Vraza (abitanti 70.000)
La città di Vraza, vista dalla periferia, non offre certamente il meglio di se: vecchi complessi industriali, ciminiere di aziende chimiche e decrepiti quartieri residenziali, rappresentano l’unico, non allegro, panorama offerto al turista. Addentrandosi, però, nel cuore della città la prospettiva cambia: tra strade e piazze alberate ricche di colori e di vita, si incontrano, un po’ a sorpresa, tra i numerosi negozi e locali della zona, molte testimonianze storico-architettoniche. Si può cominciare la visita con il Museo etnografico. Ospitato in un vecchio edificio utilizzato in passato come scuola femminile, il museo raccoglie belle collezioni di costumi tradizionali, oltre ad alcune antiche carrozze e a numerosi oggetti utilizzati in passato dagli artigiani della zona. A poche centinaia di metri da questo, attorno alla Chiesa settecentesca dell’Assunzione, si sviluppa il nucleo storico della città: è costituito da case del periodo della Rinascita Nazionale riportate all’antico splendore solo di recente. Tra queste le più significative sono: casa Grigori Naidenov, casa Ivan Zambin, casa Hadjitoscev e quella del fratello di Hristo Botev, uno dei grandi eroi della lotta per l’Indipendenza nazionale. Nella stessa zona esiste ancora oggi il vecchio edificio dove, alla fine dell’ottocento, fu fondata la prima scuola della città. Lungo la zona pedonale, in pl. Hristo Botev, può essere interessante visitare il Museo storico cittadino. Nelle stanze inferiori sono esposti oggetti e statuette di culto risalenti all’età del bronzo e diversi reperti rinvenuti in alcune tombe trace del IV secolo a.C.; al piano superiore si può vedere, invece, il “Tesoro di Rogozem”. E’ composto da 165 pezzi d’argento. Tra questi molti sono i recipienti, le brocche, le coppe e i vasi in argento. Numerosi oggetti sono finemente decorati con motivi geometrici e floreali; quelli più raffinati recano incise allegorie tratte dalla mitologia degli antichi traci. Come spesso avviene per le scoperte archeologiche più importanti, anche questo ritrovamento fu del tutto casuale. Era il 1985: durante gli scavi per la sistemazione dell’impianto idrico del giardino di una abitazione, venne trovata, a non più di mezzo metro di profondità, una fossa contenente lo straordinario tesoro. Si pensa che appartenesse ad una famiglia vissuta alcuni secoli prima della nascita di Cristo. Il museo propone anche una sezione interamente dedicata al famoso poeta e rivoluzionario Hristo Botev. Dietro al museo si può vedere la prima delle due torri in pietra che, durante il XV secolo, costituivano parte del sistema difensivo cittadino. La seconda è, invece, stata smontata e ricostruita ad alcune centinaia di metri.
Storia
Le origini: di difficile attribuzione è l’origine dei resti presenti nell’area. In epoca storica (VI secolo d.C.) si ha notizia di un insediamento e di una fortezza bizantina. I bulgari, successivamente insediatisi, riuscirono, prima di essere sconfitti, a resistere a lungo all’occupazione turca. Alla fine del XVIII secolo la cittadina divenne un importante centro amministrativo dell’Impero Ottomano. Vi operavano molti laboratori artigiani specializzati nella produzione di un particolare tessuto di lana (l’aba), nella lavorazione del cuoio e del ferro battuto. I mercati di sbocco erano quelli dell’Europa centro-orientale.
Rinascita Nazionale: a metà del XIX secolo l’abitato ospitava già più di 2.500 case. Questo sviluppo economico influenzò anche la vita politica e culturale della città. Vraza, ospitava allora i migliori esponenti dell’intellettualità nazionalista bulgara. L’Indipendenza (1878): la città venne liberata il 9 novembre 1877. Gli anni successivi segnarono un rapido declino per l’intera area: a causa della costruzione di importanti tratte ferroviarie, come la Sofia-Varna, i grandi flussi commerciali si allontanarono dalla città. La crisi economica fu parzialmente superata dalla creazione di nuove vie di comunicazione che consentirono di raggiungere più facilmente Vraza e l’area circostante.
Rinascita Nazionale: a metà del XIX secolo l’abitato ospitava già più di 2.500 case. Questo sviluppo economico influenzò anche la vita politica e culturale della città. Vraza, ospitava allora i migliori esponenti dell’intellettualità nazionalista bulgara. L’Indipendenza (1878): la città venne liberata il 9 novembre 1877. Gli anni successivi segnarono un rapido declino per l’intera area: a causa della costruzione di importanti tratte ferroviarie, come la Sofia-Varna, i grandi flussi commerciali si allontanarono dalla città. La crisi economica fu parzialmente superata dalla creazione di nuove vie di comunicazione che consentirono di raggiungere più facilmente Vraza e l’area circostante.
Dintorni
- la grotta di Ledenika: per vedere questa bella grotta (orario estivo dalle ore 9 alle 18,30) bisogna percorrere 18 km della strada asfaltata che, in direzione sud, collega Vraza alla strada statale n. 16 per Sofia. All’interno della grotta si possono vedere numerose stalattiti, stalagmiti, torrenti sotterranei e curiose formazioni rocciose e cristalline. La si può raggiungere anche a piedi, seguendo un percorso che parte direttamente da Vraza (3 ore circa).