Plovdiv (abitanti 680.000)
Plovdiv è la seconda città della Bulgaria per dimensioni ed importanza economica. Attraversata dal fiume Mariza, si sviluppa su un’area che comprende le sei colline di Djambaz Tepe, Taxim Tepe, Nebet Tepe, Sahat tepe, Bunardjhika Tepe e Dzhendem. La città offre immediatamente un’immagine cosmopolita e moderna di se. Passeggiando per le sue strade si possono incontrare ogni giorno, artisti, imprenditori o semplici turisti provenienti da ogni parte del mondo. All’interno del quartiere storico Nebet Tepe, lungo le strette strade che salgono il lieve pendio, si possono ammirare gli storici edifici in stile “Barocco bulgaro”, che rappresentano un vero e proprio simbolo di Plovdiv. Numerosi sono poi i negozi, soprattutto quelli di antiquariato e di souvenir, i locali dedicati alla cucina tradizionale e le vecchie chiese piene di suggestione. Plovdiv, però, non è conosciuta solo per la bellezza della città: anche i numerosi eventi fieristici e culturali che, ogni anno, vengono qui organizzati, contribuiscono alla sua notorietà fuori dai confini della Bulgaria. I continui, storici, rapporti con genti e culture diverse, hanno, ovviamente, influenzato la qualità e lo stile di vita della città. Non a caso, assieme a Sofia e Varna, Plovdiv è la città bulgara che maggiormente presenta i caratteri, e soffre dei problemi, tipici del mondo occidentale. Sconta, infatti, il prezzo imposto dal processo di sviluppo e dalla modernizzazione: inquinamento, strade congestionate, difficoltà di parcheggio e rumore sono alcuni dei problemi che si fanno sentire anche qui, nel bel mezzo della Bulgaria. Visita alla città La visita alla città può iniziare dalla parte vecchia, Nebet Tepe. Si trovano, qui, le più belle case-museo della città, per la maggior parte realizzate nello stile classico del barocco bulgaro. Partendo da pl. Hebros, oppure dalla trafficata e rumorosa Zar Boris III (Obediniel), è sufficiente seguire una qualsiasi scalinata, oppure una strada secondaria, che salga lungo la collina, per entrare nella pace e nella tranquillità della parte più antica e suggestiva della città. Nella suggestiva rete di strette vie ciottolose che la caratterizzano, tra piazzette e case che riprendono spesso disegni e forme simili, può essere difficile orientarsi. Una volta entrati nella parte vecchia può convenire, quindi, darsi come riferimento la piazzetta (Hisar Kapija) di forma triangolare posta di fronte al campanile della Chiesa dei SS. Costantin ed Elena. La prima visita può essere dedicata a questa chiesa. Realizzata nel 1832, presenta un porticato esterno finemente decorato, situato nell’adiacenza della bella torre campanaria. L’interno è ricco di decori sopratutto nella iconostasi realizzata dal maestro Ivan Paskula. Si possono vedere, inoltre, alcune, preziose icone del pittore di Samokov, Zaharij Zograf. Di fianco alla chiesa si trova il Museo delle icone: all’interno è ospitata una ricca collezione di immagini sacre composta da tanti, antichi, pezzi provenienti, per lo più, dalle chiese della zona. Nelle vicinanze c’è pure casa Zlatyu Boyadzhiev: ospita una galleria dedicata a pittori assai noti in Bulgaria. Ritornati nella piazzetta, incamminandosi lungo la strada in salita che porta al parco archeologico, si trova casa Arghir Kuyumdjioglù. Ospita, oggi, il Museo etnografico (conosciuto come Kuyumdjievata Kashta). E’ sicuramente l’edificio più fotografato della città. Costruito nel 1847 per conto di un ricco mercante greco, con le sue forme tondeggianti offre un luminoso esempio del barocco caratteristico di Plovdiv. L’edificio è immerso in un curatissimo giardino. All’interno, in un ambiente arredato con mobili d’epoca, si trovano collezioni di costumi tradizionali e di oggetti, in passato, di uso quotidiano. Nel salone d’ingresso è esposto, inoltre, un grande dipinto del pittore Markvichka che raffigura il mercato di Plovdiv nel secolo XIX. Da notare sono le persone che vi compaiono: appartengono, con ogni evidenza, a culture ed etnie differenti. E’ la rappresentazione pittorica della tradizione multietnica che a Plovdiv ha un’antica origine. Scendendo lungo la strada della vecchia porta cittadina (risale a circa 2.000 anni fa), nota come “Hisar Kapija”, si incontrano altre due case-museo. Sulla sinistra si trova la bella ed imponente casa Gheorghiadi. Costruita nel 1848, è, ora, utilizzata come sede del Museo della Liberazione Nazionale. Sono esposti, in particolare, reperti e documenti riguardanti l’Insurrezione dell’aprile del 1876. Subito dopo, si incontra casa Nikola Nedkovich, costruita nel 1836. L’interno è arricchito da pareti interamente affrescate e da colonne, archi e soffitti in legno decorato. Sono esposte, inoltre, alcune collezioni di oggetti del XIX secolo. Proseguendo per ul. Zanko Lavrenov, dopo poche centinaia di metri, si incontra la Chiesa di S. Nedelya: contiene una bella iconostasi in legno intarsiato ed il trono del vescovo. Conviene, quindi, ritornare alla piazza davanti alla chiesa dei SS. Costantin ed Elena. Da qui, prendendo la strada in salita che costeggia il bel edificio del museo etnografico, dopo una breve passeggiata tra case d’epoca un po’ malconce, si raggiunge il Parco Archeologico. In mezzo ad una zona verde, un pò trascurata, si trovano muri di cinta e resti di fondazioni di edifici appartenuti a civiltà differenti: ci sono tracce della Eumolpias dei Traci, della Philippopolis macedone e della Trimontium romana. Nel parco, purtroppo, non esistono però indicazioni o precisazioni di alcun tipo riguardo ai resti che si possono vedere. Molte parti dello stesso sono, inoltre, ricoperte da cespugli e sterpaglie. Salendo sulle antiche mura è possibile vedere il fiume e buona parte della città. Il parco ospita al suo interno una bella struttura, grande, tranquilla ed ombreggiata, che funziona da bar. Dopo questa visita si può ritornare, quindi, alla solita piazzetta per riprendere la passeggiata per Plovdiv. Sull’angolo con Kostantin Stoilov, ci si imbatte subito in altre due belle case-museo: casa Balabanov e casa Hindlian (via Artin Glidikov). Ambedue presentano interni affrescati e arredati con mobili d’epoca. Proseguendo per ul. 4 Yanuari si incontra, quindi, la Chiesa Armena. Nei secoli scorsi fungeva anche da struttura scolastica e centro culturale. Plovdiv, come altre città bulgare ospitava, infatti, una numerosa comunità armena. A questo punto ci si può dirigere verso il quartiere della vecchia Moschea Djumayà. Si può andare a piedi, attraversando blv. Zar Boris III, oppure utilizzare un economico, e consigliabile taxi. La città qui cambia aspetto. Lasciate le piccole e tranquille stradine di Nebet Tepe, ci si immerge in un quartiere frenetico, sviluppato attorno a zone pedonali e a strade secondarie affollate di gente. Gli edifici sono moderni. Il piano inferiore è sempre occupato da vetrine che ospitano ogni genere di prodotto. E’ una specie di moderno bazar: non a caso era questa la zona dell’antico mercato durante la dominazione turca. La moschea, esternamente, è imponente. La disposizione interna, divisa da quattro colonnati in nove stanze, ricalca la forma tipica degli edifici religiosi mussulmani costruiti tra il XIV e il XV secolo. Sulla parete esterna è visibile, ancor’oggi, una vecchia meridiana.
Nella piazza, in mezzo a venditori ambulanti, artisti di strada, piccoli artigiani e tavolini dei bar, si trova, poi, la colonna che sostiene la figura di Filippo II Macedone e, ad un livello inferiore, i resti del vecchio stadio romano, costruito tra i II e il III secolo a.C. Poteva ospitare allora fino a 30.000 spettatori! Da qui, prendendo ul. Saborna, vicino alla Cattedrale Sveta Bogorodina, si incontra la casa-museo dove abitò l’editore bulgaro Hristo G. Danov. L’edificio, costruito verso la seconda metà del XIX secolo, ospita il Museo della tipografia. Il museo espone vecchi libri, carte geografiche e diverso materiale del periodo della rivoluzione nazionale. Uscendo dalla casa si può vedere il campanile rosa e blu della Chiesa della Santa Vergine (Sveta Bogorodiza). Questa, costruita nel 1844, internamente presenta affreschi che raffigurano i più importanti santi della Chiesa Ortodossa ed alcune icone realizzate da Stanislav Dospevski, artista della scuola di Samokov. Proseguendo per ul. Todor Samodumov si arriva in ul. Knjaz Zeretelev: qui si incontra la casa dove alloggiò per alcuni giorni il noto poeta francese Alphonse Lamartine, al rientro da un viaggio in oriente, nel 1833. Ospita oggi un piccolo museo. Siamo nelle vicinanze del gioiello di Plovdiv antica: l’Anfieatro romano. L’antica struttura è posta su un altura dalla quale si può ammirare l’intera città. Risalente al II secolo, il teatro, d’estate, diventa alternativamente cinema all’aperto e luogo dedicato alle rappresentazioni operistiche. Attorno si trovano alcuni piccoli bar e graziosi bistrò. Nelle immediate vicinanze vi sono, inoltre, due chiese che vale certamente la pena di vedere: S. Marina e S. Troiza. Due ultime indicazioni di tipo culturale: proseguendo verso la parte moderna della città, in pl. Saedinenie, si incontrano il Museo Archeologico e quello Storico. Il Museo archeologico, realizzato nel 1882, costituisce assieme a quello di Sofia e Varna, uno delle più importanti realtà museali della Bulgaria. All’interno sono esposti reperti che vanno dal periodo tracio al XIX secolo. Tra questi spiccano belle collezione di vasi traci, di anfore e monete, di libri antichi e di oggetti ecclesiastici risalenti al Medioevo. Non manca una raccolta di icone e, perfino, curiosamente, una copia del Tesoro di Panagyurishte (l’originale è esposto a Sofia nella sala centrale del Museo Nazionale di Storia). Nella zona si trova, inoltre, anche l’altra moschea della città: l’antica Moschea Imaret. Costruita nel 1444 per ordine del sultano Bajazet, contiene la tomba del Pasha Gazi Shahabedin. Il suo nome deriva dal turco “imaret” che significa ospizio dei poveri.
Nella piazza, in mezzo a venditori ambulanti, artisti di strada, piccoli artigiani e tavolini dei bar, si trova, poi, la colonna che sostiene la figura di Filippo II Macedone e, ad un livello inferiore, i resti del vecchio stadio romano, costruito tra i II e il III secolo a.C. Poteva ospitare allora fino a 30.000 spettatori! Da qui, prendendo ul. Saborna, vicino alla Cattedrale Sveta Bogorodina, si incontra la casa-museo dove abitò l’editore bulgaro Hristo G. Danov. L’edificio, costruito verso la seconda metà del XIX secolo, ospita il Museo della tipografia. Il museo espone vecchi libri, carte geografiche e diverso materiale del periodo della rivoluzione nazionale. Uscendo dalla casa si può vedere il campanile rosa e blu della Chiesa della Santa Vergine (Sveta Bogorodiza). Questa, costruita nel 1844, internamente presenta affreschi che raffigurano i più importanti santi della Chiesa Ortodossa ed alcune icone realizzate da Stanislav Dospevski, artista della scuola di Samokov. Proseguendo per ul. Todor Samodumov si arriva in ul. Knjaz Zeretelev: qui si incontra la casa dove alloggiò per alcuni giorni il noto poeta francese Alphonse Lamartine, al rientro da un viaggio in oriente, nel 1833. Ospita oggi un piccolo museo. Siamo nelle vicinanze del gioiello di Plovdiv antica: l’Anfieatro romano. L’antica struttura è posta su un altura dalla quale si può ammirare l’intera città. Risalente al II secolo, il teatro, d’estate, diventa alternativamente cinema all’aperto e luogo dedicato alle rappresentazioni operistiche. Attorno si trovano alcuni piccoli bar e graziosi bistrò. Nelle immediate vicinanze vi sono, inoltre, due chiese che vale certamente la pena di vedere: S. Marina e S. Troiza. Due ultime indicazioni di tipo culturale: proseguendo verso la parte moderna della città, in pl. Saedinenie, si incontrano il Museo Archeologico e quello Storico. Il Museo archeologico, realizzato nel 1882, costituisce assieme a quello di Sofia e Varna, uno delle più importanti realtà museali della Bulgaria. All’interno sono esposti reperti che vanno dal periodo tracio al XIX secolo. Tra questi spiccano belle collezione di vasi traci, di anfore e monete, di libri antichi e di oggetti ecclesiastici risalenti al Medioevo. Non manca una raccolta di icone e, perfino, curiosamente, una copia del Tesoro di Panagyurishte (l’originale è esposto a Sofia nella sala centrale del Museo Nazionale di Storia). Nella zona si trova, inoltre, anche l’altra moschea della città: l’antica Moschea Imaret. Costruita nel 1444 per ordine del sultano Bajazet, contiene la tomba del Pasha Gazi Shahabedin. Il suo nome deriva dal turco “imaret” che significa ospizio dei poveri.
Storia
Le origini: i primi abitanti della regione si stabilirono nella zona già nell’età della pietra. Più tardi, durante il I millenio a.C, i Traci fondarono il primo insediamento in epoca storica, Eurnolpias, vicino alle tre colline poste ad oriente dell’attuale città: Dzhambaz Tepe, Taxim Tepe, e Nebet Tepe. Nel 342 a.C. la città fu conquistata da Filippo II, il Macedone, che le cambiò il nome in Filippopoli e la trasformo in fortezza militare. Nei secoli immediatamente successivi la città fu occupata da tribù celtiche. Nel I secolo a.C. venne conquistata dai romani: divenne rapidamente il centro economico, culturale e politico della Tracia latina. Lo sviluppo urbanistico fu allora tumultuoso: l’intera zona intorno alle tre colline delle origini si coprì di edifici e fortificazioni. Per questo motivo i romani le cambiarono il nome in Trimontsium. Dopo il 395 d.C. rimase sotto l’amministrazione della parte orientale dell’Impero Romano, gravitando quindi verso Bisanzio. Nei secoli successivi la città fu assalita e devastata numerose volte dalle tribù dei goti e degli unni durante le loro migrazioni verso occidente. L’Imperatore Giustiniano (527-565) fece costruire un sistema difensivo fatto di solide mura. Divenne così la fondamentale roccaforte bizantina posta a protezione dei confini settentrionali dell’Impero. Alla fine del VI secolo furono gli slavi a popolare la zona. Nell’anno 815, Khan Krum occupò la città e la incluse nel territorio della prima Bulgaria. Nei secoli successivi Plovdiv fu soggetta a diversi assedi e testimone di numerosi scontri militari tra bizantini e bulgari. Nel 1385 cominciò la lunga dominazione ottomana. Assunse allora il nome di Phillibe. Situata in una posizione marginale dell’Impero Ottomano perse il suo ruolo strategicamente importante e gradualmente iniziò un lento declino.
Rinascita Nazionale:
a) durante i secoli XVIII e XIX, Plovdiv riguadagnò rapidamente il suo ruolo di grande centro culturale ed economico. Si affermò così una nuova classe di artigiani e di mercanti sensibili ai messaggi del nazionalismo bulgaro. La maggior parte degli edifici residenziali e dei palazzi pubblici che ancora oggi si possono ammirare risalgono proprio a quel periodo
b) la città ospitò in quegli anni tutti i grandi protagonisti del Risorgimento Nazionale bulgaro. Nel 1870 venne a formarsi il Comitato Rivoluzionario che preparerà l’Insurrezione degli anni successivi.
L’Indipendenza (1878): il 17 gennaio 1878 fu liberata durante la guerra russo-turca. Era in quegli anni la più grande città bulgara. Con il Trattato di Berlino (1878) fu proclamata capitale della Rumelia orientale. Accolse, allora, molti esuli provenienti dalla parte di Tracia rimasta sotto la dominazione turca, dalla zona dell’Egeo e dalla città di Vardar, in Macedonia. A Plovdiv fu poi proclamata la riunificazione tra i Principati di Bulgaria e della Rumelia Orientale: era il 6 settembre 1885. Ogni anno in questa data si festeggia in Bulgaria la “Giornata della Repubblica”.
Rinascita Nazionale:
a) durante i secoli XVIII e XIX, Plovdiv riguadagnò rapidamente il suo ruolo di grande centro culturale ed economico. Si affermò così una nuova classe di artigiani e di mercanti sensibili ai messaggi del nazionalismo bulgaro. La maggior parte degli edifici residenziali e dei palazzi pubblici che ancora oggi si possono ammirare risalgono proprio a quel periodo
b) la città ospitò in quegli anni tutti i grandi protagonisti del Risorgimento Nazionale bulgaro. Nel 1870 venne a formarsi il Comitato Rivoluzionario che preparerà l’Insurrezione degli anni successivi.
L’Indipendenza (1878): il 17 gennaio 1878 fu liberata durante la guerra russo-turca. Era in quegli anni la più grande città bulgara. Con il Trattato di Berlino (1878) fu proclamata capitale della Rumelia orientale. Accolse, allora, molti esuli provenienti dalla parte di Tracia rimasta sotto la dominazione turca, dalla zona dell’Egeo e dalla città di Vardar, in Macedonia. A Plovdiv fu poi proclamata la riunificazione tra i Principati di Bulgaria e della Rumelia Orientale: era il 6 settembre 1885. Ogni anno in questa data si festeggia in Bulgaria la “Giornata della Repubblica”.
Dintorni
- il Monastero di Bachkovo: situato a circa 35 km lungo la strada 86 per Assenograd
- le escursioni sui monti Rodopi: in prossimità della città, dirigendosi verso sud, si incontrano diverse località turistiche. Da queste partono numerose escursioni verso i rifugi dei monti Rodopi. Consigliabili, in particolare:
- a) da Hrabrino: escursioni per il rifugio Varhovrah (7 ore), per l’ Akademic (2 ore);
- b) da Kuklen: escursioni per il rifugio Ruen (3 ore), per il Zdravez (5 ore);
- c) da Galabovo: numerosi percorsi di durata anche superiore alle 7 ore;
- la fortezza di Ustina: situata immediatamente a sud-ovest della città, dirigendosi verso Perushtiza. Sulla sommità di una collina, si trovano i resti di una fortezza tracia. Oggi dell’antica struttura restano solo alcune sezioni dei muri perimetrali.