Shumen (abitanti 89.000)
Seguendo la strada E772 in direzione Varna, si incontra, lungo le pendici della collina Jlciov Bair, Shumen. Il centro cittadino è, nel complesso, moderno e piacevole. Si presenta, infatti, ricco di spazi verdi, di ampie strade, di zone riservate al passeggio. Particolarmente gradevole, soprattutto durante la bella stagione, è Il grande viale pedonale che attraversa in lunghezza quasi tutto il centro: parte dal Parco vicino alla stazione dei treni per terminare nella piazza centrale della città dove domina, secondo tradizione, la settecentesca Torre dell’orologio. Il viale ospita una infinità di negozi in cui si può trovare di tutto. Ci sono anche molti bar e caffè: d’estate invadono letteralmente la strada di tavolini e ombrelloni coloratissimi. La zona del viale è facilmente individuabile: basta rintracciare, a vista, l’imponente scheletro in cemento armato del grattacielo che, non lontano, svetta tra gli altri edifici (da notare la sua singolare forma!). L’inusuale, ma utilissimo per il visitatore, punto di riferimento da molti anni, attende di essere terminato (o abbattuto). Dalla Piazza centrale, volgendo lo sguardo verso una vicina collina, si scorge immediatamente una grande scalinata, inframmezzata al suo interno da un complicato sistema di fontane: è l’inizio dell’ascesa che, alla fine di 1.300 gradini, porterà il visitatore curioso nei pressi del “Monumento ai Fondatori dello Stato Bulgaro” che sovrasta l’abitato. Una struttura unica questa, assolutamente da non perdere. Così viene descritto efficacemente in un articolo pubblicato di recente in Italia: “...La presenza della città è segnalata, anche a grande distanza, da una specie di incredibile monumento, massiccio oltre ogni limite, gigantesco sotto ogni punto di vista. Venne costruito negli anni “80” del secolo scorso sulla collina che domina la città. Il regime aveva così voluto onorare il milletrecentenario della nascita dello Stato Bulgaro, spendendo in quell’epoca, racconta la gente del paese, più di 40 milioni di dollari! Una bella cifretta per un Paese non ricchissimo. La visita al “Gigante” è comunque obbligatoria: vuole raccontare infatti, in un sol colpo, la storia patria attraverso una serie di cavalli e leoni, uomini nerboruti e austeri, e ancora soldati sull’attenti, sovrani e condottieri in cemento armato o disegnati con mosaici e incisioni. Il visitatore si trova a scoprire le proprie minuscole proporzioni davanti a queste creature dalle dimensioni variabili, ma sempre grandi ed imponenti. Fuori misura, verrebbe da dire. E’ un insieme di stili scultorei, iconografici, costruttivi, mischiati insieme quasi con “ferocia”, per sorprendere, meravigliare lo spettatore ignaro...” Il monumento, oltre che a piedi, può essere raggiunto anche in auto: si esce dal centro, in direzione della fortezza di Shumen; dopo aver superato sulla destra il Grand Hotel ed il parco cittadino, si prende la prima strada sulla sinistra che si incontra dopo la fabbrica di birra. Da qui il tragitto prosegue per circa 10 km. I percorso, tutta all’interno di un bosco, è piacevole e riposante. Ritornando in città si possono visitare, nella parte vecchia, il Teatro del Dramma “Vassil Drumev” ed alcune case-museo risalenti al secolo diciannovesimo. Tra quest’ultime, le più interessanti sono: casa-Dobri Voinikov, casa-Pancio Vladigherov, casa-Layosh Koshut e casaPantaiot Volov. A poche centinaia di metri dal Teatro, dall’altra parte del blv. Doiran, si incontra poi il principale edificio storico di Shumen: la Tombul Jhamiya. Costruita nel 1745 per conto di Sherif Halil Pasha, questa moschea ha rappresentato per almeno due secoli un’importante centro di studi ed educazione coranica. Il complesso comprende l’edificio con la grande cupola che ospita le funzioni religiose e altre antiche costruzioni che costituivano il nucleo della scuola coranica. C’è, poi, un chiostro con una bella fontana posta al centro. Sul fianco, il minareto domina l’intera struttura. Lungo il portico che circonda il chiostro, durante l’estate, sono aperti alcuni negozietti di souvenir e di antiquariato. Da visitare è pure il Museo archeologico, ospitato in un edificio moderno sito in blv. Slavyanski, il lungo viale che corre in parallelo alla zona pedonale. Considerato uno dei più importanti della Bulgaria, espone numerose testimonianze della storia del Paese oltre a interessanti reperti trovati nelle antiche capitali Pliska e Preslav e negli insediamenti traci della regione. Da non perdere sono le famose statuette del periodo neolitico raffiguranti la Dea Madre. Vicino al museo, un grande edificio espone all’ingresso alcuni vecchi missili e cannoni: si tratta della sede dell’Accademia Militare Nazionale. Dal punto di vista economico Shumen gode di una struttura diversificata. Nella zona circostante la città prevale l’attività agricola: dominano la produzione del frumento e del girasole. Sviluppato è pure l’allevamento dei maiali (a Shumen si trova l’Istituto Nazionale di Ricerca sui Suini). L’area urbana è invece caratterizzata dalla presenza di numerose aziende chimiche e metalmeccaniche. La città ospita anche una delle più famose ed antiche fabbriche bulgare di birra : la Shumensko Pivo.
Storia
Le origini: il primo insediamento-fortezza risale al V secolo a.C. ad opera dei Traci. La fortezza venne poi riutilizzata e potenziata dai Romani, dai Bizantini, dai Bulgari nel Medioevo e, infine, dai Turchi. Nel XIV secolo Shumen diventò un significativo centro militare, amministrativo e economico, superando per importanza l’antica capitale Preslav. L’abitato si estese allora anche fuori dalle mura della fortezza. La città venne conquistata (XIV sec.) dagli Ottomani dopo un lungo assedio. In seguito gli stessi ampliarono l’area dedicata all’attività militare e rafforzarono ulteriormente le mura poste a difesa del abitato. Shumen diventò, allora, terra di immigrazione: giunsero in città molti stranieri, in particolare turchi, ebrei, tartari e armeni.
Rinascita Nazionale:
a) nel XVIII e nel XIX secolo, anche grazie alla ricchezza generata dalla presenza di un forte contingente militare, la città divenne un importante centro culturale, artistico e artigiano. Si venne a creare una nuova classe di artigiani e di mercanti sensibili ai messaggi del nazionalismo bulgaro
b) la città ospitò, il 13 maggio 1813, un importante evento: ci fu la prima celebrazione civile dei Santi Cirillo e Metodio, un rito laico in cui la popolazione dimostrò il suo attaccamento all’ideale dell’Indipendenza bulgara
c) vennero, allora, fondate varie scuole e creati diversi centri culturali. Un forte impulso alla vita intellettuale della città venne dalla immigrazione di numerosi esuli ungheresi fuggiti da Budapest dopo la sconfitta della rivoluzione del 1848. Questi fondarono, tre anni dopo, la prima orchestra sinfonica della Bulgaria. L’Indipendenza (1878): la città venne liberata durante la guerra russo-turca del 1877. Il periodo successivo segnò un momento di declino e di crisi per Shumen. Si verificarono, infatti, la contemporanea perdita dei mercati dell’Impero Ottomano e la compatta emigrazione della popolazione di etnia turca. A ciò si aggiunse l’effetto della forte concorrenza, per qualità e prezzo, dei prodotti provenienti dall’Europa occidentale. Lentamente l’attività economica riuscì però a riprendersi: un segno di ciò fu la creazione nella prima fabbrica di birra del Paese, la Shumensko Pivo, uno stabilimento ancor’oggi attivo. Nel 1981 il regime comunista scelse Shumen come città-simbolo delle celebrazioni per i 1.300 anni della fondazione del Primo Impero Bulgaro da parte di Khan Asparuh. Venne costruito a tal proposito un imponente monumento sulla collina che domina l’abitato.
Rinascita Nazionale:
a) nel XVIII e nel XIX secolo, anche grazie alla ricchezza generata dalla presenza di un forte contingente militare, la città divenne un importante centro culturale, artistico e artigiano. Si venne a creare una nuova classe di artigiani e di mercanti sensibili ai messaggi del nazionalismo bulgaro
b) la città ospitò, il 13 maggio 1813, un importante evento: ci fu la prima celebrazione civile dei Santi Cirillo e Metodio, un rito laico in cui la popolazione dimostrò il suo attaccamento all’ideale dell’Indipendenza bulgara
c) vennero, allora, fondate varie scuole e creati diversi centri culturali. Un forte impulso alla vita intellettuale della città venne dalla immigrazione di numerosi esuli ungheresi fuggiti da Budapest dopo la sconfitta della rivoluzione del 1848. Questi fondarono, tre anni dopo, la prima orchestra sinfonica della Bulgaria. L’Indipendenza (1878): la città venne liberata durante la guerra russo-turca del 1877. Il periodo successivo segnò un momento di declino e di crisi per Shumen. Si verificarono, infatti, la contemporanea perdita dei mercati dell’Impero Ottomano e la compatta emigrazione della popolazione di etnia turca. A ciò si aggiunse l’effetto della forte concorrenza, per qualità e prezzo, dei prodotti provenienti dall’Europa occidentale. Lentamente l’attività economica riuscì però a riprendersi: un segno di ciò fu la creazione nella prima fabbrica di birra del Paese, la Shumensko Pivo, uno stabilimento ancor’oggi attivo. Nel 1981 il regime comunista scelse Shumen come città-simbolo delle celebrazioni per i 1.300 anni della fondazione del Primo Impero Bulgaro da parte di Khan Asparuh. Venne costruito a tal proposito un imponente monumento sulla collina che domina l’abitato.
Dintorni
- la fortezza di Shumen: i resti della fortezza (aperta tutti i giorni dalle ore 8 alle 17) si trovano su una altura a circa 3 km dal centro città. Nel corso dei secoli la zona è stata abitata dai Traci, dai Romani e dai Bizantini. Le costruzioni che si possono vedere oggi, risalgono al periodo medioevale;
- il cavaliere di Madara: a circa 15 km da Shumen, presso il villaggio di Madara, si trova il sito storico più famoso di tutta la regione. Sul fianco di una alta parete rocciosa si può ammirare un antico bassorilievo raffigurante un cavaliere dai lunghi capelli che indossa un abito a pieghe che scende fino al ginocchio, stretto in vita da una cintura. Nella mano sinistra tiene le redini; nella destra stringe, invece, una lancia con la quale sta trafiggendo un leone steso ai suoi piedi. Dietro di lui e al cavallo, corre un cane. Ancora oggi non è stato possibile datare con certezza questa originalissima figura. Sulla parete sono incise tre scritte in greco che si riferiscono al periodo di Khan Tervel (705 d.C., quella in alto); a quello di Khan Kormisos (756 d.C., in basso a sinistra); e, infine, a quello di Khan Omurtag (814- 831 d.C., in basso a destra). Per molti studiosi, però, gli autori del bassorilievo sarebbero di origine tracia, e, quindi, di epoca antecedente alla creazione del Primo Impero Bulgaro. Secondo altri, l’immagine raffigura, invece, il Re bulgaro Khan Krum intento a combattere l’Imperatore bizantino, simboleggiato dal leone. Il cavaliere di Madara costituisce uno dei siti archeologici bulgari posti sotto la protezione dell’UNESCO. Ad una distanza di poche centinaia di metri dal Cavaliere si trovano alcuni siti archeologici molto interessanti. Sulla destra, salendo un sentiero fatto da 400 gradini scavati direttamente nella roccia, si giunge alla sommità della collina. Qui si trovano i resti della fortezza medioevale di Madara. Di questa costruzione del XIV secolo, restano oggi solo alcune sezioni dei muri perimetrali. Lo sforzo fatto nella salita è, però, ampiamente ripagato dal bel panorama di cui si gode dall’alto. Vicino alla fortezza, si trovano anche due grotte, chiamate “grande grotta” e “piccola grotta”. Dentro queste furono ritrovate tracce di insediamenti umani risalenti rispettivamente al IV secolo a.C. ed al IV millennio a.C. Nessuna “scalata” è invece richiesta per vedere i resti di una chiesa, di un bagno bulgaro del VIII secolo, di un monastero di epoca medioevale che riposano a poche centinaia di metri dal Cavaliere, sulla sinistra. Nelle vicinanze si trovano, pure, i resti di un insediamento di epoca romana. Dell’antica villa e del bagni restano, oggi, solo le fondamenta. La maggior parte dei reperti ritrovati nella zona sono esposti presso il Museo archeologico.