Sliven (abitanti 100.000)
Situata in una zona pianeggiante ai piedi dei primi rilievi della Stara Planina, Sliven ospita molte imprese tessili, la tradizionale fonte di occupazione per gli abitanti della zona. Per visitare la città il punto di partenza migliore è offerto dalla centralissima piazza Hadji Dimitar dove troneggia il monumento dedicato al noto (in Bulgaria) rivoluzionario. Ci troviamo vicino al fiume Asenovska Reka. Nelle immediate vicinanze, più precisamente lungo blv. Zar Osvoboditel, si può visitare il Museo di storia. I reperti più importanti sono quelli collegati alle tradizioni funerarie degli antichi traci. All’uscita del museo si può vedere uno splendido albero: per gli abitanti di Sliven è incontestabilmente il più vecchio della Bulgaria. Si calcola, infatti, che sia stato piantato durante il periodo iniziale della dominazione turca. Passando sull’altra sponda del fiume, si trova, in ul. Assenova, la casa museo di Hadji Dimitar ed un piccolo quartiere composto da edifici costruiti nello stile caratteristico dell’ottocento bulgaro.
Storia
Le origini: un vero e proprio insediamento sorge, tra il VII e l’XI secolo, per esigenze militari. La zona è quella della confluenza tra i fiumi Assenovska, Selishka e Novosselska. La conquista del 1388 da parte dei turchi coincise con la distruzione della cittadina slava. Nel XVIII secolo l’attuale “Sliven” era già in uso, come si legge nella “Storia slavo-bulgara”, uno dei principali testi della Rinascita Nazionale. Tra XVIII e XIX secolo la città divenne un importante e ricco centro artigiano e commerciale. Si sviluppò in particolare una vivace attività legata alla produzione tessile. Nel 1823 vi abitavano più di 20.000 persone. Rinascita Nazionale:
a) venne liberata dalle truppe russe durante il conflitto con i turchi del 1828. Quando le truppe russe si ritirarono, 15.000 bulgari abbandonarono la città, emigrando in altre zone dell’Est europeo, in particolare in Russia
b) la città diede i natali a molti militanti della causa anti-ottomana. Per questo motivo venne chiamata “la città dei 100 voivoda” (capi partigiani).
L’Indipendenza (1878): la città fu liberata durante la guerra russo-turca del 1877-78. Successivamente si verificò una grave crisi del settore artigiano dovuta alla perdita del mercato turco. Solo il settore tessile continuò a svilupparsi con continuità.
a) venne liberata dalle truppe russe durante il conflitto con i turchi del 1828. Quando le truppe russe si ritirarono, 15.000 bulgari abbandonarono la città, emigrando in altre zone dell’Est europeo, in particolare in Russia
b) la città diede i natali a molti militanti della causa anti-ottomana. Per questo motivo venne chiamata “la città dei 100 voivoda” (capi partigiani).
L’Indipendenza (1878): la città fu liberata durante la guerra russo-turca del 1877-78. Successivamente si verificò una grave crisi del settore artigiano dovuta alla perdita del mercato turco. Solo il settore tessile continuò a svilupparsi con continuità.
Dintorni
- la località di Aglikina Polyana: circa 40 km a nord ovest di Sliven, vicino al passo Vratnik, si trova questa piccola località. E’ nota perché, durante la guerra di Liberazione del 1877-78, qui si riunirono i patrioti della regione. Oggi nel prato che ospitò, allora, l’incontro degli insorti, è stato eretto un grande monumento. La località costituisce un ottimo punto di partenza per le escursioni dirette a visitare questa parte dei Balcani;
- le strade panoramiche: Byala-Stara Reka; del passo di Vratnik; Sliven- Ichera.