Melnik (abitanti 400)
A pochi chilometri dal confine greco, dopo aver percorso una strada che ricorda quelle secondarie che attraversano le colline toscane, si arriva a Melnik, una delle mete preferite del turismo che si affaccia in quest’area della Bulgaria. La cittadina appare solo dopo un ultima curva: riposa, infatti, nella fenditura di una collina di origine alluvionale le cui ali, a destra e a sinistra del villaggio, sembrano voler franare da un momento all’altro. Ma non lo fanno spesso, evidentemente. Oggi l’abitato è minuscolo, una cinquantina di case costruite intorno a un fiume che, d’estate, è poco più di un rigagnolo. Gli edifici hanno una architettura ambiziosa. Sembra siano stati restaurati tutti di recente. Seguono una stessa tipologia: la base è costituita da un sapiente incastro di lastre e blocchi di marmo; su questa posa la vera e propria casa. In passato, al piano inferiore si svolgevano le attività legate alla produzione del vino, vino che poi andava a riposare nelle cantine interrate. Sembra di essere in un paese greco, con le taverne (mechana) dai cartelli colorati e la vite che avvolge il primo piano delle case. Alla fine dell’800 Melnik ospitava 20.000 persone (oggi gli abitanti sono poche centinaia). Testimoniano di questa antica grandezza, oltre alle rovine degli edifici che si possono trovare camminando sulle colline antistanti, la presenza, solo un secolo fa, di ben 70 Chiese. Oggi sono pochissime quelle rimaste che, meritano una visita. Notevole è quella, dedicata ai Santi Pietro e Paolo: sua forma attuale risale al XIX sec. All’interno domina l’iconostasi. La cripta della Chiesa conserva delle pietre tombali che portano incise le immagini di turchi con tanto di turbante oltre ad alcuni affreschi risalenti al Medioevo. Sulla riva sinistra del fiume si fa notare subito il “Konak”, la residenza del governatore ottomano della città: si tratta di un edificio dalle dimensioni ragguardevoli, caratterizzato da tre alti archi che attraversano l’intera facciata. Le prigioni, che erano parte integrante della residenza, sono state trasformate oggi in un piccolo hotel. Di fronte, dall’altra parte del fiume, c’è la Chiesa di San Nicola Ciudotvoretz (“che fa miracoli”): abbarbicata sulla collina rappresenta il principale edificio religioso della cittadina. Il campanile ha una forma che ricorda molto quella di un minareto. All’interno la bella iconostasi è dominata dalla figura di San Nicola seduto su un trono. Tralasciando le rovine di Bolyarskata Kashta, il castello dell’antico signore del paese, e quelle dei bagni turchi, al visitatore curioso conviene dirigersi verso la casa-museo Kordopulov. Fu realizzata nel 1754 per ordine di un ricco mercante di etnia greca. L’ edificio ospita, a pianterreno, una “mechana”. E’ dotato, inoltre, di una splendida cantina ricavata scavando la roccia sulla quale la casa è stata costruita. Il primo piano è caratterizzato dalla presenza di stanze intime e accoglienti, abbellite da pannelli e decorazioni realizzate in legno: nell’ insieme costituiscono una magnifica fusione di artigianato turco e bulgaro.
Storia
Le origini: tracio fu il primo insediamento. I romani e gli slavi trasformarono il villaggio in un importante centro religioso, culturale e amministrativo. La cittadina entrò nei confini della Bulgaria antica già nel VIII secolo. Nel XIII secolo divenne la capitale del Principato feudale che da lei prende il nome: una sorta di entità indipendente all’interno del Paese. Dopo la conquista turca Melnik subì un immediato declino. Rinascita Nazionale: a) già alla fine del XVIII secolo la cittadina rifiorì economicamente grazie alla produzione del vino. La maggior parte veniva esportata con successo b) vennero allora costruiti splendidi ed originali edifici, metà residenza, metà cantine dove custodire il vino c) la ricchezza del paese si manifestò nella promozione di iniziative culturali e nella fondazione di scuole e di centri di lettura d) alcuni dei protagonisti della lotta per l’Indipendenza Nazionale, quali Neofit Rilski e Hristaki Pavlovich, operarono, allora, a Melnik. L’Indipendenza (1878): la guerra di Liberazione del 1877-78 lasciò Melnik all’interno dei confini dell’Impero Ottomano. Cominciò una fase di declino: i nuovi confini resero, infatti, più difficile mantenere i tradizionali legami commerciali con la regione dell’Egeo e con la Macedonia. La filossera che distrusse alla fine del XIX secolo i vigneti della zona, contribuì ad aggravare la crisi economica. Venne incluso nel territorio bulgaro nel 1912, dopo la prima guerra balcanica. Quando Yane Sandanski liberò con i suoi volontari la cittadina, gli abitanti erano solo 1.000. Oggi gli abitanti del paese sono solo 500. La cittadina rimane una delle mete preferite dei visitatori di questa parte della Bulgaria.
Dintorni
- il Monastero di Rojen: si trova a pochi chilometri dal paese (vedi sezione monasteri
- le piramidi di sabbia: attorno al piccolo centro urbano si trovano numerosi rilievi modellati a forma di piramide dalle piogge e dal vento.