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Kavarna (abitanti 12.000)

L’abitato di Kavarna è oggi costituito da edifici moderni. Fanno eccezione solo una piccola parte del centro ed il porto, una zona raggiungibile solo attraverso strette stradine. Qui non mancano gli edifici con una lunga storia alle spalle. Sfortunatamente, però, molti di questi versano in un deplorevole stato di conservazione. Gli unici motivi che possono quindi giustificare una sosta “culturale” sono rappresentati dal Museo Storico, ospitato nel ex- bagno turco della cittadina conserva importanti testimonianze del periodo tracio e greco (tra queste il “Vello d’oro”), e dal Museo etnografico. Quest’ultimo propone collezioni di vestiti ed di oggetti di uso comune nei secoli scorsi. 

Storia

Le origini: tracio fu il primo insediamento (VI secolo a.C.). In seguito, si stabilì una comunità greca che fece del villaggio una delle tante colonie degli Elleni nel Mar Nero. Nel I secolo a.C. un terribile terremoto rase al suolo l’abitato. Venne ricostituito successivamente dai romani e incluso nel territorio dell’Impero. Passò poi ai bizantini. Entrò nel VIII secolo, nei territori del Primo Impero Bulgaro. Il nome Kavarna le venne assegnato allora. Nel Medioevo, dopo essere stata assalita e distrutta dai Tartari, divenne la capitale di una sorta di principato indipendente capitanato dal boiardo Belik. Nel 1393, come il resto del Paese, fu assoggettata dai turchi. Durante le guerre russo-turche del 1828- 1829 e del 1850, Kavarna fu duramente colpita. Venne poi rapidamente ricostruita. Un destino questo che contraddistingue l’intera sua storia Poco prima dello scoppio della guerra del 1877-78, gli abitanti si rivoltarono contro i turchi. La repressione fu durissima: i bashibozouk (truppe formate da volontari turchi) rasero al suolo l’abitato e uccisero 1.200 persone. L’Indipendenza (1878): fu liberata dagli Ottomani durante la guerra russo-turca del 1877-78. La città subì, per l’ennesima volta, ingenti danni. Venne annessa alla Romania nel 1913. Nel 1919, in seguito al Trattato di pace di Neuilly, fu nuovamente inclusa nel territorio della Romania. Tornò alla madrepatria solo nel 1940 dopo gli accordi di Krayova imposti dalle forze dell’Asse: in virtù di questi, la Dobrudja meridionale tornò pacificamente all’interno dei confini bulgari. 

Dintorni

  • Capo Cirakman: ad un’altezza di circa 110 m s/m, si trovano i resti di un villaggio romano e di una fortificazione bizantina; Capo Kalyakra, distante da Kavarna circa 12 km, in direzione est. Lo si raggiunge percorrendo una strada che attraversa una pianura coperta dalla vegetazione tipica della steppa. A circa metà strada si incontra il villaggio di Balgarevo. Ospita i resti della fortezza romana di Timmun;
  • la zona naturalistica;
  • la strada panoramica: Balgarevo-Kalyakra. 
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