Monastero di Rila
Il Monastero di Rila rappresenta una felice combinazione di raffinate architetture accumulatesi nei secoli. Venne fondato, infatti, da Ivan Rilski nel X secolo e divenne immediatamente un fondamentale punto di riferimento culturale per il Paese e uno dei principali centri del Cristianesimo Ortodosso. Nei 16.000 volumi della sua biblioteca passa la vita dell’intero Paese. Così un classico della storiografia bulgara, la “Storia slavo-bulgara” scritta nel 1762 da Paissii di Hilendar parla del monastero durante il periodo della dominazione ottomana: “..della gloria passata della Bulgaria, quando nel Paese c’erano moltissimi monasteri e chiese, il Signore ha consentito solo a Rila di sopravvivere ai nostri giorni. Ciò è fondamentale per tutti i bulgari. Per questo è un dovere di tutti noi proteggerlo e alzare insieme preghiere al sacro Monastero di Rila”. Il complesso monastico ha vissuto diversi periodi difficili durante la sua lunga storia. Subito dopo la fondazione, ad esempio, venne distrutto dal fuoco e abbandonato dai monaci. Venne poi riedificato nel luogo in cui lo si può visitare ancora oggi, a 119 chilometri da Sofia. Durante il XIV secolo, sotto la spinta di Dragovol Hrelyo, venne costruta la torre a cinque piani sulla cui cima svettava la cappella affrescata della Trasfigurazione (parte di questi affreschi si possono vedere ancor’oggi). In quel periodo il Monastero di Rila si era già trasformato in una potente entità feudale che comandava su molti villaggi, amministrava latifondi e case rurali. Al riguardo, basti pensare che il solo Shishman, l’ultimo Imperatore Bulgaro, fece dono al monastero di più di venti villaggi dispersi sul tutto il territorio della Bulgaria medioevale. La straordinaria autorevolezza non solo religiosa del monastero influenzò i sultani ottomani al punto di suggerire loro di confermargli i privilegi assicurati dagli imperatori bulgari. Nonostante tali garanzie, il monastero venne attaccato e semidistrutto verso la metà del XV secolo. Pochi anni dopo, nel 1469, tornarono a Rila, da Veliko Tarnovo, i resti di Ivan Rilski: fu l’inizio della ennesima ricostruzione. Il destino del monastero coinvolse allora l’intero Paese: la Bulgaria aveva, infatti, l’assoluta necessità di avere un punto di riferimento culturale oltre che religioso durante gli anni della dominazione turca. Molta della intellettualità nazionale del Paese cominciò, quindi, a gravitare intorno all’antico complesso monastico. Iniziarono a svilupparsi i primi legami con i grandi monasteri ortodossi di Russia, un rapporto privilegiato che non fu poi mai dismesso. Numerosi sono i motivi storico-artistici che possono giustificare una visita al complesso monastico che riposa tra i monti. L’interno della chiesa del monastero è particolarmente interessante al riguardo. Gli affreschi che ne decorano le pareti furono dipinti, tra il 1840 e il 1848, dai migliori artisti bulgari dell’epoca: Ivan Nikolov, Kosta Valyov, (notissimo creatore di icone) Zahari Zograf, Dimiter Molllerov e tanti altri. I venti ritratti di benefattori ospitati nella chiesa rappresentano le prove iniziali della ritrattistica secolare in Bulgaria. Questa sorta di galleria d’arte si completa con gli affreschi ospitati dalle chiese e dalle cappelle situate fuori dalle mura del monastero. Di straordinaria complessità figurativa poi è l’altare della Chiesa della Santa Vergine. Ospita, infatti, ben 36 immagini sacre che rappresentano i Re del Vecchio Testamento, Apostoli e Martiri della Cristianità. Non mancano fiori, uccelli e altre figure stilizzate. Il complesso ospita anche un Museo dove sono conservate le antiche reliquie del monastero. Al suo interno colpisce l’antico, splendido, portone scolpito che era posto all’ingresso della chiesa principale del complesso monastico. Il Museo contiene, inoltre, un gran numero di oggetti d’oro e d’argento, collezioni di armi, di gioielli, di antichi ricami. Un assoluto capolavoro è rappresentato dalla croce del monaco Raffaele: un pezzo per la cui realizzazione sono stati necessari 12 anni di lavoro (si narra che alla fine del lavoro il monaco perse la vista). Nel Museo sono conservate tutte le donazioni ricevute nel tempo dal monastero: si tratta di una preziosa raccolta di oggetti d’arte e di artigianato. Per ogni donazione viene sottolineato il nome del donatore e la data in cui l’oggetto è stato ricevuto: si tratta di una specie di straordinaria testimonianza dei sentimenti religiosi e patriottici che il Monastero di Rila è riuscito a catalizzare, per secoli, tra le sue pietre.