Veliko Tarnovo (abitanti 67.000)
Veliko Tarnovo è una delle più importanti città bulgare. Sita lungo una delle quattro arterie principali che collegano Sofia alle regioni del Mar Nero, è facilmente raggiungibile sia in autobus che in treno. Il nucleo urbano si sviluppa su più livelli lungo le tre colline di Tzarevez, Trapesiza e Sveta Gora. Queste, intrecciandosi con il fiume Yantra generano un panorama variabissimo fatto di strette gole rocciose, di quartieri antichi, di resti di imponenti fortezze un tempo inespugnabili. La visita alla città può iniziare da pl. Mayka Balgaria di fronte al parco Mirno Pole. Siamo ancora nella parte moderna della città. Da qui, seguendo viale Nezavisimost, si entra nel Quartiere Assenova Mahalà. Dopo poche centinaia di metri si incontra la ”Piazza degli Impiccati”. Qui un monumento, disegnato da un architetto italiano nel 1883, ricorda i rivoluzionari giustiziati dai turchi dopo la rivolta dell’aprile 1876. Dopo poche centinaia di metri, nei pressi di pl. Slaveikov, si incontra la “Casa della scimmia” (1849). E’ così chiamata a causa della curiosa statuetta sistemata nel bel mezzo della facciata. La costruzione, della metà dell’ottocento, segue un progetto di Kolyo Ficeto, il più grande architetto bulgaro del secolo XIX. Nelle immediate vicinanze comincia la fitta rete di vicoli e stradine che caratterizzano una delle aree più antiche della città. Presto si incontra pl. Samovodska Ciarscia. Da sempre qui sono ospitate le botteghe artigiane, attività queste che, in passato, costituivano l’elemento portante dell’economia della città. La zona è quasi un museo architettonico all’aperto: dentro a vecchi, nobili, edifici i maestri artigiani ancor’oggi creano oggetti di terracotta, splendidi intarsi in legno, e, ancora, tappeti, coltelli ed armi, utilizzando antiche tecniche costruttive. A poca distanza, in salita, si trova un altro dei tanti edifici cittadini progettati da Ficeto: la locanda Hadji Nikola. Lo stabile è pieno di soluzioni architettoniche originali: tra queste si notano immediatamente le due file di archi che dominano la facciata e la curiosa struttura dell’edificio che davanti comprende tre livelli mentre, nella zona retrostante, finisce in un piano unico. Dello stesso progettista sono pure le Chiese dei SS. Kiril i Metodii (1861) e di S. Nikolai (1834-1836), situate nella parte nord del quartiere. La seconda, in particolare, ospita in particolare un trono vescovile dominato da un leone, il simbolo della Bulgaria. Sul trono si puo’ osservare un’ altra interessante scultura allegorica: il drago (l’oppressore turco ottomano) schiaccia con le zampe le figure della Tracia e della Macedonia e divora un leone (la Bulgaria) soffocato, spiritualmente, dal serpente (la Chiesa Greca). Giunti a pl. Velciova Zavera-sita immediatamente sopra il sottopassaggio attraversato dalla ferrovia e dalla strada statale per Russe-si prosegue la visita alla parte storica della città. La Chiesa dei SS. Kostantin i Elena (1872) e, soprattutto, le tante abitazioni del periodo della Rinascita bulgara che si affacciano su ul. General Gurko, giustificano la visita. Gli edifici di questa zona hanno tutti una comune origine: furono fatti costruire dai mercanti locali che si erano arricchiti commerciando con gli altri paesi dell’area Balcanica. Un’altra caratteristica li accomuna: la facciata è spesso dominata da un bovindo, soluzione architettonica ideale al fine di dare luce all’interno e lustro al proprietario che poteva comodamente mostrarsi all’invidia dei passanti. Oggi queste abitazioni sono diventate per la maggior parte case-museo. Tra queste, la più importante è la casa del mercante bulgaro Dimo Sarafina. Costruita lungo un tratto scosceso della collina, presenta due piani dalla parte della via e tre verso il fiume. Al suo interno le belle scale a chiocciola, i soffitti interamente decorati ed i ricchi particolari in legno intarsiato sono la prova dell’importanza economica e sociale dell’antico proprietario. L’edificio ospita oggi un piccolo museo in cui sono esposti diversi tappeti, costumi e abiti nuziali dell’800. Proseguendo in direzione della collina di Tzaravez si incontrano per la via il Museo archeologico, il Museo della Rinascita Nazionale, il Museo di storia moderna e la Chiesa di S. Bogorodiza. Il museo archeologico, in ul. Ivan Vazov, espone diversi reperti provenienti dalle antica città romana di Nikopolis. Il museo della Rinascita Nazionale (orario mercoledi - domenica dalle ore 9 alle ore 18) è ospitato in un bel edificio, progettato nel 1872 dall’architetto Ficeto, per conto del governatore turco Ali Bey. In questo palazzo vennero prese alcune decisioni essenziali nella storia della Bulgaria. Nel 1885 venne poi deliberata l’unione tra Rumelia Orientale (lo Stato nato dopo la guerra del 1878 che aveva come capitale Plovdiv) con il principato di Bulgaria. Nel museo sono esposte diverse testimonianze riguardanti la lotta di liberazione contro i turchi, oltre a costumi e prodotti artigianali locali, immagini della città, quadri ed icone realizzate da artisti della scuola di Tryavna. La collina di Tzarevez (“dello Zar”): circondata dal fiume Yantra, ospita l’antico complesso fortificato che comprendeva al suo interno i palazzi del potere laico e religioso durante il Secondo Impero Bulgaro. Diversi possono essere gli accessi a ciò che resta delle antiche fortificazioni. Il principale, riservato ai nobili e ai mercanti stranieri, era quello che ancor’oggi consente, attraverso una stretta stradina, lastricata da pietre e protetta da mura, di salire la collina senza difficoltà. Prima di incamminarsi si può acquistare il biglietto di ingresso nei pressi del parcheggio. Per accedere all’area fortificata si attraversa un arco contenuto in una bella torre merlata. Costruito sulle rovine di antichi insediamenti traci e romani, il complesso comprendeva al suo interno, oltre al Palazzo Reale, anche altri edifici religiosi e militari. Non mancavano numerosissimi laboratori e grandi stalle. Lungo il percorso si incontrano subito diversi ruderi di chiese e di officine. Ci si avvicina così, attraversando il lato sud orientale del complesso, alla “Torre di Baldovino”: qui l’Imperatore Baldovino delle Fiandre trascorse, confinato, gli ultimi anni di vita dopo essere stato fatto prigioniero dallo Zar bulgaro Kaloyan, nel 1205. Nella parte centrale dell’area fortificata si può vedere ciò che resta del palazzo abitato, nei secoli, da oltre venti sovrani. Sembra che questo occupasse in origine una superficie di quasi 5.000 mq. A pochi metri, nel punto più alto della collina, si trova la ricostruzione della Cattedrale del Patriarca, un edificio che si può vedere, date le dimensioni e la posizione, da ogni angolo della città. La costruzione originale era del secolo XIII. Di fronte alla Cattedrale, avvicinandosi alle mura di cinta, si incontra un ingresso secondario alla Corte Imperiale: la porta “Vratà”. Da qui entravano a palazzo gli artigiani e gli inservienti che risiedevano nel sottostante quartiere di Assenova Mahalà. Proseguendo verso la parte nord della collina si arriva, quindi, allo strapiombo chiamato “la Rocca delle esecuzioni”: era il luogo dal quale venivano gettati nel vuoto i condannati a morte. Lungo il percorso si incontrano ancora diverse rovine di antiche chiese e conventi. Il Quartiere Assenova Mahalà Posto sotto la collina di Tzarevez, è il più vecchio quartiere della città. In origine vi abitavano gli artigiani che lavoravano a corte. Oggi è noto per ospitare le più belle chiese di Veliko Tarnovo. Vicino all’antico ponte che unisce le due rive dello Yantra, si trova la Chiesa dei Quaranta Martiri, costruita dallo Zar Ivan Assen II per ricordare la vittoria di Klokotnitsa contro i bizantini del 1230. Nel 1700 fu trasformata dai turchi in moschea. All’interno, da notare sono le iscrizioni sulle colonne che ricordano la grandezza di Khan Omturag e di Assen II. Proseguendo a piedi, verso nord, dopo aver superato un moderno edificio religioso, si giunge alla Chiesa dei SS. Pietro e Paolo le cui origini risalgono al XIII secolo. All’interno si possono vedere affreschi realizzati in epoche diverse. Il più antico (1300) è quello posto di fronte all’altare. Nel 1393, al momento della caduta della città nelle mani dei turchi, la chiesa fu teatro del massacro dei Boyari (l’aristocrazia degli zar) da parte dei nuovi dominatori. Solo l’intervento del Patriarca Evtimii evitò, allora, lo sterminio di tutta la popolazione. Sull’altra sponda del fiume si trovano le altre due chiese del quartiere: quella di S. Dimitar Solunski e quella di S. Giorgio. La prima in particolare, costruita alla fine del secolo XII, rappresenta un importante esempio dell’architettura religiosa del Medioevo balcanico. In molti tratti ricorda le chiese di Nessebar, sul Mar Nero. Dell’edificio originale, quasi interamente ricostruito nella seconda metà del secolo XIX, rimangono diversi affreschi dei secoli XVI e XVII. Fin dalla sua consacrazione, questa chiesa fu teatro di diversi, importanti, eventi storici. Qui fu decisa e annunciata la grande sollevazione contro i bizantini e celebrata l’incoronazione di molti sovrani della Bulgaria antica. La Chiesa di S. Giorgio si trova più a sud rispetto al corso del fiume: costruita nel 1612, questa piccola chiesa, contiene diversi affreschi ben conservati che rappresentano dei santi della Chiesa Ortodossa. La collina di Sveta Gora Situata lungo la riva sud del fiume, dall’altra parte di Tzarevez, questa collina era in epoca medioevale il centro culturale e spirituale della città. Ospitava allora numerose chiese e monasteri. Nella zona c’’è oggi l’Università Kiril i Metodii. Davanti all’Università è stata posta una statua dedicata all’antico Patriarca Evtimii: con il viso rivolto verso la città e le mani allungate verso il cielo sembra, idealmente, volerla proteggere ancora. Nel quartiere si trova, inoltre, il monumento che commemora gli ottocento anni della dinastia degli Assen e la Galleria d’arte
Storia
Le origini: i primi insediamenti di cui si ha traccia risalgono a quasi 5.000 anni fa. In epoca storica fu tracio il primo nucleo della città (XIII secolo a.C.). Dopo il grande sviluppo iniziato nel VI secolo a.C. il villaggio venne abbandonato negli anni della dominazione romana (I secolo d.C.). Nella stessa zona venne poi costruita un fortezza bizantina (V secolo d.C.). Sulle rovine dell’antico villaggio fu fondato poi, nell’VIII secolo, un grande insediamento slavo-bulgaro. Nei secoli successivi tale agglomerato si popolò intensamente, la città fu nuovamente fortificata e divenne un importante centro produttivo e mercantile. Nel 1187 in città scoppiò una grande rivolta contro la dominazione bizantina. Gli insorti ebbero successo: iniziò allora la dinastia degli Assen. Veliko Tarnovo divenne la capitale del restaurato Impero Bulgaro. Iniziarono così i due secoli d’oro della città. Vennero costruiti i palazzi dello Zar e del Patriarca bulgaro sulla collina di Tzarevez; quella di Trapetitsa ospitò, invece, le residenze dei nobili e degli alti prelati, oltre a moltissime splendide chiese. Il quartiere di Assenova Mahalà, posto tra le due colline, si popolò di artigiani e funzionari. Venne a crearsi anche un distretto riservato ai mercanti stranieri: Franks. Successivamente furono edificate delle spesse mura a protezione della “città interna”, costituita da Tzarevez e Trapezista. Anche gli altri due quartieri furono protetti dalle fortificazioni. Andarono così a formare la cosiddetta “città esterna”. Solo le abitazioni delle classi più umili rimasero fuori della struttura difensiva, aggregandosi ai piedi del collina di Mornina Krepost-la Fortezza della vergine-nelle immediate vicinanze del fiume Yantra. In quel periodo la Capitale di Bulgaria assunse un ruolo rilevante a livello europeo, diventando un grande centro culturale, economico e politico. L’Impero bulgaro era allora una delle grandi potenze del continente. A quell’epoca risale la creazione della Scuola di Pittura e di quella dedicata alle arti letterarie. Il 17 luglio 1393, dopo tre mesi di assedio, la città fu conquistata dai turchi che, successivamente, assoggettarono l’intera Bulgaria. La grande Capitale fu ridotta in cenere.
Rinascita Nazionale:
a) solo a partire dal XVIII Veliko Tarnovo riconquistò il suo ruolo di grande centro economico, politico e culturale. La città vide allora un rifiorire delle arti. Si arricchì, inoltre, di splendidi palazzi costruiti sotto la direzione di maestri quali Kolyo Ficeto
b) la popolazione della antica capitale partecipò nei secoli a vari tentativi insurrezionali anti-turchi. E’ una lunga lista di date: 1598, 1686, 1700, 1835, 1856, 1862. Sono questi i numeri che testimoniano l’orgoglio nazionale della città
c) l’ultimo tentativo insurrezionale prima della Liberazione, scoppiò nell’aprile 1876. La repressione che ne seguì fu durissima: molti patrioti furono impiccati su forche appositamente erette tra le vie della città. L’Indipendenza (1878): il 7 luglio 1877 Veliko Tarnovo riacquistò nuovamente la libertà durante la guerra russo-turca. Dal 10 febbraio al 16 aprile 1879 si riunì qui l’Assemblea che approvò la prima Costituzione bulgara, chiamata “di Turnovo”. In quegli anni era una delle più democratiche d’Europa. Il 17 aprile 1879 la prima Grande Assemblea nazionale della Bulgaria libera venne convocata per nominare il Capo dello Stato. Il 27 luglio del 1879 Alexander Battenberg fu eletto knyaz (primo principe) di Bulgaria. Alcuni anni dopo, il 6 settembre 1885, Stefan Stambolov e Petko Karavelov annunciarono, a Veliko Tarnovo, l’Unione tra il Principato di Bulgaria e la Rumelia orientale. Era nata la Bulgaria che oggi conosciamo. Anche se non è più la capitale del Paese, la città continua a rappresentare per tutti i bulgari una sorta di santuario vivente dell’orgoglio nazionale, luogo di nascita di una serie lunghissima di personaggi che hanno caratterizzato la storia politica e culturale del Paese.
Rinascita Nazionale:
a) solo a partire dal XVIII Veliko Tarnovo riconquistò il suo ruolo di grande centro economico, politico e culturale. La città vide allora un rifiorire delle arti. Si arricchì, inoltre, di splendidi palazzi costruiti sotto la direzione di maestri quali Kolyo Ficeto
b) la popolazione della antica capitale partecipò nei secoli a vari tentativi insurrezionali anti-turchi. E’ una lunga lista di date: 1598, 1686, 1700, 1835, 1856, 1862. Sono questi i numeri che testimoniano l’orgoglio nazionale della città
c) l’ultimo tentativo insurrezionale prima della Liberazione, scoppiò nell’aprile 1876. La repressione che ne seguì fu durissima: molti patrioti furono impiccati su forche appositamente erette tra le vie della città. L’Indipendenza (1878): il 7 luglio 1877 Veliko Tarnovo riacquistò nuovamente la libertà durante la guerra russo-turca. Dal 10 febbraio al 16 aprile 1879 si riunì qui l’Assemblea che approvò la prima Costituzione bulgara, chiamata “di Turnovo”. In quegli anni era una delle più democratiche d’Europa. Il 17 aprile 1879 la prima Grande Assemblea nazionale della Bulgaria libera venne convocata per nominare il Capo dello Stato. Il 27 luglio del 1879 Alexander Battenberg fu eletto knyaz (primo principe) di Bulgaria. Alcuni anni dopo, il 6 settembre 1885, Stefan Stambolov e Petko Karavelov annunciarono, a Veliko Tarnovo, l’Unione tra il Principato di Bulgaria e la Rumelia orientale. Era nata la Bulgaria che oggi conosciamo. Anche se non è più la capitale del Paese, la città continua a rappresentare per tutti i bulgari una sorta di santuario vivente dell’orgoglio nazionale, luogo di nascita di una serie lunghissima di personaggi che hanno caratterizzato la storia politica e culturale del Paese.
Dintorni
- il Monastero di Petropavlovski: si trova sulla sommità di una collina, 5-6 km a nord -est del villaggio di Arbanassi. Costruito attorno al X secolo su un antico insediamento romano, è stato ampiamente rimaneggiato nel corso del XIX secolo;
- il villaggio di Arbanassi: situato a circa 5 km da Veliko Tarnovo, in direzione nord est, possiede un centro storico particolarmente suggestivo. Fondato nel XV secolo da rifugiati albanesi, divenne poi il luogo preferito dei ricchi mercanti e delle famiglie benestanti di Veliko Tarnovo. Caratteristiche sono le strade ciottolose del centro, sulle quali si affacciano antiche case simili a piccole fortezze, circondate come sono da alte muraglie in pietra. Nella strada principale della cittadina si incontra quella forse più interessante: casa Kostantsaliev. Costruita verso la fine del secolo XVIII, costituisce un tipico esempio di residenza delle famiglie altolocate dell’epoca. Le camere del primo piano sono ancora oggi interamente arredate con i mobili originali. Tutt’attorno, un muro in pietra circonda il bel giardino. Nelle vicinanze si trova anche la fontana Kokona, costruita nel 1786 dai turchi di Mehmed Said. Si può leggere scolpita nel marmo questa frase scritta in arabo: ”Colui che beve la mia acqua avrà la luce negli occhi e nell’anima”. Prendendo la strada che inizia di fronte all’ingresso della casa museo, si giunge in pochi minuti al monumento principale di Arbanassi: la Chiesa della Natività (Rojdestvò Hristivo). All’esterno sembra un edificio modesto, assomiglia più a una vecchia casa di campagna che a un edificio religioso. L’interno, al contrario, è ricco di testimonianze artistiche e storiche. Entrando dall’ingresso principale si accede ad un lungo corridoio affrescato con figure geometriche. Si entra quindi nella cappella di S. Giovanni Battista. Anche questa è interamente affrescata con dipinti raffiguranti soggetti religiosi. Finemente decorata e ricca di dorature è la splendida iconostasi. Tutta la struttura della chiesa è pensata in modo da tener rigorosamente distinta la sezione maschile da quella destinata alle donne. Ritornando lungo la via principale si incontrano altre due Chiese: quella degli Arcangeli Michele e Gabriele, del 1600, e quella di S. Dimitar, ricostruita dopo il terremoto del 1913, Monasteri di Arbanassi;
- il Monastero Preobrajenski (della trasfigurazione): situato a 4 km lungo la strada E85 in direzione Ruse;
- il Convento della S. Trinità: si trova di fronte al monastero di Preobrazhenski sulle pendici opposte della valle. Durante il Secondo Impero Bulgaro fu la sede di una scuola dedicata alle lettere. La costruzione originale risale al X secolo: la chiesa, ottocentesca, è opera dell’architetto Ficeto;
- la città di Nikopolis ad Istrum: fondata dall’imperatore Traiano dopo la vittoria sui Daci in onore dei veterani del suo esercito. I resti di questo importante insediamento romano del II secolo, si trovano vicino al villaggio di Nikyup, a 20 km da Veliko Tarnovo, in direzione nord. Fu tra i più importanti e ricchi centri commerciali dell’antica Mesia. Oggi si possono ancora vedere i resti della antica cinta muraria, della piazza centrale, dei vari templi e degli edifici in cui abitavano i numerosi mercanti che operavano in città. Da notare è il complesso sistema idrico che forniva l’acqua all’abitato. Durante gli scavi gli archeologi hanno trovato numerose monete, gioielli, statue in marmo e molti altri reperti ora esposti presso il museo archeologico di Veliko Tarnovo;
- il Monastero di Kilifarevo: situato 20 km a sud della città; i Monasteri di Plachkovo e Kapinovo: a 10 km dal Monastero di Kilifarevo; la cittadina di Lyaskovez: piccolo centro urbano, famoso per la produzione di vino. Si possono qui visitare numerosi edifici risalenti al periodo della Rinascita Nazionale. L’ abitato ospita anche altre antiche abitazioni e diverse chiese;
- le strade panoramiche: SamovedeneVeliko Tarnovo; Arbanassi-Sheremetya.