Arnoldo Zocchi. Di fronte alla statua si può vedere la sede del Parlamento Bulgaro. Sempre nella piazza, un altro edificio ospita l’Accademia delle Scienze. Nelle vicinanze si trova l’Ambasciata italiana. Viale Vassil Levski in direzione del Palazzo della Cultura Vicino a piazza dell’Assemblea Nazionale, blv. Zar Osvoboditel incrocia blv. Vassil Levski: svoltando per quest’ultimo si raggiunge il Parco Zar Boris. Si nota immediatamente il Monumento dedicato alle forze armate sovietiche che, nel 1944, inseguendo i nazisti, occuparono l’intera Bulgaria. Di fronte al monumento, ma dall’altra parte del viale, si trova un vecchio edificio in stile barocco. Si tratta del Mausoleo del Principe Alexandar Batenberg che ospita, da più di un secolo, il corpo del principe. All’interno del parco Zar Boris, il più grande della città, si trovano lo Stadio Levski ed il Museo nazionale dello sport. Proseguendo in direzione del Parco Yujen, conviene fare una breve deviazione a destra, per ul. Graf Ignatiev. Qui si può visitare la Chiesa di SS. Sedmocislenizi (“dei sette santi”), intitolata ai SS. Cirillo e Metodio ed ai loro seguaci. Durante la dominazione turca venne trasformata in uno dei tanti luoghi di culto islamico. Davanti alla chiesa ci sono ogni giorno numerose bancarelle che vendono soprattutto fiori, frutta e verdura. Proseguendo per ul. Graf Ignatiev si arriva all’incrocio con blv. Rakovski. Giunti in pl. Slaveikov si incontra subito il fornitissimo Mercatino del libro usato. Un po’ a sorpresa ci si accorge che i libri in italiano non mancano. Lungo blv. Rakovskisi si trovano la casa museo del poeta Peyo Yavorov (al civico 36) e quella di Petko e Pencio Slaveikovi (al civico 138). Entrambe espongono manoscritti, fotografie, libri ed effetti personali appartenenti ai loro noti, antichi, proprietari. Non lontano da pl. Slavekov, in ul. Anghel Kancev, si trova la casa museo di Nikola Vapzarov: nell’abitazione, in cui visse il poeta rivoluzionario degli anni ‘40, sono esposti numerosi documenti, manoscritti e fotografie relativi alla sua vita. Proseguendo si incontra pl. Bulgaria situata nel Yujen Park, “parco sud” in bulgaro. E’ per estensione, il secondo parco della città. Al suo interno si trovano il monumento dedicato all’anniversario dei 1.300 anni dello Stato Bulgaro ed il Palazzo della Cultura - NDK. Furono entrambi inaugurati nel 1981. All’interno del grande Palazzo della Cultura, 17.000 mq di superficie, si può trovare un po’ di tutto: dal grande centro commerciale sotterraneo a ben 16 ampi locali utilizzati per concerti e congressi (complessivamente si contano circa 5.000 posti a sedere). L’ultimo piano ospita, invece, alcuni ristoranti e caffè che offrono una bella vista panoramica della città. Durante la stagione estiva, anche l’ampia zona di fronte all’ingresso viene utilizzata per concerti e manifestazioni. Nel parco si trovano diversi ristoranti e locali adatti a un pranzo veloce. Alla fine del parco (attenzione! l’ingresso è da blv. Cherni Vruh) si trova il Museo nazionale della terra e dell’uomo: all’interno si possono ammirare belle collezioni di cristalli e minerali. Nelle vicinanze si trova anche la Galleria nazionale di arti decorative.
Visita alla città
Attorno a piazza Sveta Nedelya La visita della città può iniziare da piazza Sveta Nedelya. Qui, vicino all’imponente edificio che ospita l’Hotel Sheraton, si trova l’omonima chiesa. Nel 1925, questo edificio religioso fu teatro di un gravissimo attentato: la vittima doveva essere, nei piani degli attentatori, Re Boris III. Il sovrano, però, fu risparmiato dall’esplosione della bomba. Questa provocò, comunque, una strage: morirono oltre 120 delle persone presenti quel giorno alla funzione religiosa. Gli ingenti danni alle strutture interne provocarono, inoltre, il crollo della grande cupola centrale. Solo pazienti lavori di restauro sono riusciti, poi, a ricostruire la suggestiva atmosfera che, ancor’oggi, caratterizza la chiesa. Per gli amanti dell’arte occorre segnalare che all’interno sono esposte alcune preziose icone di artisti della scuola d’arte di Samokov. La piazza ospita anche il Museo di arte religiosa. Sono qui esposte collezioni di icone e di oggetti preziosi legati a riti e celebrazioni del cristianesimo ortodosso. Dall’altra parte della piazza si nota immediatamente un imponente edificio in stile neoclassico, con due leoni in pietra che dominano i lati della scalinata: si tratta del Palazzo di Giustizia. Seguendo la strada che fiancheggia il lato destro dello Sheraton, si incontra sulla sinistra una scalinata. Percorrendola, si scende nel cortile interno dell’Hotel. Qui si trovano le fondamenta di alcuni antichi edifici e la Rotonda di S. Giorgio (sec. I-III a.C.), considerata la chiesa più vecchia di Sofia. In origine l’edificio apparteneva alle terme romane e si crede svolgesse la funzione del Calidarium. Solo successivamente venne trasformata, prima in Battistero e poi in chiesa. La Rotonda è stata restaurata di recente. Al suo interno sono ben visibili, ai lati, le tracce di antichi affreschi raffiguranti santi e scene religiose. Nella parte centrale domina, invece, l’immagine del Cristo Pantocrate. Sul tamburo della cupola spiccano 22 figure di profeti e una delicata rappresentazione di angeli. Uscendo dal cortile, attraverso il portone posto sul lato opposto rispetto all’ingresso della Rotonda, si accede ad un’altra piazza. Qui si possono vedere le due guardie in alta uniforme che presidiano perennemente l’ingresso del Palazzo Presidenziale, la residenza del Presidente della Repubblica (la cerimonia del cambio della guardia avviene ogni ora). Di fronte al palazzo si trova la Moschea Buyuk, costruita alla fine del 1400, probabilmente sulle fondamenta di una chiesa cristiana. Oggi ospita il Museo archeologico nazionale. Questo museo espone, tra i pezzi di maggior interesse, i numerosi reperti del periodo neolitico e dell’età del bronzo ritrovati nei villaggi di Karanovo e Ezero, una ricca collezione di monete antiche e molti tesori del periodo tracio provenienti da diverse zone della Bulgaria. Attorno a piazza Indipendenza Lasciandosi alle spalle il Palazzo Presidenziale, si incontra subito, sulla destra, l’ex Palazzo del Comitato Centrale del Partito Comunista, costruito nel 1950. Sul lato sinistro, invece, alla fine di una lunga aiuola, si può vedere la colonna che sostiene il scintillante Angelo di Sofia. Il monumento, costruito nel 2000, raffigura Tuhe, la Dea della fortuna. Questa tiene nella mano destra una corona d’alloro (simbolo di gloria). Sulla mano sinistra, invece, riposa un gufo, raffigurazione animale della saggezza. Un’allusione quest’ultima, al fatto che “Sofia” in greco significa, appunto, “saggezza”. Il corpo della statua è ricoperto d’oro. Di fronte al nuovo simbolo di Sofia sbuca, nel bel mezzo di un fitto intrico di strade, il tetto della Chiesa di Sveta Petka. L’ingresso del piccolo edificio del sec. XIV si trova infatti 4 metri al di sotto del attuale livello della città, al centro di un grande sottopassaggio pedonale. Al suo interno si possono vedere una serie di affreschi (in alcuni casi solo tracce) realizzati dal momento della fondazione fino al XIX sec. Usciti dal sottopassaggio, proseguendo lungo blv. Knyaginya Maria Luisa, si incontra subito il massiccio edificio che ospitava, ai tempi del regime comunista i Grandi Magazzini di Stato: gli ZUM. Il complesso è stato, di recente, interamente ristrutturato. Oggi, è la sede di negozi eleganti che trattano soprattutto marche straniere. All’interno, si trovano anche diversi caffè e ristoranti. A poca distanza dai grandi magazzini si può visitare l’unica Moschea ancora attiva, oggi, a Sofia: quella di Banya Bashi. Venne costruita nel 1576. Nella zona dietro la moschea si nota subito la particolare forma dell’edificio che ospita i bagni pubblici. Nel giardinetto di fronte all’ingresso principale, ci sono diversi rubinetti dai quali sgorga acqua termale alla temperatura di circa 40°C. E’ molto facile vedere qui, in ogni ora della giornata, gruppi di cittadini intenti a riempire bottiglie e recipienti vari con quest’acqua dalle conclamate proprietà terapeutiche. Di fronte alla moschea, dall’altra parte del viale, si trovano i locali dei vecchi mercati alimentari “Halite” (parola di origine tedesca che significa sala) e la Sinagoga costruita nel 1909, su progetto dell’architetto viennese Friedrich Gruenanger. Anche gli “Halite” risalgono ai primi anni del 1900. La struttura è stata ristrutturata di recente e propone ai visitatori negozi di buon livello. Per proseguire la visita è preferibile ora ritornare verso l’ex Palazzo del partito comunista in pl. Nesavissimost (Indipendenza). Il parco centrale ed il teatro Ivan Vazov Per raggiungere il teatro si prosegue lungo la destra del Palazzo arrivando a pl. Alexandar Batenberg. In breve si raggiunge il più bel parco della città. Fino agli inizi degli anni ‘90 qui si trovava il Mausoleo di Gheorghi Dimitrov, il primo leader della Bulgaria comunista. Al suo posto ci sono, oggi, aiuole e spazi utilizzati per incontri pubblici, piccoli concerti o mostre itineranti. Proseguendo lungo i vialetti del giardino si incontra, sulla sinistra, il Teatro Ivan Vazov. Realizzato nel 1907 seguendo lo stile del neoclassicismo viennese, il Teatro Ivan Vazov rappresenta uno degli edifici più cari agli abitanti della città. Distrutto, a causa di un incendio nel 1923, venne completamente restaurato negli anni ‘70 del secolo scorso. D’estate la zona antistante il teatro offre un curioso panorama: è, infatti, popolata fino a tarda sera da numerosi appassionati di scacchi e di backgammon che, qui, pacificamente si sfidano ogni giorno. Sempre all’interno del parco, sulla sinistra del teatro si trova la Galleria municipale d’arte che espone opere di artisti bulgari del periodo che va dal 1870 al 1995. Lungo l’omonima via che costeggia il teatro si scorge sulla destra la casa-museo di Ivan Vazov. Situata all’incrocio con ul. Gheorghi Rakovski, quest’edificio fu la residenza dell’ artista dal 1895 sino alla morte nel 1921. In questa specie di sacrario nazionale, tutto è rimasto com’era quasi cent’anni fa. Non manca una serie di oggetti e documenti che descrivono sinteticamente il percorso letterario di Vazov. Conviene a questo punto invertire la marcia e tornare nei pressi di pl. Batenberg, proseguendo poi per blv. Zar Osvoboditel. Lungo viale Zar Osvoboditel Uscendo dai giardini già descritti in precedenza, si incontrano in rapida successione il Museo etnografico e la Galleria nazionale d’arte. L’edificio che li ospita era in origine un carcere edificato dai Turchi nel 1873. Deve la sua bella forma attuale agli interventi architettonici effettuati in epoca successiva per conto del Principe Batenberg. Nel Museo etnografico sono esposti oltre 50.000 oggetti illustrativi della tradizione artigianale e artistica bulgara tra il XVII ed il XX sec. Nei quasi 700 mq di esposizione, si possono vedere belle collezioni di costumi tradizionali provenienti da tutte le regioni del Paese, e ancora vecchi arredi, strumenti impiegati in agricoltura e nelle attività artigianali, oltre a svariati oggetti un tempo di uso quotidiano. La Galleria nazionale d’arte espone, invece, oltre 12.000 opere di pittori e scultori bulgari realizzate dal XVIII secolo ad oggi. Proseguendo per blv. Zar Osvoboditel ci si imbatte immediatamente nel Museo di scienze naturali. Qui sono esposti migliaia di animali ed uccelli imbalsamati, insetti, fossili e minerali provenienti da ogni parte del mondo. Lungo il viale, di fronte all’Hotel Bulgaria si trova, poi, la bella Chiesa russa di S. Nikola. La costruzione, risalente al 1912, fu quasi interamente finanziata con donazioni provenienti da emigrati russi. Lo stile architettonico è quello tradizionale delle chiese di quel Paese. L’interno si presenta oggi scuro, quasi cupo: gli affreschi, in origine coloratissimi, sono anneriti dalla fuliggine accumulatasi negli anni a causa delle candele votive accese nel tempio e soprattutto del riscaldamento a legna utilizzato per sconfiggere il gelo degli inverni di Sofia. Usciti dalla chiesa, al primo incrocio, girando a sinistra, si inizia ad intravedere la grande cupola dorata, alta oltre 50 m, della Cattedrale della città. Piazza Aleksander Nevski Sul lato sinistro del giardino che conduce alla Cattedrale, si trovano il Monumento al Milite Ignoto e la Chiesa di Santa Sofia, l’edificio ecclesiastico da cui deriva il nome attribuito alla città nel XII secolo. Di origine tardo romana, questa antica chiesa è stata più volte ricostruita a causa dei danni inflitti dalla natura e dall’uomo. All’interno è possibile oggi, grazie ad una recente campagna di rilevazioni stratigrafiche, vedere i diversi livelli edilizi accumulatisi nel corso del tempo. Da notare che, durante il periodo ottomano, l’edificio era stato adibito a moschea. Le forme attuali di Santa Sofia risalgono alla seconda metà del 1800. Dietro la chiesa, la tomba di Ivan Vazov (1850-1921), rende omaggio al più grande scrittore bulgaro di tutti i tempi. Di fronte a Santa Sofia, lungo il marciapiede che delimita il lato destro del grande viale che attraversa la piazza, si tiene praticamente ogni giorno, il Mercato dell’antiquariato. Le numerosissime bancarelle dislocate ai margini di un giardino, espongono curiosi oggetti d’antiquariato, prodotti artigianali, souvenir, icone, tovaglie e stoffe ricamate a mano. Proseguendo dallo stesso lato del viale si incontra, poi, un’edificio costruito nei primi anni del 1900 in stile orientaleggiante. Ospita, oggi, la sede del Patriarca di Sofia e il Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa bulgara. Finalmente siamo arrivati alla Cattedrale Aleksander Nevski. Lo splendido edificio domina incontrastato il centro del grande spazio che il visitatore si trova davanti. Inaugurata nel 1912, la cattedrale porta, in omaggio agli oltre 200.000 caduti russi nella Guerra di Liberazione del 1877-78, il nome del loro grande eroe nazionale, Aleksander Nevski. Le ingenti spese per la costruzione dell’edificio, ridondante com’ è di oro e marmi preziosi, venne finanziata grazie ad una pubblica sottoscrizione organizzata tra i cittadini bulgari. Una cospicua donazione venne direttamente elargita dal governo russo dell’epoca. Il progetto è opera dell’architetto Pomerantsev. All’interno, nella cripta, si può vedere una splendida collezione di oltre 200 antiche icone. La grande piazza racchiude nella sua area, dietro alla cattedrale, anche l’edificio che raccoglie le collezioni della Galleria d’arte straniera. Istituita verso la fine del secolo XIX, la galleria espone importanti raccolte di quadri e sculture provenienti da ogni parte del mondo. Tra i pezzi più prestigiosi opere di Salvador Dali, Picasso e Delacroix. Una zona della galleria accoglie, inoltre, belle collezioni di sculture sacre indiane, stampe giapponesi e sculture rituali africane. A poche decine di metri dalla Galleria d’arte, si trova pl. Vassil Levski. Al centro di questa si erge il monumento costruito alla memoria del grande patriota bulgaro, qui giustiziato nel 1873. Nelle vicinanze della cattedrale si trova anche la Biblioteca nazionale, intitolata ai SS. Cirillo e Metodio, i due fondatori dell’alfabeto cirillico, e la sede dell’Università “Kliment Ohridski”. Piazza dell’Assemblea Nazionale Seguendo la strada che parte dal lato destro della Cattedrale, dopo poche centinaia di metri, si arriva alla piazza dell’Assemblea Nazionale. Al suo centro domina la statua equestre dello Zar russo Alessandro II, il “Liberatore”. Nelle mani stringe la dichiarazione di guerra alla Turchia del 1877. Il monumento venne realizzato, nel 1905, dallo scultore italiano Arnoldo Zocchi. Di fronte alla statua si può vedere la sede del Parlamento Bulgaro. Sempre nella piazza, un altro edificio ospita l’Accademia delle Scienze. Nelle vicinanze si trova l’Ambasciata italiana. Viale Vassil Levski in direzione del Palazzo della Cultura Vicino a piazza dell’Assemblea Nazionale, blv. Zar Osvoboditel incrocia blv. Vassil Levski: svoltando per quest’ultimo si raggiunge il Parco Zar Boris. Si nota immediatamente il Monumento dedicato alle forze armate sovietiche che, nel 1944, inseguendo i nazisti, occuparono l’intera Bulgaria. Di fronte al monumento, ma dall’altra parte del viale, si trova un vecchio edificio in stile barocco. Si tratta del Mausoleo del Principe Alexandar Batenberg che ospita, da più di un secolo, il corpo del principe. All’interno del parco Zar Boris, il più grande della città, si trovano lo Stadio Levski ed il Museo nazionale dello sport. Proseguendo in direzione del Parco Yujen, conviene fare una breve deviazione a destra, per ul. Graf Ignatiev. Qui si può visitare la Chiesa di SS. Sedmocislenizi (“dei sette santi”), intitolata ai SS. Cirillo e Metodio ed ai loro seguaci. Durante la dominazione turca venne trasformata in uno dei tanti luoghi di culto islamico. Davanti alla chiesa ci sono ogni giorno numerose bancarelle che vendono soprattutto fiori, frutta e verdura. Proseguendo per ul. Graf Ignatiev si arriva all’incrocio con blv. Rakovski. Giunti in pl. Slaveikov si incontra subito il fornitissimo Mercatino del libro usato. Un po’ a sorpresa ci si accorge che i libri in italiano non mancano. Lungo blv. Rakovskisi si trovano la casa museo del poeta Peyo Yavorov (al civico 36) e quella di Petko e Pencio Slaveikovi (al civico 138). Entrambe espongono manoscritti, fotografie, libri ed effetti personali appartenenti ai loro noti, antichi, proprietari. Non lontano da pl. Slavekov, in ul. Anghel Kancev, si trova la casa museo di Nikola Vapzarov: nell’abitazione, in cui visse il poeta rivoluzionario degli anni ‘40, sono esposti numerosi documenti, manoscritti e fotografie relativi alla sua vita. Proseguendo si incontra pl. Bulgaria situata nel Yujen Park, “parco sud” in bulgaro. E’ per estensione, il secondo parco della città. Al suo interno si trovano il monumento dedicato all’anniversario dei 1.300 anni dello Stato Bulgaro ed il Palazzo della Cultura - NDK. Furono entrambi inaugurati nel 1981. All’interno del grande Palazzo della Cultura, 17.000 mq di superficie, si può trovare un po’ di tutto: dal grande centro commerciale sotterraneo a ben 16 ampi locali utilizzati per concerti e congressi (complessivamente si contano circa 5.000 posti a sedere). L’ultimo piano ospita, invece, alcuni ristoranti e caffè che offrono una bella vista panoramica della città. Durante la stagione estiva, anche l’ampia zona di fronte all’ingresso viene utilizzata per concerti e manifestazioni. Nel parco si trovano diversi ristoranti e locali adatti a un pranzo veloce. Alla fine del parco (attenzione! l’ingresso è da blv. Cherni Vruh) si trova il Museo nazionale della terra e dell’uomo: all’interno si possono ammirare belle collezioni di cristalli e minerali. Nelle vicinanze si trova anche la Galleria nazionale di arti decorative.
Storia
Le origini: Sofia è una delle città europee dalla storia più antica: i primi insediamenti risalgono, infatti, a 7.000 anni fa, come dimostrano i resti risalenti al Neolitico ritrovati durante gli scavi fatti nel centro città. In epoca storica i primi nuclei urbani furono creati dai traci appartenenti alla tribù dei Serdi. Da loro deriva il primo nome dato a Sofia: Serdica. Per un breve periodo, durante il IV secolo a.C., la città entrò nell’Impero Macedone di Alessandro Magno. Cadde sotto il dominio delle legioni romane nel 29 a.C. Durante il regno di Traiano (98-117) divenne il centro amministrativo della regione. I romani la chiamarono Ulpia Serdica (da “gens ulpia” la nobile genia alla quale apparteneva l’Imperatore). In quel periodo l’abitato si estese fuori dalle vecchie mura. Vennero completamente rinnovate le strutture difensive. In particolare furono costruiti nuovi edifici organizzati secondo un ordinato disegno urbanistico. Nel II secolo d.C. divenne la capitale della regione della Dacia meridionale. L’estensione della città era allora relativamente limitata. L’area venne però arricchita da magnifiche architetture che facevano da sfondo ad una vita sociale particolarmente vivace, degna di un grande centro. Raggiunse il massimo splendore durante gli anni dell’Imperatore Giustiniano (527-560). Fu allora che vennero edificate le imponenti mura di difesa che ancor’oggi si possono vedere in centro. Venne poi assalita e distrutta dagli Unni di Attila. L’abitato fu ricostruito dai bizantini che continuarono ad amministrare la città fino ai primi anni del IX secolo. Nell’809, dopo essere stata conquistata da Khan Kroum, entrò a far parte del Primo Impero Bulgaro. Cambiò allora il nome in Sredez che nel linguaggio dell’epoca significa “parte centrale”, “in mezzo”. Il luogo dove sorgeva la città rappresentava, infatti, un ideale “centro” dell’Impero che allora si estendeva a tutta la penisola balcanica. Nel XI secolo cambiò nuovamente il nome: riconquistata dai bizantini venne chiamata Triyadiza che significa “tra le montagne”. Solo nel 1194 riacquistò la precedente denominazione. La città subì ripetuti assedi da parte dei magiari, dei serbi e dei Crociati. Quando si ricostituì il Secondo Impero Bulgaro tornò a far parte del territorio nazionale. Divenne allora Sofia, dal nome della chiesa di Santa Sofia, l’edificio religioso che oggi si può visitare nei pressi della centralissima Cattedrale S. Aleksander Nevski. Fu, quello, un periodo di grande espansione economica legata alle attività commerciali e all’artigianato. Vennero costruiti numerosi nuovi edifici e splendide chiese. Tra queste la più nota è quella di Boyana. Sofia fu conquistata dai turchi nel 1382. Le nuove autorità modificarono immediatamente la sua struttura urbanistica: le chiese cristiane furono abbandonate e andarono velocemente in rovina, sostituite nel territorio da moschee, bagni turchi, mercati coperti e palazzi dedicati all’amministrazione del Paese. Gli ottomani, consapevoli del ruolo strategico di Sofia nella regione balcanica, ne promossero lo sviluppo come grande centro produttivo e mercantile. Già nel XVII secolo la città ospitava il più grande mercato dei Balcani; nel secolo successivo venne poi collegata con l’Europa e l’Asia minore attraverso la costruzione di una grande strada. Nel XIX secolo la prima ferrovia che attraversava il Paese toccò Sofia: si trattava del famoso Oriente Express. Divenne allora la capitale di una fondamentale sandzhak, una entità amministrativa chiave all’interno dell’Impero Ottomano. In quegli anni venne spesso assalita e depredata dai Kardjalii, le terribili milizie irregolari di origine turca.
Durante il periodo della Rinascita bulgara e i conflitti per ottenere la liberazione dai turchi, Vassil Levski fondò a Sofia uno dei primi Comitati Rivoluzionari. L’apostolo dell’Indipendenza Nazionale venne qui impiccato nel 1873, dopo essere stato condannato per alto tradimento. Il luogo dell’esecuzione è segnalato oggi da un grande monumento posto in una centralissima piazza della città. L’Indipendenza (1878): Sofia fu liberata il 4 gennaio 1878. In quell’epoca la città ospitava solo 12.000 abitanti. Per la posizione geografica di cui gode al centro della penisola balcanica, venne considerata una delle possibili capitali della nuova Bulgaria. Il 4 aprile 1879 Sofia fu ufficialmente proclamata capitale del Principato di Bulgaria. In soli due anni la popolazione aumentò quasi dieci volte. Il suo aspetto venne rapidamente modificato: scomparvero velocemente i segni urbanistici della dominazione ottomana. Nel XX secolo assunse sempre più l’aspetto di una grande metropoli continentale. La capitale si arricchì di splendidi edifici. Durante la guerra, bombardieri americani colpirono duramente la capitale della Bulgaria alleata con in nazi-fascisti. Il centro città ne uscì sconvolto. L’arrivo delle truppe russe, il 9 settembre 1944, iniziò l’ennesimo periodo di grandi trasformazioni urbanistiche. Furono costruiti, infatti, diversi palazzi secondo lo stile architettonico delle città sovietiche. Esempi di questa architettura “stalinista” sono offerti, nel centro della città, dall’ex Palazzo del partito comunista, dall’ex Hotel Balcan (oggi Sheraton) e dai grandi magazzini ZUM. L’impianto della città fu, inoltre, riorganizzato secondo i dettami trionfalistici del regime. Oggi la capitale è indiscutibilmente il maggior centro produttivo del Paese. Un sesto delle industrie sono, infatti, dislocate nel suo circondario. Ospita, inoltre, un ottavo della popolazione bulgara e la totalità dell’elite culturali e politiche del Paese. E’ una città piena di contraddizioni: ai palazzi modernissimi si alternano edifici, strade, che riportano alle atmosfere grigie degli anni cinquanta del secolo scorso. Futuro e passato si fondono dietro ogni angolo regalando, comunque, immagini di una città in piena, attiva, evoluzione.
Durante il periodo della Rinascita bulgara e i conflitti per ottenere la liberazione dai turchi, Vassil Levski fondò a Sofia uno dei primi Comitati Rivoluzionari. L’apostolo dell’Indipendenza Nazionale venne qui impiccato nel 1873, dopo essere stato condannato per alto tradimento. Il luogo dell’esecuzione è segnalato oggi da un grande monumento posto in una centralissima piazza della città. L’Indipendenza (1878): Sofia fu liberata il 4 gennaio 1878. In quell’epoca la città ospitava solo 12.000 abitanti. Per la posizione geografica di cui gode al centro della penisola balcanica, venne considerata una delle possibili capitali della nuova Bulgaria. Il 4 aprile 1879 Sofia fu ufficialmente proclamata capitale del Principato di Bulgaria. In soli due anni la popolazione aumentò quasi dieci volte. Il suo aspetto venne rapidamente modificato: scomparvero velocemente i segni urbanistici della dominazione ottomana. Nel XX secolo assunse sempre più l’aspetto di una grande metropoli continentale. La capitale si arricchì di splendidi edifici. Durante la guerra, bombardieri americani colpirono duramente la capitale della Bulgaria alleata con in nazi-fascisti. Il centro città ne uscì sconvolto. L’arrivo delle truppe russe, il 9 settembre 1944, iniziò l’ennesimo periodo di grandi trasformazioni urbanistiche. Furono costruiti, infatti, diversi palazzi secondo lo stile architettonico delle città sovietiche. Esempi di questa architettura “stalinista” sono offerti, nel centro della città, dall’ex Palazzo del partito comunista, dall’ex Hotel Balcan (oggi Sheraton) e dai grandi magazzini ZUM. L’impianto della città fu, inoltre, riorganizzato secondo i dettami trionfalistici del regime. Oggi la capitale è indiscutibilmente il maggior centro produttivo del Paese. Un sesto delle industrie sono, infatti, dislocate nel suo circondario. Ospita, inoltre, un ottavo della popolazione bulgara e la totalità dell’elite culturali e politiche del Paese. E’ una città piena di contraddizioni: ai palazzi modernissimi si alternano edifici, strade, che riportano alle atmosfere grigie degli anni cinquanta del secolo scorso. Futuro e passato si fondono dietro ogni angolo regalando, comunque, immagini di una città in piena, attiva, evoluzione.
Dintorni
Vitosha. La zona posta alle pendici del Monte Vitosha dista alcuni chilometri dal centro. Occorre quindi prendere un taxi oppure l’autobus. Tre cose sono assolutamente da non perdere: la piccola Chiesa di Boyana, il Museo nazionale di storia ed il Monastero di Dragalevzi.
- La Chiesa di Boyana si trova all’interno di un bel parco di alberi secolari che ospita anche un piccolo museo. La chiesetta, straordinario, unico, esempio dell’architettura ecclesiastica medioevale dell’area balcanica, venne edificata prima e rimaneggiata poi, in tre diversi periodi storici. L’origine risale alla fine del X sec. Subì una prima trasformazione nel XIII sec. e una seconda durante il XIX sec. Ciò che la rende davvero speciale è la presenza, al suo interno, di una numerosa serie di affreschi. Per la tecnica con cui sono stati realizzati i più antichi, quelli risalenti al XIII secolo, in particolare per quanto riguarda l’uso abbozzato della prospettiva, sono considerati quasi un’anticipazione degli innovativi temi stilistico-esecutivi della grande pittura italiana. Numerose sono state le sovrapposizioni di affreschi scoperte durante recenti restauri: la straordinaria complessità e eterogeneità dei dipinti conservati, quasi una antologia di stili pittorici, sommata all’alto livello artistico degli stessi, ha fatto si che l’edificio sia stato incluso dall’UNESCO tra i siti considerati “Patrimonio dell’Umanità”. Le piccole dimensioni e la necessità di conservare costante il livello di umidità all’interno, hanno suggerito di consentire visite relativamente brevi, non più di dieci minuti, e per gruppi non superiori alle 6 unità.
- Un edificio moderno situato alle prime pendici del monte Vitosha, ospita, invece, il Museo nazionale di storia. Nelle cinque sale principali si possono vedere oggetti e documenti che coprono un periodo che va dal Neolitico ai giorni nostri. Particolarmente interessanti sono i reperti, provenienti da tutta la Bulgaria, risalenti alle epoche più antiche. Straordinaria è sicuramente la raccolta di gioielli in oro e in argento: da non perdere assolutamente sono i magnifici e misteriosi tesori traci qui custoditi. Tra questi il più noto è probabilmente quello “di Panaghiurishte”. Preziose sono anche le testimonianze del periodo medioevale e ottomano. All’esterno dell’edificio sono ospitati, ancor’oggi, alcuni cimeli militari di fabbricazione sovietica, risalenti al periodo della guerra fredda. Anche questa è una curiosa testimonianza di un’epoca storica, finita anche per la Bulgaria nel 1989.
- Per raggiungere il Monastero di Dragalevzi occorre seguire per alcuni chilometri una strada asfaltata che, partendo da Boyana, sale la montagna attraversando un fitto bosco. Si arriva così, rapidamente, al parcheggio antistante il Monastero di Dragalevzi. Completamente immerso nel verde, questo edificio monastico, le cui origini risalgono alla metà del sec. XIV, è stato, a causa dei danni provocati dal tempo e dagli uomini, completamente ricostruito nel XIX sec. Della costruzione originale rimane solo la chiesetta. Si può pernottare, a prezzi assai convenienti, presso la foresteria del convento
- La località di Zlatnite Mostove (ponti d’oro): è una zona del monte Vitosha, attraversata dal fiume Boyana, caratterizzata dalla presenza di imponenti formazioni rocciose formatesi durante l’ultima glaciazione. È uno dei luoghi preferiti per le scampagnate dagli abitanti di Sofia. Da qui partono numerosi percorsi che conducono, dopo 4 ore di camminata, alla cima del Cerni Vrah (2.290 m)
- La località sciistica di Aleko: prende il nome dallo scrittore del secolo XIX Aleko Konstantinov. E’ il punto di partenza di numerose escursioni che si inoltrano sul monte Vitosha
- Il villaggio di Kremikovzi: a circa 20 km da Sofia, in direzione nord est; nelle vicinanze si trova l’antico Monastero di S. Giorgio.