Slivengrad (abitanti 19.000)
Posta a ridosso del confine con Grecia e Turchia, Svilengrad è una cittadina che vive del flusso commerciale con i due Paesi vicini. Si trova, infatti, sulla direttrice principale che collega la zona centrale della Bulgaria con la Grecia e la Turchia. In particolare, con quest’ultima i rapporti economici sono molto stretti: le aziende turche rappresentano ancora oggi i principali fornitori di beni e servizi per quelle bulgare che operano nella zona. La città dal punto di vista storico-architettonico ha poco da offrire. E’ stata, infatti, quasi interamente distrutta dai turchi durante le guerre Balcaniche del 1912. L’unica vera attrazione per il turista è rappresentata dall’antico ponte Mustafà Pashà, sul fiume Mariza. Costruito nel 1529 dai turchi, è oggi il simbolo della città. Avendo tempo a disposizione, si può fare una breve visita alle uniche due Chiese presenti in città: quella della Trinità (1834) e quella di S. Demetrius (1898).
Storia
Le origini: tracio è il primo insediamento di cui si ha notizia. I romani successivamente lo trasformarono in un importante fortezza, chiamandola Bourdenis. Nel 1205 si svolse una delle più grandi battaglie del Medioevo bulgaro. Re Kaloyan inflisse una grave sconfitta ai Crociati comandati dall’Imperatore Baldovino. Il sito dell’attuale cittadina, in un’ansa delle fiume Mariza, fu occupato solo nel XV secolo durante il periodo della dominazione ottomana. La cittadina divenne in quegli anni famosa per la produzione della seta (da cui il nome attribuito nel XX secolo, Svilengrad: “svila”-seta; “grad”-città), per il suo charshiya (mercato) e per i grandi laboratori artigiani. L’abitato si sviluppò attorno al famoso ponte Mustafa Pascia, fatto di 20 arcate, lungo 300 m e largo 6. Uno dei migliori esempi, in quest’area d’Europa, della perizia costruttiva degli Ottomani. L’Indipendenza (1878): dopo la guerra del 1877-78, la cittadina rimase sotto la dominazione ottomana. Venne liberata durante la prima guerra balcanica, del 1912. Durante il conflitto venne apprestato vicino alla città un aeroporto: per la prima volta nella storia un esercito, quello bulgaro, utilizzò gli aerei a fini militari. A quei tempi la città era quasi interamente composta da cittadini di etnia bulgara provenienti dai territori ancora sottoposti alla dominazione ottomana.
Dintorni
- Nelle vicinanze della città si possono visitare numerosi luoghi che ospitano testimonianze del periodo tracio e bizantino: il villaggio di Mezek: vicino a questo villaggio, situato a circa 10 km dalla città, è stata trovata una tomba tracia risalente al IV secolo a.C. Ricorda fortemente, per la forma e la tecnica costruttiva, quelle micenee erette, circa mille anni prima, in Grecia e in Asia minore. Gli archeologi ritengono che la tomba sia stata edificata da un principe tracio all’epoca di Filippo II di Macedonia. Non escludono l’ipotesi che vi sia stato sepolto Amadoco, l’ultimo libero sovrano odrisso o il suo successore Tere, morto durante il regno di Alessandro Magno. Al suo interno si percorre subito un corridoio lungo oltre 20 m costituito di pareti in pietra che sostengono il classico tetto ad angolo acuto. L’arco d’accesso alla camera funeraria presenta ancora i segni degli antichi sostegni su cui era imperniata la porta di bronzo che occludeva il locale. A circa 1 km dal villaggio si trova la fortezza bizantina di Neutzikon (secolo XI-XII), conosciuta anche come la fortezza di Kaleto. Considerata tra le meglio conservate dell’epoca, presenta, ancora oggi, buona parte delle mura fortificate e la torre circolare in pietra che difendeva l’entrata;
- il villaggio di Malko Gradishte: nelle sue vicinanze esistono numerose testimonianze dell’antica cultura tracia. Alcune di queste sono portatrici di significati simbolici un po’ misteriosi. Sulla parete di una rocca rocciosa sono state scavate, ad esempio, diverse nicchie, una scala rituale composta da due rampe e 33 scalini, separate da un pianerottolo e dall’ingresso, singolarmente di forma triangolare, di due tombe. Il significato preciso da attribuire a tutti questi segni non è chiaro neppure a coloro che stanno dedicando i loro studi a quel periodo. Simili esempi sono stati ritrovati solo nell’Asia minore ed in Turchia, nella regione di Smyrna;
- il villaggio di Matocina: situato 30 km a nord est di Svilengrad, questo villaggio possiede due importanti siti storici: la famosa Chiesa nella Roccia e la fortezza di Matocina. La prima, costruita verso il X secolo, è interamente scavata all’interno di una parete rocciosa. Da fuori si vede soltanto la piccola porta d’ingresso. Dell’antica fortezza, invece, non resta che una delle torri che, in passato, costituivano la difesa esterna.